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Concetti Chiave

  • La struttura di Cosa Nostra è gerarchica e verticistica, con un nucleo centrale composto da uomini d'onore e avvicinati, coordinati da una commissione provinciale.
  • Il processo di arruolamento degli uomini d'onore richiede coraggio, una famiglia trasparente e nessun legame con le forze dell'ordine, culminando in un giuramento segreto.
  • Gli uomini d'onore devono mantenere riservatezza assoluta riguardo alle attività di Cosa Nostra e sono soggetti a sanzioni severe per la violazione del codice di silenzio.
  • In caso di arresto, gli uomini d'onore ricevono supporto dalla famiglia mafiosa, e il capofamiglia detenuto viene temporaneamente sostituito dal vice.
  • La detenzione non spezza i legami con Cosa Nostra, che mantiene la solidarietà tra i membri, anche se alcuni princìpi tradizionali sembrano degenerare.

In questo appunto di educazione civica si approfondiscono le caratteristiche principali dell’organizzazione mafiosa siciliana Cosa Nostra. Cosa Nostra: caratteristiche principali articolo

Indice

  1. La struttura di Cosa Nostra
  2. Arruolamento degli uomini d’onore
  3. In caso di arresto e detenzione

La struttura di Cosa Nostra

Tommaso Buscetta, membro di Cosa Nostra, dopo l’arresto decide di collaborare con la giustizia. Raccontò la struttura e i livelli gerarchici di Cosa Nostra svelandone i retroscena, i delitti, le motivazioni e la configurazione.

Per quanto riguarda la struttura, sappiamo dalle sue parole che questa è unitaria e verticistica. È costituita da un nucleo centrale, la struttura organica e militare, a sua volta costituito dagli uomini d’onore riservati (sconosciuti a tutti se non al capo famiglia e iniziati in modo particolare perché garantisco contatto con l’esterno e con il resto della società) e gli avvicinati (anche se non fanno parte dell’organizzazione servono al capo famiglia per ordinare atti delittuosi), al cui interno ci sono gli affiliati. Il livello successivo è quello della famiglia di sangue. Mentre il terzo livello è quello della criminalità comune che non fa parte dell’organizzazione ma è comunque utile in quanto viene utilizzata per poter meglio gestire il rapporto con la polizia - così che si concentrino su di loro - ma serve anche in caso di vedetta. Il livello ancora superiore è costituito da tutte quelle persone che fanno parte della società – i comuni cittadini - che aiutano il sistema complessivo di Cosa Nostra. All’interno della famiglia c’è un’altra struttura, ossia la decina, comandata da un capo decina che ha contatti con il capo famiglia. Tre o più famiglie vengono rappresentate da un capo mandamento che porta i vari problemi nella commissione, ossia l’organo di vertice e di coordinamento di Cosa Nostra. Una commissione per ciascuna provincia, tranne per quelle province che non avevano mai manifestato famiglie autoctone di cosa nostra e che erano quindi sorvegliate dalle famiglie delle province attigue. La famiglia ha sia funzione di mantenere buoni i rapporti sia funzione esecutiva. Secondo le parole di Buscetta, i Corleonesi (Reina e Provenzano) condizionavano sempre di più l’operato della commissione e iniziavano a mettere in difficoltà le altre famiglie, indebolendo pian piano il loro potere e raccogliendo nell’ambito dell’organizzazione informazioni circa le diverse famiglie grazie a uomini di fiducia. Reina sapeva che alcuni capi famiglia stavano cercando di ucciderlo stanchi di subire azioni delittuose senza poter conoscere il vero autore e poterne chiedere la testa: fu così che ebbe inizio la Seconda Guerra di mafia, una scientifica eliminazione dei nemici appartenenti alle famiglie palermitane. Morti così tanti uomini d’onore si venne a creare una nuova commissione con Reina al vertice. Egli giustificava il suo operato portando le prove dell’intenzione di ucciderlo. Con lui cambiò anche l’obiettivo di Cosa Nostra: ne faceva parte solo chi era gradito a Reina e non poteva che obbedirgli (al vertice non ci sono più quelli che mediano fra le famiglie ma decide lui e basta).

Per ulteriori approfondimenti sulla mafia vedi qui

Arruolamento degli uomini d’onore

Non meno minuziose sono le regole che disciplinano l'arruolamento degli uomini d'onore ed i loro doveri di comportamento. I requisiti richiesti per l'arruolamento sono:

  • salde doti di coraggio e di spietatezza;
  • una situazione familiare trasparente;
  • assoluta mancanza di vincoli di parentela con gli "sbirri".

La prova di coraggio ovviamente non è richiesta per quei personaggi che rappresentano la "faccia pulita" della mafia e cioè professionisti, pubblici amministratori, imprenditori che non vengono impiegati generalmente in azioni criminali ma prestano utilissima opera di fiancheggiamento e di copertura in attività apparentemente lecite. Il soggetto in possesso di questi requisiti invece viene cautamente avvicinato per sondare la sua disponibilità a far parte di un'associazione avente lo scopo di proteggere i deboli ed eliminare le soverchierie. Ottenutone l'assenso, il neofita viene condotto in un luogo defilato dove, alla presenza di almeno tre uomini della famiglia di cui andrà a far parte, si svolge la cerimonia del giuramento di fedeltà a Cosa Nostra. Egli prende fra le mani un'immagine sacra, la imbratta con il sangue sgorgato da un dito che gli viene punto, quindi le dà fuoco e la palleggia fra le mani fino al totale spegnimento della stessa, ripetendo la formula del giuramento che si conclude con la frase: "le mie carni debbono bruciare come questa santina se non manterrò fede al giuramento". Lo status di uomo d'onore, una volta acquisito, cessa soltanto con la morte. Il mafioso, quali che possano essere le vicende della sua vita, e dovunque risieda in Italia o all'estero, rimane sempre tale. L'uomo d'onore, dopo aver prestato giuramento, comincia a conoscere i segreti di Cosa Nostra e ad entrare in contatto con gli altri associati. Era prassi, secondo le parole di Buscetta che, prima che un nuovo adepto prestasse giuramento, se ne informassero i capi famiglia, anche per accertare eventuali motivi ostativi al suo ingresso in Cosa Nostra. In ogni caso, le conoscenze del singolo uomo d'onore sui fatti di Cosa Nostra dipendono essenzialmente dal grado che lo stesso riveste nell'organizzazione. Ogni uomo d'onore è tenuto a rispettare la consegna del silenzio: non può svelare ad estranei la sua appartenenza alla mafia, né, tanto meno, i segreti di Cosa Nostra. All'interno dell'organizzazione, poi, la loquacità non è apprezzata: la circolazione delle notizie è ridotta al minimo indispensabile e l'uomo d'onore deve astenersi dal fare troppe domande, perché ciò è segno di disdicevole curiosità ed induce in sospetto l'interlocutore. Quando gli uomini d'onore parlano tra loro, però, di fatti attinenti a Cosa Nostra, hanno l'obbligo assoluto di dire la verità. Chi non dice la verità subisce severe sanzioni che vanno dall’espulsione (in tal caso si dice che l'uomo d'onore è posato) alla morte. Anche la "presentazione" di un uomo d'onore è puntualmente regolamentata dal codice di Cosa Nostra allo scopo di evitare che nei contatti fra i membri dell'organizzazione si possano inserire estranei. È escluso, infatti, che un uomo d'onore si possa presentare da solo, come tale, ad un altro membro di Cosa Nostra, poiché, in tal modo, nessuno dei due avrebbe la sicurezza di parlare effettivamente con un uomo d'onore. Occorre, invece, l'intervento di un terzo membro dell'organizzazione che li conosca entrambi come uomini d'onore e che li presenti tra loro in termini che diano l'assoluta certezza ad entrambi dell'appartenenza a Cosa Nostra dell'interlocutore. L'altra regola fondamentale di Cosa Nostra è quella che sancisce il divieto per l'uomo di trasmigrare da una famiglia all'altra.

Per ulteriori approfondimenti sulle origini della mafia vedi qui

Cosa Nostra: caratteristiche principali articolo

In caso di arresto e detenzione

L'arresto e la detenzione non solo non spezzano i vincoli con Cosa Nostra ma, anzi, attivano quell'indiscussa solidarietà che lega gli appartenenti alla mafia: infatti gli uomini d'onore in condizioni finanziarie disagiate ed i loro familiari vengono aiutati e sostenuti, durante la detenzione, dalla famiglia di appartenenza. E spesso non si tratta di aiuto finanziario di poco conto, se si considera che, come è noto, l'uomo d'onore rifiuta il vitto del governo e, cioè, il cibo fornito dall'amministrazione carceraria, per quel senso di distacco e di disprezzo generalizzato che la mafia nutre verso lo Stato. Unica conseguenza della detenzione, qualora a patirla sia un capofamiglia, è che questi, per tutta la durata della carcerazione, viene sostituito dal suo vice in tutte le decisioni, dato che, per la sua situazione contingente, non può essere in possesso di tutti gli elementi necessari per valutare adeguatamente una determinata situazione e prendere, quindi, una decisione ponderata. Il capo, comunque, continuando a mantenere i suoi collegamenti col mondo esterno, è sempre in grado di far sapere al suo vice il proprio punto di vista, che però non è vincolante, e, cessata la detenzione, ha il diritto di pretendere che il suo vice gli renda conto delle decisioni adottate. Durante la detenzione è buona norma, anche se non assoluta, che l'uomo d'onore raggiunto da gravi elementi di reità non simuli la pazzia nel tentativo di sfuggire ad una condanna: un siffatto atteggiamento è indicativo della incapacità di assumersi le proprie responsabilità. Adesso, però, sembra che questa regola non sia più seguita, e, comunque, che non venga in qualche modo sanzionata, ove si consideri che sono numerosi gli esempi di detenuti sicuramente uomini d'onore, che hanno simulato la pazzia. Tutto ciò, a parere di Buscetta, è un ulteriore sintomo della degenerazione degli antichi princìpi di Cosa Nostra.

Per ulteriori approfondimenti su Cosa Nostra vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è la struttura gerarchica di Cosa Nostra secondo Tommaso Buscetta?
  2. La struttura di Cosa Nostra è unitaria e verticistica, con un nucleo centrale composto da uomini d'onore riservati e avvicinati, seguiti da affiliati, famiglie di sangue, criminalità comune e comuni cittadini che supportano il sistema. La commissione è l'organo di vertice e coordinamento.

  3. Quali sono i requisiti per l'arruolamento degli uomini d'onore in Cosa Nostra?
  4. I requisiti includono coraggio, spietatezza, una situazione familiare trasparente e l'assenza di legami con le forze dell'ordine. La prova di coraggio non è richiesta per i membri che rappresentano la "faccia pulita" della mafia.

  5. Come avviene la cerimonia di giuramento per diventare un uomo d'onore?
  6. La cerimonia si svolge in un luogo defilato, alla presenza di almeno tre uomini della famiglia. Il neofita giura fedeltà a Cosa Nostra imbrattando un'immagine sacra con il proprio sangue, bruciandola e ripetendo una formula di giuramento.

  7. Cosa accade in caso di arresto e detenzione di un uomo d'onore?
  8. L'arresto non spezza i legami con Cosa Nostra. Gli uomini d'onore e le loro famiglie ricevono supporto finanziario. Se un capofamiglia è detenuto, viene sostituito dal suo vice, ma mantiene i collegamenti esterni.

  9. Quali sono le conseguenze per un uomo d'onore che non rispetta le regole di Cosa Nostra?
  10. Le conseguenze includono sanzioni severe come l'espulsione o la morte. La loquacità non è apprezzata e la verità è obbligatoria nei discorsi tra uomini d'onore. La presentazione tra membri è regolamentata per evitare infiltrazioni.

Domande e risposte