Concetti Chiave
- Epicuro sostiene che i desideri autentici devono distaccarsi dai bisogni effettivi vissuti.
- I piaceri veri devono corrispondere ai bisogni reali, evitando desideri falsi e inautentici.
- Spesso desideriamo bisogni immaginari, portando a desiderare l'impossibile e persino la morte.
- Il suicidio è visto come un parossismo del desiderio portato ai suoi limiti inautentici.
- I desideri possono diventare passioni che ci allontanano dal vero significato del nostro essere.
Epicuro e i desideri umani
Secondo Epicuro, nell'ambito dell'intera esistenza umana e della sua fragilità nei confronti della possibilità di sperimentare dolore, quelli che sono i desideri possono ritrovare il loro significato autentico solo se decollano e si staccano dal bisogno effettivo che si riscontra nel vissuto. Noi uomini abbiamo bisogno di piaceri sì, ma di un piacere veritiero, autentico e soprattutto corrispondente al nostro bisogno e non a ciò che la dinamica malata dei desideri inautentici e falsi che divorziano dai bisogni effettivi innesca.
Il paradosso del desiderio
Invece, solitamente e abitualmente, noi ci muoviamo spesso nei desideri di bisogni che sono in realtà del tutto immaginari, possiamo desiderare qualsiasi cosa possibile e immaginabile, così come impossibile e irreale, e possiamo infine per eccesso e per paradosso arrivare anche a desiderare la morte per incapacità di soddisfare i nostri desideri.
Il suicidio come parossismo
Il suicidio dunque può essere una forma di parossismo del desiderio spinto ai suoi limiti di inautenticità. Il suicida ha voluto e ha cercato, ha desiderato cose innaturali, snaturate o comunque impossibili. I desideri diventano dunque spesso passioni, cioè desideri duraturi e stabili, che ci prendono completamente e ci fanno perdere di vista il vero significato del bisogno tipico dell'essere-uomo. Forme che ci snaturano.