Concetti Chiave
- La filosofia si confronta con una pluralità di verità possibili, senza dogmi o ortodossie imposte, favorendo diversi approcci alla verità.
- La ricerca filosofica si distingue per il tentativo di argomentare la preferibilità di una posizione rispetto alle tesi rivali.
- Le posizioni filosofiche possono essere influenzate da fattori sociali, politici, religiosi e culturali dei singoli filosofi.
- La filosofia delle origini utilizzava forme mitiche della sapienza poetica, come ispirazioni divine o sentenze oracolari, per sostenere le proprie tesi.
- Nonostante il richiamo a forme di sapienza tradizionali, la filosofia si differenzia per l'astrazione e l'universalità delle sue affermazioni.
Indice
La legittimazione della filosofia
Questa necessità di autolegittimazione si pone tanto nei confronti del pubblico, cui il discorso della filosofia si rivolge, quanto nei confronti dei rivali: quelli tradizionali, come la sapienza dei poeti, e quelli nuovi, come le tesi contrapposte nell’ambito stesso della filosofia.
Rivalità e pluralità nella filosofia
L’esistenza di rivalità teoriche, di una pluralità di verità possibili, fa parte della natura della filosofia: poiché non ci sono dogmi da rispettare, né alcuna ortodossia, cioè “opinione giusta”, imposta dall’esterno, è inevitabile che la ricerca filosofica dia luogo a una pluralità di approcci diversi alla verità, di visioni del mondo alternative, che possono dipendere dalla posizione sociale dei singoli filosofi, dalla loro collocazione politica, dalle loro convinzioni religiose, dal loro ambiente culturale. Tutte le posizioni però hanno, e devono avere, un tratto comune: lo sforzo di trovare degli argomenti validi per sostenere la propria preferibilità rispetto alle tesi rivali.
Metodi di validazione filosofica
I modi sperimentati dalla filosofia delle origini per sostenere la validità delle proprie tesi si possono riassumere in tre tipi principali.
Il primo accomuna la filosofia alle forme mitiche della sapienza poetica. Si tratta del riferimento a una ispirazione divina (Parmenide), alla rivendicazione di doti personali sovrumane e semidivine dello stesso filosofo (Pitagora, Empedocle) o della proposizione di tesi presentate nella forma suggestiva di sentenze oracolari (Eraclito).
In questi casi la neonata filosofia si muove ancora sullo stesso terreno delle forme di sapienza consolidate e note al suo pubblico, benché i contenuti del suo messaggio si differenzino nettamente da esse per il carattere astratto (cioè non narrativo, ma universalmente valido) delle asserzioni formulate intorno al mondo, alla natura, alla vita.