Concetti Chiave
- L'età ellenistica si estende dalla morte di Alessandro Magno nel 323 a.C. alla chiusura delle scuole filosofiche di Atene nel 528 d.C.
- Durante il periodo alessandrino, l'impero di Alessandro viene diviso tra i suoi generali, facendo emergere nuovi centri come Alessandria d'Egitto.
- La fusione culturale tra Grecia e Oriente caratterizza i regni ellenistici, dove la cultura greca si mescola con quella orientale.
- L'intellettuale diventa uno stipendiato del sovrano, concentrandosi su temi etici, esistenziali, letterari e scientifici, ma non più politici.
- La Biblioteca di Alessandria diventa il più grande centro di studi eruditi e scientifici dell'antichità, fino alla sua distruzione nel 642 d.C.
Indice
L'inizio dell'età ellenistica
L'età ellenistica è il lungo periodo che va dalla morte di Alessandro Magno (323 a.C.) alla chiusura delle scuole filosofiche di Atene per ordine di Giustiniano (528 d.C.). Essa si suddivide a sua volta in periodo alessandrino e periodo romano.
Divisione dell'impero e nuovi regni
Nel periodo alessandrino successivo alla morte di Alessandro, l’impero è suddiviso dai suoi generali (diadochi) in regni di Macedonia, Egitto, Asia, Pergamo e Rodi, all'interno dei quali avviene una fusione fra cultura greca e orientale. La Grecia è inglobata nel regno di Macedonia e le polis fuse nell'Ellade, perdono completamente la loro indipendenza. Ogni regno è retto da un sovrano, la cui forza è assicurata dall'esercito, che governa in modo assolutistico servendosi di burocrati e funzionari, mentre i cittadini decadono al ruolo di sudditi. Decadono molte città anche un tempo famose, mentre emergono nuovi centri come Pergamo, Antiochia, Rodi e soprattutto Alessandria d'Egitto, sotto la dinastia dei Tolomei.
Ruolo degli intellettuali e mecenatismo
La classe dirigente per cui gli intellettuali scrivono le loro opere è ora formata da funzionari, generali e commercianti, che si aggiungono alla vecchia aristocrazia terriera. In tale situazione, l'intellettuale si può occupare: di temi etici ed esistenziali; (come fanno per lo più i filosofi greci) di ricerche erudite di tipo letterario, filosofico, scientifico (come fanno per lo più i dotti alessandrini). Tutti, in ogni caso, non si possono più occupare di temi politici e in genere diventano intellettuali stipendiati (quindi attendono con tranquillità alle loro investigazioni) dal sovrano, che si atteggia a mecenate. Un simile quadro socio-politico infatti, accompagnato dagli inevitabili fenomeni della corruzione e del malcostume pubblico, genera una tendenziale frattura tra individuo e collettività, che si concreta in un senso si “estraniazione” dai temi della politica e della vita pubblica in generale.
Centri culturali e la Biblioteca di Alessandria
Atene rimane il maggior centro filosofico, Alessandria quello di maggiori studi eruditi e scientifici. Qui l’aristotelico Stratone di Lampsaco trasferisce buona parte del materiale della scuola ateniese, su invito di Demetrio Falereo, ministro di Tolomeo II: nasce così la Biblioteca, che con oltre 700.000 libri papiro e un museo (il quale conteneva un osservatorio astronomico, un giardino zoologico, un orto botanico e sale anatomiche) a essa connesso rappresentava la più grandiosa raccolta di libri del mondo antico prima della completa distruzione, nel 642 d.C. per opera dei belligeranti guerrieri islamici.
Età Ellenistica --> In Grecia prima della conquista di Alessandro Magno
Età Ellenica --> Diffusione della cultura greca dopo la morte di Alessandro Magno
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali suddivisioni dell'età ellenistica?
- Quali furono le conseguenze della divisione dell'impero di Alessandro Magno?
- Qual era il ruolo degli intellettuali durante l'età ellenistica?
L'età ellenistica si suddivide in periodo alessandrino e periodo romano, iniziando con la morte di Alessandro Magno e terminando con la chiusura delle scuole filosofiche di Atene.
L'impero fu suddiviso in regni come Macedonia, Egitto, Asia, Pergamo e Rodi, con una fusione tra cultura greca e orientale, e le polis greche persero la loro indipendenza.
Gli intellettuali si occupavano di temi etici, esistenziali e ricerche erudite, diventando spesso stipendiati dai sovrani, che si atteggiavano a mecenati, e si allontanavano dai temi politici.