Concetti Chiave
- Per Aristotele, la polis è l'attuazione della naturale tendenza dell'uomo a organizzarsi in comunità, non un prodotto di un contratto sociale.
- L'uomo è per natura un animale politico e sociale, vivendo inizialmente in famiglie e poi in città, dove può soddisfare i suoi bisogni materiali e spirituali.
- All'interno della famiglia si stabiliscono relazioni naturali di dipendenza, con l'uomo al comando su donna, figli e schiavi, considerata una condizione naturale.
- La città è il nucleo statale più naturale, permettendo di realizzare pienamente le capacità umane e garantendo protezione e proprietà terriera ai cittadini.
- Aristotele riserva la vita politica agli abbienti, escludendo chi si dedica ad attività manuali, sostenendo che lo Stato è già potenzialmente presente nell'uomo.
Indice
La natura politica dell'uomo
Relazioni di dipendenza naturali
Proprio all’interno della famiglia, dove coesistono un uomo, una donna, i figli e gli schiavi, si instaurano relazioni di dipendenza naturali. Perciò l’uomo esercita il comando sulla donna, che pur essendo dotata della facoltà deliberativa, manca di autorità, lo stesso padre esercita la potestà sui figli che quando sono maschi sono destinati a succedergli, ma anche sugli schiavi, privi della facoltà deliberativa, che quindi hanno interesse ad essere comandati da chi la possiede ed è giusto che siano guidati da un padrone. Per Aristotele perciò la schiavitù è una cosa naturale finchè non si tratta di schiavi greci, per i quali diventerebbe un avvenimento a causa di fatti non naturali. Ma il nucleo statale più naturale è considerato la città, poiché grazie alle dimensioni consente di realizzare i bisogni materiali e spirituali dell’uomo. Lo Stato, in quanto attuazione di qualcosa già presente nella famiglia, è il punto di arrivo della potenzialità umana di animale sociale e politico.
Il ruolo della città e dello Stato
Perciò la città consente all’uomo un’attuazione piena delle proprie capacità. La città è abbastanza forte da contrastare le minacce e i tentativi di invasione di città vicine ed ha abbastanza territorio da concedere a tutti i cittadini la proprietà di terre da farsi coltivare dagli schiavi grazie ai quali ogni cittadino può mantenersi e non deve dedicarsi alle attività manuali, bensì a quelle dianoetiche. Perciò Aristotele consente la vita politica solo a questo ceto di abbienti e lo nega a coloro che devono praticare attività manuali. In definitiva lo Stato è già potenzialmente nell’uomo come la quercia che è già in potenza nel seme.
Domande da interrogazione
- Qual è la concezione di Aristotele sulla natura della polis?
- Come si sviluppa l'organizzazione sociale secondo Aristotele?
- Qual è il ruolo della città nella vita dell'uomo secondo Aristotele?
Per Aristotele, la polis è l'attualizzazione di ciò che è già in potenza in ogni uomo, non il risultato di un contratto, ma l'organizzazione che soddisfa i bisogni materiali e spirituali dell'uomo.
L'organizzazione sociale si sviluppa partendo dalla famiglia, passando per i villaggi, fino a raggiungere le città, con relazioni di dipendenza naturali tra uomo, donna, figli e schiavi.
La città consente all'uomo di realizzare pienamente le proprie capacità, offrendo sicurezza e risorse, e permettendo ai cittadini di dedicarsi ad attività dianoetiche, riservando la vita politica ai ceti abbienti.