Concetti Chiave
- Gorgia, prominente sofista, basava il suo pensiero sul nichilismo, sostenendo tre tesi: l'essere non esiste, non è conoscibile e non è esprimibile.
- Pur negando la verità assoluta, Gorgia promuove un'etica situazionale, in cui i doveri variano secondo il contesto e le caratteristiche sociali.
- La retorica, per Gorgia, è l'arte di persuadere, fondamentale nella politica greca del V secolo a.C., poiché sfrutta l'autonomia della parola.
- Gorgia è il primo a teorizzare l'estetica della parola, distinguendo tra il poeta che crea illusioni e il destinatario che coglie il messaggio.
- Le idee di Gorgia influenzeranno Platone e Aristotele, rispettivamente per negare la validità dell'arte e attribuirle una forza purificatrice.
Indice
Gorgia e il suo pensiero
Gorgia, dopo Protagora, è uno dei massimi esponenti della scuola sofista. Ultracentenario, viaggiò molto in Grecia ottenendo ovunque un grande successo. Il suo pensiero è riportato nell’opera Sulla natura e sul non-essere, che è il rovesciamento del titolo dell’opera di Melisso Sulla natura o sull’essere.
Le tesi nichiliste di Gorgia
Gorgia parte dal nichilismo e su questa base egli costruisce tutto il suo ragionamento. Esso si basa su tre tesi:
1) L’essere non esiste, cioè nulla esiste. Poiché i filosofi sostengono che l’Essere non può essere, né uno, né molteplice, né ingenerato, né generato questo ci porta a concludere che l’essere coincide con il Nulla.
2) Pur ammettendo l’esistenza dell’Essere, esso non potrebbe essere conoscibile. Per dimostrare questa affermazione, Gorgia cerca di inficiare il principio di Parmenide secondo il quale “il pensiero è sempre pensiero dell’essere e il non-essere è impensabile”. Tuttavia, esistono dei “pensati” inesistenti o che non esistono come Scilla, la Chimera, oppure posso pensare qualcosa di inesistente come un cocchio che corre sulle onde del mare. Pertanto, fra pensiero e Essere esiste una forte frattura.
3) Ammettiamo pure che l’Essere sia pensabile. Comunque, esso resterebbe inesprimibile, poiché la parola non può comunicare in modo veritiero qualcosa che sia altro da sé. Scrive Gorgia: “La vista non conosce suoni e neppure l’udito conosce colori, bensì i suoni; quindi, chi “dice” non può mai “dire” né un colore, né un’esperienza.
L'etica della situazione
Distrutta la possibilità di raggiungere una verità assoluta o ἀλήθεια (= aletheia), a Gorgia non resta che la via dell’opinione o δόξα. Tuttavia, Gorgia nega anche questa e la considera come la più infida delle cose. Allora, cerca di seguire un’altra strada, quella della ragione, che si limita ad illuminare fatti e circostanze, che faccia un’analisi dettagliata della situazione e che descriva ciò che si deve fare e ciò che non si deve fare. In questo modo, Gorgia arriva a sostenere un’etica della situazione. Per il filosofo i doveri variano a seconda del momento, dell’età, della caratteristica sociale; una stessa azione può essere buona o cattiva a seconda di chi ne è il soggetto.
La retorica come arte persuasiva
La posizione di Gorgia nei confronti della retorica è nuova. Poiché non esiste una verità assoluta e tutto è falso, la parola acquista una sua autonomia perché diventa portatrice di persuasione, di credenza e di suggestione. Pertanto, la retorica diventa l’arte che sfrutta a fondo questo aspetto della parola e può essere definita come l’arte del persuadere., che nella Grecia del V secolo a.C. costituiva il “vero timone nelle mani dell’uomo di Stato” com’è stato scritto da alcuni critici. Infatti, essere retori e saper utilizzare alla perfezione la retorica, significava persuadere i giudici nei Tribunali, i consiglieri nei vari Consigli, i membri delle Assemblee e anche questo, ancora una volta, ci spiega l’enorme successo avuto da Gorgia.
La valenza estetica della parola
Inoltre, Gorgia è il primo filosofo che ha cercato di teorizzare la valenza estetica della parola, cioè dell’arte in generale. Come la retorica, l’arte muove dei sentimenti, ma non mira ad interessi pratici, ma all’inganno poetico o finzione poetica. Nella poesia sono due le persone che agiscono: il poeta (= colui che inganna) e il destinatario (= colui che è ingannato). Il primo è migliore per la sua capacità di creare illusioni poetiche, mentre il secondo si distingue per la capacità di cogliere il messaggio trasmesso da tale creatività. Sia Platone che Aristotele attingeranno a questa idea di Gorgia: Platone per negare la validità dell’arte e Aristotele per attribuire all’arte una forza purificatrice.
Domande da interrogazione
- Qual è il pensiero centrale di Gorgia riguardo all'essere e alla conoscenza?
- Come Gorgia vede la retorica in assenza di una verità assoluta?
- In che modo Gorgia contribuisce alla teoria estetica della parola?
- Qual è l'approccio di Gorgia verso l'etica e i doveri morali?
- Perché la retorica era considerata importante nella Grecia del V secolo a.C.?
Gorgia sostiene che l'essere non esiste, e anche se esistesse, non sarebbe conoscibile né esprimibile, evidenziando una frattura tra pensiero e realtà.
Gorgia considera la retorica come un'arte autonoma di persuasione, fondamentale per influenzare e guidare l'opinione pubblica e politica nella Grecia del V secolo a.C.
Gorgia è il primo a teorizzare la valenza estetica della parola, paragonando la retorica all'arte che muove sentimenti attraverso l'inganno poetico, influenzando sia Platone che Aristotele.
Gorgia propone un'etica della situazione, dove i doveri variano in base al contesto, all'età e alla posizione sociale, rendendo le azioni buone o cattive a seconda del soggetto.
La retorica era vista come il "vero timone nelle mani dell'uomo di Stato", essenziale per persuadere giudici, consiglieri e membri delle assemblee, spiegando il successo di Gorgia.