Concetti Chiave
- Epicuro considera la fisica e la logica strumenti dell'etica, finalizzati al conseguimento di un fine etico.
- Il quadrifarmaco epicureo mira a liberare l'uomo dai timori degli dèi, della morte e del dolore, fornendo una guida alla ricerca del piacere.
- Epicuro sostiene che la morte non dovrebbe essere temuta, poiché non ci riguarda né durante la vita né dopo la morte.
- Il filosofo distingue tra piaceri stabili, che portano alla felicità, e piaceri in movimento, che causano agitazione.
- Il piacere puro per Epicuro è l'assenza di dolore e turbamento, raggiungibile soddisfacendo i bisogni naturali e necessari.
Il pensiero di Epicuro
In questo appunto viene riportata la sintesi sul pensiero filosofico di Epicuro. Per Epicuro la fisica e la logica sono puri strumenti dell’etica, mezzi per il conseguimento di un fine. Si descrive sia cosa sia il quadrifarmaco sia che cosa sia l'etica del piacere nel pensiero filosofico di Epicuro.
Per Epicuro la fisica e la logica sono puri strumenti dell’etica, mezzi per il conseguimento di un fine.
La filosofia è un quadrifarmaco poiché intende:
- liberare gli uomini dal timore degli dèi, mostrando che essi non patiscono nulla: imperturbati, beati e indistruttibili, vivono al di là delle tempeste del mondo e non subiscono né arrecano affanni. Gli dèe vivono negli spazi tra un mondo e l’altro (intermundia) separati dal mondo degli uomini.
- liberare gli uomini dal timore della morte, portando a riconoscere che essa non esiste quando siamo in vita ed esiste solo quando non ci siamo più; la paura della morte si accompagna soprattutto al timore del “dopo”, per il timore del giudizio degli dèi e per le pene che ne potrebbero derivare. La morte è considerata come il + terribile dei mali, ma in realtà non è nulla per noi; non solo il corpo, ma anche l’anima è un aggregato atomico destinato a dissolversi.
- dimostrare che il dolore è breve e provvisorio; il dolore fisico, soprattutto quello provocato dalle malattie, è un’altra delle fonti di paura dell’uomo. Epicuro distingue le malattie di breve durata, che terminano o con il ripristino della salute o con la morte; e quelle croniche, che durano molto a lungo.
- dimostrare quale piacere sia da perseguire: il saggio tra i piaceri che la vita riserva, sa quello che rende felici.
La filosofia come quadrifarmaco
Il piacere secondo Epicuro
Epicuro è considerato come il “filosofo del piacere” e il massimo rappresentante dell’edonismo. Egli vede spesso nei bambini, oltre che negli dèi, il modello del vero piacere e considera la filosofia una ricerca del piacere secondo la ragione. Il piacere che il filosofo deve ricercare è l’assenza di dolore (aponia) e assenza di turbamento (atarassia).
Il piacere è tutto ciò che esclude un male; il filosofo sopprime tutto ciò che in lui potrebbe portare al male, allontana tutto quello che potrebbe nuocerlo, farlo soffrire e impensierire. Per Epicuro il piacere è tale solo se “in riposo”; i piaceri in movimento provocano, infatti, un’eccitazione violenta negli uomini. Vero piacere è quello stabile: esso è accessibile a tutti poiché sorge quando sono soddisfatti i bisogni naturali e necessari legati alla salute del corpo e alla tranquillità dell’anima. Anche i bisogni naturali ma non necessari vanno tenuti sotto controllo perché possono privare gli uomini dell’equilibrio interiore ed essere causa di affanno. I desideri ed i bisogni non naturali e non necessari sono effimeri e dannosi perché causa di comportamenti insensati, di aspirazioni impossibili.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della fisica e della logica nel pensiero di Epicuro?
- Che cos'è il quadrifarmaco secondo Epicuro?
- Come definisce Epicuro il piacere?
- Qual è la differenza tra piaceri in movimento e piaceri in riposo secondo Epicuro?
Per Epicuro, la fisica e la logica sono strumenti dell'etica, mezzi per il conseguimento di un fine etico.
Il quadrifarmaco è un concetto filosofico che intende liberare gli uomini dal timore degli dèi, dalla paura della morte, dimostrare che il dolore è breve e provvisorio, e indicare quale piacere perseguire.
Epicuro definisce il piacere come l'assenza di dolore (aponia) e di turbamento (atarassia), un piacere stabile e accessibile a tutti quando sono soddisfatti i bisogni naturali e necessari.
I piaceri in movimento provocano un'eccitazione violenta, mentre i piaceri in riposo sono considerati veri piaceri perché sono stabili e legati alla soddisfazione dei bisogni naturali e necessari.