Concetti Chiave
- Il commercio internazionale coinvolge famiglie, imprese e Stati, basandosi su scambi di beni e servizi tra Paesi diversi e risale al periodo della Rivoluzione industriale.
- Il mercantilismo, diffuso tra il XV e XVI secolo, promuoveva politiche protezionistiche per rafforzare lo Stato, mentre Adam Smith e David Ricardo favorivano il libero scambio e la specializzazione produttiva.
- La teoria del ciclo del prodotto descrive le fasi di sviluppo di un prodotto, dal lancio alla maturità, influenzando il vantaggio competitivo degli Stati nel commercio internazionale.
- Le banche giocano un ruolo cruciale nel commercio internazionale, facilitando le transazioni tra parti distanti tramite strumenti come il credito documentario, che riduce i rischi di inadempimento.
- La Bilancia dei pagamenti registra le transazioni economiche tra Stati, con deficit o surplus che possono influenzare la stabilità economica nazionale e richiedere interventi politici per bilanciare le riserve di valuta estera.
Indice
- Gli scambi con l'estero
- I rapporti economici internazionali
- I soggetti economici del commercio internazionale
- Le origini storiche dell'attività commerciale
- L’espansione dei commerci
- Le teorie sul commercio internazionale
- L'analisi di Hume
- Il pensiero di Smith
- Ricardo e l'analisi dei costi comparati
- La teoria di Heckscher e di Ohlin
- La teoria del ciclo del prodotto
- Libero scambio e protezionismo
- Il principio del libero scambio
- Gli strumenti del protezionismo
- Il ruolo delle banche nel commercio internazionale
- La funzione di intermediazione delle banche
- I principali rischi nel commercio internazionale
- La Bilancia dei pagamenti
- La bilancia commerciale
- Il sistema di registrazione contabile
- Il saldo globale
- Gli svantaggi del disavanzo
- Gli svantaggi dell'avanzo
- La Bilancia dei pagamenti nell'Unione Europea
- L'Unione europea e il commercio internazionale
Gli scambi con l'estero
I rapporti economici internazionali
I soggetti economici del commercio internazionale
• I soggetti coinvolti nel sistema economico sono le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo.
• Da molto tempo le economie non vivono più chiuse in se stesse, ma sono aperte agli scambi con altre economie, a livello non solo strettamente commerciale, ma anche culturale.
Il commercio internazionale è il complesso di tutti gli scambi di beni e di servizi tra soggetti residenti in Stati diversi.
Le origini storiche dell'attività commerciale
Il commercio ebbe inizio nel Mediterraneo in epoca antica, grazie allo sviluppo della navigazione.
Il "grande" commercio internazionale si realizzò solo tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, in concomitanza con la Rivoluzione industriale.
L'Inghilterra era divenuta protagonista di un vastissimo sistema economico: il sistema di scambi inglesi si basò sul commercio triangolare, che vedeva coinvolte anche l’Africa e l’America.
L’espansione dei commerci
Un forte incremento delle esportazioni britanniche si ebbe grazie alla rivoluzione del cotone, la cui produzione si espanse a tal punto che l’industria tessile realizzò una quota superiore al 40% del totale delle esportazioni britanniche.
L’espansione dei commerci fu successivamente favorita dalla nascita della ferrovia che agevolò i trasporti di fondamentale importanza per il commercio internazionale.
I movimenti internazionali ai giorni nostri
• Merci: importazioni ed esportazioni
• Servizi: ad esempio i trasporti
• Capitali: investimenti fatti all’estero
• Persone: turismo ed emigrazione
Le teorie sul commercio internazionale
Il mercantilismo e gli strumenti per rendere forte lo Stato
Durante il XV e il XVI secolo si diffuse il mercantilismo, che si sostanziava in una serie di teorie orientate a rendere potente ed economicamente florido lo Stato.
• I mercantilisti sostenevano la necessità dell’incremento demografico, in modo da avere più braccia a disposizione del sistema produttivo e più uomini per rafforzare l’esercito.
• I mercantilisti erano nettamente favorevoli all'allargamento dei traffici commerciali, da ottenere con il coinvolgimento delle colonie e con lo sfruttamento dei metalli preziosi presenti nei territori conquistati, e all'adozione di politiche protezionistiche, volte ad “avvantaggiare" le merci prodotte all'interno dello Stato rispetto a quelle provenienti dall'estero.
L'analisi di Hume
“Teoria quantitativa della moneta”: David Hume contestò la tesi mercantilista, sostenendo che, continuando a esportare in quantità superiore alle importazioni, si sarebbe determinata una svalutazione del valore della moneta.
Il pensiero di Smith
Adam Smith difendeva il libero scambio e sosteneva l'applicazione del principio della specializzazione al commercio internazionale: ogni Stato doveva specializzarsi nella produzione dei beni dei servizi “più naturali" in quel territorio, ricorrendo all'importazione dei beni che poteva essere in grado di produrre ma solo a costi elevati.
Ricardo e l'analisi dei costi comparati
David Ricardo fu sostenitore della “teoria dei costi comparati”.
Il pensiero ricardiano si concentrò sull’analisi dei costi comparati, arrivando ad affermare che, se anche uno Stato è in grado di produrre più beni o servizi a costi assoluti inferiori a quelli di altri Stati, ha comunque la convenienza a specializzarsi nella produzione il cui costo sia comparativamente minore e ad importare le altre produzioni.
• Secondo Ricardo ciascuno Stato è in grado di trarre vantaggio dal commercio internazionale quando il rapporto tra i costi dei prodotti interni è diverso dal rapporto tra i costi degli stessi prodotti all'interno dei Paesi con cui esistono scambi commerciali.
La teoria di Heckscher e di Ohlin
Eli Heckscher e Bertil Ohlin formularono invece una tesi basata sulla convinzione che ogni Stato avesse convenienza a specializzarsi nelle produzioni per le quali esiste, all'interno, abbondanza di fattori produttivi.
La teoria del ciclo del prodotto
La teoria del ciclo del prodotto, attribuita principalmente a Raymond Vernon, partì dal presupposto che il ciclo di vita di un prodotto passa attraverso tre distinte fasi:
1. la fase iniziale, in cui il prodotto nasce in determinate imprese in un certo Stato, viene immesso per la prima volta sul mercato e la sua offerta è limitata;
2. la fase intermedia, nella quale il prodotto comincia a diffondersi e a essere prodotto su vasta scala, e la sua diffusione consente di intraprenderne la produzione anche all'estero;
3. la fase di maturazione, quando la tecnica produttiva ha raggiunto la massima estensione e il prodotto non è più suscettibile di innovazioni.
È evidente, che nella prima fase sarà molto forte il vantaggio economico dello Stato primo produttore, che potrà esportare il prodotto nuovo. Questo vantaggio però diminuirà progressivamente nel tempo in relazione all'aumento della produzione e della diffusione di essa in altri Paesi.
Libero scambio e protezionismo
Il principio del libero scambio
La politica commerciale, cioè l'insieme dei provvedimenti con cui il Governo di uno Stato regola i rapporti commerciali tra il proprio Paese e gli Stati esteri, è normalmente ispirata al principio del libero scambio, che basa sulla piena libertà degli operatori economici di importare di esportare merci.
• Il liberismo comporta l'abolizione delle barriere di natura commerciale e favorisce la conclusione di accordi di cooperazione commerciale tra gli Stati, accordi che hanno come obiettivo la riduzione graduale degli ostacoli alla circolazione internazionale delle merci.
• Gli effetti positivi del libero scambio si traducono sostanzialmente in una maggiore competitività delle imprese, con conseguente riduzione dei prezzi e miglioramento qualitativo dei prodotti.
Il protezionismo è la politica commerciale che nega la piena libertà di importazione e adotta misure volte a ostacolare l'ingresso di merci straniere nel territorio nazionale.
Le principali ragioni che portano all'adozione di misure protezionistiche sono fondamentalmente tre:
1. La tutela dell'indipendenza produttiva nazionale.
2. La difesa delle industrie nazionali dalla concorrenza straniera;
3. Il sostegno alla nascita di industrie considerate essenziali per l'economia nazionale.
Gli strumenti del protezionismo
• Dazi doganali: tributi prelevati sulle merci di importazione, normalmente calcolati con la tecnica ad valorem (consistono, cioè, in una determinata percentuale del valore del bene)
• Contingenti di importazione, che sono limiti quantitativi imposti all'importazione di determinate merci.
• Trasferimenti pubblici alle imprese: possono corrispondere a sussidi monetari o a premi all'esportazione a favore delle imprese nazionali che operano all'estero.
• Barriere fisiche, come i controlli sulle merci eseguiti alle dogane
• Barriere fiscali, come la tassazione dei prodotti commerciati diversa da Stato a Stato
• Barriere tecniche, rappresentate dalle differenze tra le normative nazionali, come le norme sulla produzione industriale.
Il ruolo delle banche nel commercio internazionale
La funzione di intermediazione delle banche
Nel commercio internazionale le parti risiedono in luoghi distanti e hanno spesso difficoltà a concludere affari perché hanno diverse esigenze di salvaguardia.
• A queste difficoltà provvedono gli istituti bancari con la loro opera di intermediazione finanziaria e di supporto alla clientela nelle attività sia di esportazione sia di importazione.
• Il credito documentario corrisponde all'impegno scritto di una banca (emittente), emesso per ordine di un compratore (ordinante) a favore di un venditore (beneficiario), a effettuare un pagamento contro ritiro di determinati documenti.
I principali rischi nel commercio internazionale
Nelle operazioni di commercio internazionale il rischio maggiore cui ogni parte si trova esposta consiste nell'inadempimento contrattuale dell'altra, che può consistere nel mancato pagamento da parte dell'acquirente o nella mancata spedizione della merce.
• Il credito documentario affievolisce questo rischio: chi spedisce può confidare nel fatto che, se rispetterà tutte le condizioni del credito, verrà pagato da una banca; d'altra parte, chi acquista sa che la propria banca pagherà solo in caso di presentazione di documenti conformi.
• Le banche, nell'applicazione di questa tipologia contrattuale, hanno l'obbligo di attenersi alle disposizioni contenute nelle Norme ed usi uniformi e. lativi ai crediti documentari, in vigore dal 2007 su disposizione della Camera di commercio internazionale di Parigi.
La Bilancia dei pagamenti
La bilancia commerciale
Gli scambi commerciali tra gli Stati hanno grande importanza per lo sviluppo economico generale.
• Ogni Paese registra i dati relativi alle importazioni e alle esportazioni in un documento contabile che prende il nome di bilancia commerciale. Essa può trovarsi in attivo, se il valore delle merci esportate supera quello delle merci importate, in passivo (o deficit) se prevale il valore delle importazioni, oppure in pareggio (equivalenza tra importazioni ed esportazioni).
• Tutti i movimenti tra gli Stati vengono raccolti in modo sintetico in un altro documento nazionale, la Bilancia dei pagamenti, ossia il documento contabile in cui viene registrato il valore delle transazioni annuali relative a beni, servizi, titoli e moneta che hanno luogo tra i soggetti residenti in uno Stato e i non residenti. (il criterio cui fa riferimento la contabilità della Bilancia dei pagamenti è quello della residenza, e non quello della cittadinanza).
Il sistema di registrazione contabile
La Bilancia dei pagamenti viene redatta secondo il sistema della partita doppia, che prevede la presenza di due sezioni differenziate: l'attivo, o avere, e il passivo, o dare.
Il saldo globale
La differenza tra il totale delle voci attive e di quelle passive prende il nome di saldo globale.
• il saldo di una voce in attivo, cioè con segno positivo, indica una posizione di credito verso l'estero;
• il saldo in passivo, cioè con segno negativo, corrisponde a una situazione di debito verso l'estero.
—> La condizione ideale della Bilancia dei pagamenti, verso la quale tendono gli interventi di politica economica, è quella di equilibrio o di pareggio.
Gli svantaggi del disavanzo
Una situazione di disavanzo si verifica quando gli introiti di valuta estera sono complessivamente inferiori agli esborsi; una simile condizione determina una diminuzione delle riserve ufficiali di valuta estera nelle casse bancarie, con il rischio di esaurire queste riserve e la conseguente necessità di ricorrere a prestiti internazionali.
Gli svantaggi dell'avanzo
Si ha avanzo della Bilancia dei pagamenti quando gli introiti di valuta estera sono complessivamente superiori agli esborsi: questa condizione, che livello istintivo comunica un'idea di positività, può viceversa comportare una serie di problemi.
• In primo luogo, il surplus di valuta che entra genera rischi di inflazione.
• Infine, questa condizione può danneggiare quei Paesi che hanno la necessità di esportare di più, relegandoli a un tasso di sviluppo inferiore rispetto alle loro potenzialità e generando possibili azioni di ritorsione.
La Bilancia dei pagamenti nell'Unione Europea
Nell'ambito dell’Unione europea e dell´UEM la stabilità della Bilancia dei pagamenti è un obiettivo che viene ricercato sia dai singoli Stati membri sia dal complesso dei Paesi aderenti.
• Per questo motivo è fortemente sentita la necessità disporre di dati statistici sulla Bilancia dei pagamenti aggiornati e rilevati con modalità uniformi a livello comunitario.
• La responsabilità di questa importante funzione è affidata alla Banca centrale europea, che si avvale delle singole banche centrali nazionali per la raccolta dei dati e di Eurostat.
L'Unione europea e il commercio internazionale
L’Unione europea percepisce la necessità di tutelare la corretta concorrenza tra le imprese che operano nel commercio internazionale.
A tal fine:
• Adozione di provvedimenti antidumping verso importazioni effettuate sul mercato comunitario da parte di imprese di Paesi terzi che vendono sul mercato europeo prodotti a prezzi minori rispetto al prezzo applicato nel mercato di origine.
• Introduzione di strumenti di salvaguardia nel caso in cui si prospetti un grave danno alle imprese comunitarie conseguente a distorsioni del mercato, quali, ad esempio, flussi anomali di importazioni.
• Applicazione di misure “antisovvenzione" verso importazioni che beneficiano di aiuti economici concessi alle imprese dai governi del loro Stato.
Oltre alla riduzione delle tariffe sulle esportazioni, la strategia di sviluppo dell'UE si basa sull'assistenza finanziaria e tecnica volta a migliorare le infrastrutture e il sistema produttivo dei Paesi poveri.
Tra i principali strumenti utilizzati rientra il Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG), che si propone di agevolare le esportazioni di quegli Stati, di stimolarne i processi di industrializzazione e di consentirne l'autosufficienza economica.
L’individuazione dei Paesi beneficiari si fonda sull’accertamento di specifici criteri:
• basso reddito pro capite;
• bassi tassi di crescita del reddito nazionale e del reddito pro capite;
• ristretta base industriale;
• ridotta accumulazione di capitale;
• alta percentuale di povertà assoluta;
• basso tenore di vita, come da indicatori ISU circa sanità, mortalità, fame ed educazione.
Domande da interrogazione
- Quali sono i soggetti economici coinvolti nel commercio internazionale?
- Qual è l'importanza storica del commercio nel Mediterraneo?
- Quali sono le principali teorie sul commercio internazionale menzionate nel testo?
- Quali strumenti vengono utilizzati nel protezionismo commerciale?
- Qual è il ruolo della Bilancia dei pagamenti nell'Unione Europea?
I soggetti economici del commercio internazionale includono le famiglie, le imprese, lo Stato e il resto del mondo, con economie aperte agli scambi non solo commerciali ma anche culturali.
Il commercio nel Mediterraneo iniziò in epoca antica grazie alla navigazione, ma il "grande" commercio internazionale si sviluppò tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo con la Rivoluzione industriale e il commercio triangolare inglese.
Le principali teorie includono il mercantilismo, la teoria quantitativa della moneta di Hume, il libero scambio di Smith, la teoria dei costi comparati di Ricardo, la teoria di Heckscher e Ohlin, e la teoria del ciclo del prodotto di Vernon.
Gli strumenti del protezionismo includono dazi doganali, contingenti di importazione, trasferimenti pubblici alle imprese, barriere fisiche, fiscali e tecniche.
Nell'Unione Europea, la Bilancia dei pagamenti è fondamentale per la stabilità economica, con dati raccolti dalla Banca centrale europea e le banche centrali nazionali, per garantire una corretta concorrenza e adottare misure antidumping e antisovvenzione.