Concetti Chiave
- L'atomismo di Democrito distingue tra conoscenza sensibile "oscura" e conoscenza razionale "genuina".
- La conoscenza sensibile si limita alla superficie delle cose, mentre quella razionale coglie l'essenza del mondo, come atomi e vuoto.
- Democrito vede un rapporto di continuità tra sensibilità e intelletto, integrando esperienza e ragione.
- La conoscenza parte dai sensi e si sviluppa attraverso un'elaborazione intellettuale e logica.
- Gli atomisti passano dai dati visibili della percezione a quelli invisibili dell'intelletto, spiegando ciò che i sensi mostrano.
Indice
Conoscenza sensibile e razionale
Nell’atomismo, filosofia nata da Leucippo di Mileto e poi sviluppata da Democrito, appare una chiara opposizione tra una conoscenza sensibile definita comunemente come “oscura” e una conoscenza maggiormente razionale chiamata invece come “genuina”: nella prima i sensi tendono a soffermarsi alla superficie delle cose, alla loro mera apparenza senza quindi approfondire, mentre nella seconda la conoscenza intellettuale va a cogliere l’essere vero del mondo (atomi, vuoto e movimento).
Continuità tra sensibilità e intelletto
Ma a differenza di Parmenide, la sensibilità e l’intelletto, l’esperienza e la ragione appaiono in questa visione in un rapporto di reciproca continuità ed implicanza, la conoscenza infatti per Democrito e di conseguenza tutti gli atomisti:
- Parte sempre dalla constatazione delle cose attraverso i sensi che vengono messi in campo
- Si sviluppa attraverso un’autonoma elaborazione di tipo intellettuale e logico
- Perviene ad una teoria che spiega ciò che i sensi si limitano a mostrare
Collaborazione tra sensi e pensiero
Nei greci la ricerca razionale appariva sicuramente come più importante rispetto invece alla sperimentazione e infatti le nozioni galileiane non erano ancora nate quando Democrito comincia a mostrare una stretta collaborazione tra sensi e pensiero, sottolineata della testimonianza del senso empirico. Gli atomisti, partendo da dati visibili della percezione, si sviluppano vero i dati invisibili dell’intelletto, il quale dà ragione a ciò che i sensi si limitano a mostrare.