Daniele
Genius
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Concetti Chiave

  • Aristotele sostiene che la schiavitù è naturale, con alcuni individui destinati a servire poiché la loro natura li rende adatti a questo ruolo.
  • La classificazione aristotelica distingue tra dei, uomini liberi, donne, schiavi e animali, ponendo gli uomini liberi al vertice della gerarchia sociale.
  • Gli uomini liberi sono visti come naturalmente adatti a comandare grazie alla loro capacità di ragionare, mentre gli schiavi sono descritti come strumenti animati, privi di ragione autonoma.
  • Aristotele utilizza binomi come "comandare-essere comandato" e "anima-corpo" per giustificare la sottomissione degli schiavi, considerandola parte dell'ordine naturale.
  • La capacità deliberativa è ciò che distingue gli uomini liberi dagli schiavi, con quest'ultimi in grado di apprendere la ragione senza però possederla pienamente.

Indice

  1. La visione di Aristotele sulla schiavitù
  2. La gerarchia sociale secondo Aristotele
  3. Il ruolo dello schiavo nella società

La visione di Aristotele sulla schiavitù

Aristotele cerca di dimostrare che le sue tesi riguardanti l' importanza della schiavitù sono vere e perciò dice che - per natura - alcuni individui sono liberi e alcuni no.

Spiega questo suo pensiero servendosi di una tesi scientifica, infatti spiega che lo schiavo per natura è destinato al lavoro che più gli si addice (appunto servire il proprio padrone) e nessuno meglio di lui potrebbe superarlo in questa attività.

Chiama lo schiavo ad "oggetto di proprietà animato" che è superiore solo agli oggetti inanimati e agli animali(mezzi di produzione) ed è indispensabile per l'intera organizzazione sociale perché è l'unico in grado di sfruttare appunto gli oggetti di produzione.

Lo schiavo ha per natura quelle capacità che servono a controllare le cose inanimate e gli animali mettendole così al servizio del padrone.

È indispensabile anche perché la sua funzione si riduce all' utilizzo delle forze fisiche, la natura infatti lo ha privato della ragione che può solo apprendere.

Aristotele ha un parere molto preciso riguardo alla schiavitù infatti sostiene, forse influenzato dal parere di quel tempo che vedeva lo schiavo come un oggetto indispensabile per la vita quotidiana, non solo che la sottomissione di alcuni sia una cosa del tutto naturale ma dice anche che il sottomesso deve riconoscere la propria natura ed accettarla.

La gerarchia sociale secondo Aristotele

Aristotele divide la società secondo una classificazione dettata dalla natura: al vertice pone gli Dei anche se questi non sono del tutto attivi e presenti nella società e, alla base pone gli animali poiché sono privi di ragione.

Si può quindi sostenere che il gradino primario di questa scala gerarchica sia occupato dagli uomini liberi perché solo essi grazie all'uso della ragione possono governare e regolare la vita nella Polis.

L'uomo libero viene posto ai massimi vertici non per una decisione soggettiva ma per rispettare un preciso disegno della natura che regola la divisione della società,infatti Aristotele dice: "L'essere che può prevedere con l'intelligenza è capo per natura, è padrone per natura, mentre quello che può faticare col corpo, è soggetto e quindi per natura schiavo" perciò il libero è per nascita atto a comandare.

L'autorità è dell'uomo libero perché l'anima domina il corpo con l'autorità del padrone, l'intelligenza domina il desiderio con l'autorità dell'uomo di stato o del re.

Il ruolo dello schiavo nella società

Aristotele pone una netta differenza tra gli schiavi e i liberi, infatti spiega e più volte ribadisce che per natura i primi hanno un corpo robusto mentre per i liberi il corpo è inutile per attività pesanti ma adatto alla vita politica.

Lo schiavo o l'oggetto animato è importante perché un individuo, oggetto o animale è quello che è poiché così la natura ha deciso, infatti non c'è nessuno che può compiere il lavoro di uno schiavo meglio di uno schiavo stesso.

Aristotele spiega anche quale sia la sottile differenza fra uno schiavo e un animale, il primo possiede una minima parte della capacità deliberativa a differenza degli animali, inoltre lo schiavo non è soggetto a impressioni come gli animali ma può apprendere la ragione anche se non può possederla. analisi dei principi del filosofo AristoteleAristotele pone ancora in subordinazione dell'uomo la donna e i figli, anche se in modo diverso fra loro e in una posizione superiore a quella degli schiavi, la donna possiede la capacità deliberativa in modo ridotto, ma è importante perché migliore nei lavori domestici.

Invece il figlio è in potenza il futuro uomo maturo e quindi capo perché possiede tutta la capacità deliberativa ma non l'ha ancora del tutto sviluppata.

Polis - Apolis: Lo stato ("polis")esiste per natura ed è il fine delle comunità di uomini che essendo socievoli, sentono il bisogno di aggregarsi e per questo di darsi delle regole e delle leggi.

Sono invece esclusi dalla polis tutti coloro che sono superiori e autosufficienti (Dei) o coloro che sono abbietti, oppure come gli animali non essendo dotati di ragione non sentono il bisogno di creare comunità.

Comandare - Essere comandato: Tutto il sistema è regolato perché c'è qualcuno che di natura comanda e di conseguenza c'è qualcuno da comandare che accetta la sua situazione di subalternità, Aristotele sostiene che: "il comando migliore è sempre quello che si esercita sui migliori comandati". Può comandare solo chi è capace di ragionare e decidere.

Superiore - Inferiore: Per le stesse ragioni in cui uno comanda e l'altro è comandato, si può creare una distinzione fra esseri, che sempre per natura sono superiori ("chi comanda" in quanto possiedono una maggiore capacità deliberativa), e esseri inferiori("chi è comandato" in quanto possiedono una minore o quasi nulla capacità deliberativa).

Anima - Corpo: Il corpo è soggetto all'anima ed è giusto che sia così; visto che si può paragonare il corpo allo schiavo e l'anima o ragione al padrone si può concludere che è giusto che lo schiavo sia soggetto al padrone. Si può concludere anche che lo schiavo, che è privo di una ragione propria, non può soddisfare i propri desideri e deve quindi esaudire quelli del padrone.

Possesso del logos - Apprensione del logos: Secondo Aristotele solo l'uomo libero, dato che possiede il logos (ragione) può comandare. La donna, il ragazzo, lo schiavo sono invece soggetti al volere dell'uomo libero perché non posseggono la ragione alla pari di quest'ultimo. Lo schiavo, per esempio, può apprendere la ragione ma non potendo possederla non può prendere delle decisioni.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Aristotele sulla schiavitù e la sua necessità storica?
  2. Aristotele sostiene che la schiavitù è una necessità storica e naturale, affermando che alcuni individui sono per natura destinati a essere schiavi, poiché sono più adatti al lavoro fisico e al servizio del padrone.

  3. Come Aristotele classifica gli esseri nella società?
  4. Aristotele classifica gli esseri in una gerarchia naturale: al vertice ci sono gli Dei, seguiti dagli uomini liberi, poi le donne e i figli, e infine gli schiavi e gli animali, con gli uomini liberi destinati a comandare grazie alla loro capacità di ragionare.

  5. Qual è la differenza tra uomini liberi e schiavi secondo Aristotele?
  6. Gli uomini liberi possiedono la ragione e sono destinati a comandare, mentre gli schiavi, privi di ragione propria, sono destinati a servire e a utilizzare le loro capacità fisiche per il bene del padrone.

  7. Come Aristotele giustifica la subordinazione della donna e dei figli?
  8. Aristotele sostiene che le donne hanno una capacità deliberativa ridotta e sono migliori nei lavori domestici, mentre i figli, pur avendo la capacità deliberativa in potenza, non l'hanno ancora sviluppata completamente, giustificando così la loro subordinazione.

  9. Quali binomi utilizza Aristotele per spiegare la posizione dell'uomo libero e dello schiavo?
  10. Aristotele utilizza i binomi polis-apolis, comandare-essere comandato, superiore-inferiore, anima-corpo, e possesso del logos-apprensione del logos per spiegare la posizione dell'uomo libero, che comanda grazie alla ragione, e dello schiavo, che serve per natura.

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