Concetti Chiave
- La conoscenza secondo Aristotele unifica la percezione sensibile e la ragione in un unico processo, superando il dualismo platonico.
- Aristotele sostiene che la conoscenza razionale dipende dalla percezione sensibile, poiché senza sensazioni non c'è apprendimento né comprensione.
- La percezione sensibile si basa sulla transizione da potenza ad atto, dove il senso viene stimolato dall'oggetto percepito.
- La forma sensibile di un oggetto è ciò che viene percepito, come l'immagine riflessa da uno specchio.
- L'oggetto sensibile si realizza pienamente solo quando è percepito, altrimenti rimane sensibile solo in potenza.
Indice
Superamento del dualismo platonico
La dottrina aristotelica della conoscenza mira a superare il rigido dualismo istituito da Platone tra conoscenza sensibile e conoscenza razionale. Mentre Platone concepisce sensibilità e ragione come sfere dell'esperienza umana irriducibili l'una all'altra, relative a oggetti ontologicamente diversi (mondo sensibile e mondo intelligibile), Aristotele tende a ricomporre i due tipi di conoscenza in un processo unico e relativo a oggetti appartenenti a un medesimo piano del reale, che è quello del mondo in cui si svolge la nostra vita.
Processo unico di conoscenza
Questo processo, che prende avvio dalla percezione sensibile e su di essa si basa, si compie nella ragione e nella conoscenza razionale. Per Aristotele, infatti, «se non si percepisse nulla coi sensi, non si apprenderebbe, né si comprenderebbe nulla» neppure con la ragione. La sensazione (disthesis) è spiegata da Aristotele utilizzando le nozioni di potenza e atto ossia come il passaggio di un senso, per esempio la vista, dalla potenza, la mera possibilità di vedere, all'atto, cioè l'attuale percezione visiva di un oggetto, in concomitanza dello stimolo esercitato sul senso dall'oggetto. Ciò che il senso percepisce dell'oggetto è quella che Aristotele chiama forma sensibile, corrispondente alla sua immagine sensibile (aspetto, colore ecc).
Percezione e attuazione sensibile
In altre parole, per Aristotele nella percezione accade che l'immagine dell'oggetto venga riflessa, come da uno specchio, dal senso, che in questo modo si attua (come l'atto dello specchio sta nel riflettere, così quello dell'organo di senso sta nel percepire). Anche l'oggetto sensibile si attua come tale solo in quanto viene percepito, essendo altrimenti sensibile solo in potenza: al buio, o quando è fuori dalla portata dello sguardo, un oggetto è infatti visibile solo potenzialmente e si attua come oggetto visibile solo quando è effettivamente visto e percepito da qualcuno.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo della dottrina aristotelica della conoscenza rispetto al dualismo platonico?
- Come si compie il processo di conoscenza secondo Aristotele?
- In che modo Aristotele spiega la percezione sensibile?
La dottrina aristotelica della conoscenza mira a superare il dualismo platonico tra conoscenza sensibile e razionale, unificando i due tipi di conoscenza in un processo unico relativo a oggetti del mondo reale.
Il processo di conoscenza inizia con la percezione sensibile e si completa nella ragione e nella conoscenza razionale, basandosi sull'idea che senza percezione sensibile non si potrebbe apprendere o comprendere nulla.
Aristotele spiega la percezione sensibile come il passaggio dalla potenza all'atto, dove un senso, come la vista, passa dalla possibilità di vedere all'effettiva percezione visiva di un oggetto, stimolato dall'oggetto stesso.