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Origini e aspetti della mafia Pag. 1
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Sintesi
Il termine mafia ha origini antiche, possiamo farlo risalire dal arabo ‘’mahyas’’ ovvero sopruso, oppure secondo una tesi avanzata in periodo fascista deriverebbe da un certo Turiddu Mafia di Alcamo. La mafia nasce in Sicilia come conseguenza della questione meridionale post-unitaria ponendo le sue radici nella struttura socio-economica del latifondo soprattutto nel triangolo Palermo – Trapani – Agrigento. Così il latifondo, fino all’unità d’Italia, rimane alla base di tutta l’economia dell’isola. Questi feudi, proprietà dei nobili vengono gestiti non da loro direttamente, ma suddivisi in grandi tenute assegnate ai gabellotti i quali le subaffittano ai contadini. Essi decidevano chi e per quanto tempo avrebbero lavorato. La frustrazione e l’esasperazione dello sfruttamento porta come reazione l’ insorgere di alcuni contadini e degli stessi figli, i quali per sfuggire alla leva obbligatoria presero le armi. Questo fenomeno è noto come brigantaggio. Da questo momento in poi notiamo come la politica si associ alle associazioni mafiose per acquisire più consensi e mantenere il proprio potere. Nel 1860 molti gruppi mafiosi appoggiano Garibaldi nella guerriglia contro i Borboni credendo di poter acquisire ulteriori vantaggi dopo aver raggiunto l’autonomia della regione Sicilia. I briganti iniziano una guerra contro l’esercito italiano, rifugiandosi sulle montagne nei periodi di crisi e occupando città e paesi quando è possibile. Successivamente, il parlamento promuove un’inchiesta per scoprire le cause profonde del brigantaggio.
Estratto del documento

NOTE SULLE ORIGINI E SU TALUNI ASPETTI DELLA CRIMINALITA’ MAFIOSA

Il termine mafia ha origini antiche, possiamo farlo risalire dal arabo

‘’mahyas’’ ovvero sopruso, oppure secondo una tesi avanzata in periodo

fascista deriverebbe da un certo Turiddu Mafia di Alcamo. La mafia nasce

in Sicilia come conseguenza della questione meridionale post-unitaria

ponendo le sue radici nella struttura socio-economica del latifondo

soprattutto nel triangolo Palermo – Trapani – Agrigento. Così il latifondo,

fino all’unità d’Italia, rimane alla base di tutta l’economia dell’isola. Questi

feudi, proprietà dei nobili vengono gestiti non da loro direttamente, ma

suddivisi in grandi tenute assegnate ai gabellotti i quali le subaffittano ai

contadini. Essi decidevano chi e per quanto tempo avrebbero lavorato. La

frustrazione e l’esasperazione dello sfruttamento porta come reazione l’

insorgere di alcuni contadini e degli stessi figli, i quali per sfuggire alla

leva obbligatoria presero le armi. Questo fenomeno è noto come

brigantaggio. Da questo momento in poi notiamo come la politica si

associ alle associazioni mafiose per acquisire più consensi e mantenere il

proprio potere. Nel 1860 molti gruppi mafiosi appoggiano Garibaldi nella

guerriglia contro i Borboni credendo di poter acquisire ulteriori vantaggi

dopo aver raggiunto l’autonomia della regione Sicilia. I briganti iniziano

una guerra contro l’esercito italiano, rifugiandosi sulle montagne nei

periodi di crisi e occupando città e paesi quando è possibile.

Successivamente, il parlamento promuove un’inchiesta per scoprire le

cause profonde del brigantaggio. Ma questi documenti vengono archiviati

e coperti dal segreto di Stato. Nell’agosto del 1863 si arriva al culmine

della repressione con la legge Pica in cui si concede il libero arbitrio alle

autorità nell’infliggere le pene. Alla fine del 1865 il brigantaggio è quasi

del tutto sconfitto, anche se in realtà continua a esistere ma con legami di

massa. Per affrontare la questione meridionale taluni si affidano al “mito

del buon governo” cioè la fiducia nelle riforme dello Stato liberale, altri di

orientamento democratico e socialista concentrano l’attenzione sulle vere

cause del problema, per la cui soluzione ritiene opportuna un’alleanza tra

gli operai del Nord e i contadini del Sud, quindi l’ascesa della classe

contadina meridionale. Poi la mafia inizia a dare un sostegno ai candidati

alle elezioni che in cambio dovevano garantirle la possibilità di controllare

determinate zone siciliane. Dopo il 1876 il potere della mafia si allarga,

perché i deputati siciliani, eletti dai mafiosi, sono determinanti per la

costituzione del governo De Pretis. Inoltre i gabellotti hanno cambiato il

loro rango sociale, dato che le nuove generazioni iniziano ad essere alti

funzionari, medici, avvocati e grandi esponenti del clero. Ma anche se la

mafia ha aumentato le proprie ricchezze, ha ancora bisogno dell’appoggio

di nobili e di persone incensurate che si occupino dei rapporti con le

istituzioni politiche e religiose. Molti sono i tentativi di onesti funzionari di

far luce sulle oscure vicende delle organizzazioni mafiose ma ogni volta

questi vengono sollevati dalle loro indagini o il caso è chiuso per

insufficienza di prove. Tutti quelli che tradiscono l’organizzazione vengono

uccisi in maniera brutale, così dal 1901 al 1905 numerosi sono i casi di

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