Concetti Chiave
- L'attività economica è suddivisa tra famiglie, imprese, Stato e relazioni internazionali. Le famiglie forniscono lavoro in cambio di salari, le imprese producono beni e servizi, lo Stato raccoglie tributi per servizi pubblici, e il "resto del mondo" si riferisce ai flussi economici con l'estero.
- L'economia pubblica è studiata attraverso un patto fiscale tra Stato e cittadini, che pagano tributi per servizi pubblici. Questo sistema comprende soggetti attivi con potere impositivo e soggetti passivi obbligati a contribuire.
- Lo Stato interviene nell'economia per correggere i fallimenti del mercato, promuovere giustizia sociale e ridurre disuguaglianze. L'intervento pubblico è giustificato dall'incapacità del mercato di garantire equità sociale e territoriale.
- I servizi pubblici sono suddivisi in divisibili, indivisibili e parzialmente divisibili, a seconda di come soddisfano i bisogni pubblici e di chi li usufruisce. Questi servizi rispondono ai bisogni collettivi sentiti dalla popolazione.
- La teoria finanziaria pubblica è evoluta con il tempo, influenzata da teorie economiche, politiche e sociologiche. Queste teorie analizzano il funzionamento, l'equilibrio e i cambiamenti necessari per l'attività finanziaria pubblica.
Indice
- Attività degli operatori dell’economica
- Gli elementi costitutivi dell’economia pubblica
- Il ruolo dello Stato nell’economia
- I “valori” nell’economia pubblica
- I bisogni pubblici
- I servizi pubblici
- Le teorie sull’attività finanziaria
- Teoria dello scambio
- Teoria della produzione
- Teoria dell’utilità marginale
- Teoria politica
- Teoria sociologica
- La finanza neutrale
- La finanza della riforma sociale
- La finanza congiunturale
- La finanza funzionale
- Teorie più recenti
- Scuola delle scelte pubbliche
- Nuova macroeconomia classica
- Neoliberismo
- Obiettivi della finanza pubblica
- Cause aumento tendenziale della spesa pubblica
- Nascita, sviluppo e crisi dello Stato sociale
- La finanza della sicurezza sociale
- Il finanziamento della sicurezza sociale
- Gli enti previdenziali italiani
- Il sistema pensionistico italiano
- Gli assegni familiari e il trattamento di disoccupazione
- Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
- Il Servizio sanitario nazionale
- Le spese pubbliche
- Classificazione delle spese pubbliche
- Gli effetti economici delle spese redistributive
- La spesa pubblica in Italia
- Il controllo di inefficienza della spesa pubblica
- Classificazione delle entrate pubbliche
- Prezzi privati, prezzi pubblici e prezzi politici
- Prezzi, tasse e contributi
- Le entrate parafiscali
- Le imprese pubbliche
- Classificazione delle imprese pubbliche
- Le aziende autonome dallo Stato e le municipalizzate
- L’imposta e le sue classificazioni
- Imposte dirette e indirette
- Imposte reali e imposte personali
- Imposte progressive, proporzionali e regressive
Attività degli operatori dell’economica
-Famiglie: prestano lavoro alle imprese e allo Stato, in cambio di stipendi e salari e acquistano beni e servizi. Se consumi inferiori ai redditi si effettuano risparmi.-Imprese: producono beni e servizi, se efficienti realizzano utili e vengono investiti per aumentare la loro capacità.
-lo Stato: incassa i tributi per fornire servizi pubblici all’intera comunità.
-Resto del mondo: flussi originati dai rapporti tra Italia e Paesi stranieri.
Economia può essere:
-Il settore privato: caratterizzato da decisioni individuali o di gruppi limitati, per soddisfare i loro obbiettivi.
-Il settore pubblico: (nelle democrazie parlamentari) decisioni collettive, assunte dai rappresentanti del popolo, per realizzare obbiettivi collettivi.
Gli elementi costitutivi dell’economia pubblica
L’economia pubblica si occupa dello studio dello svolgimento del settore pubblico.Lo stato si regge su un patto fiscale che contiene l’impegno dei cittadini di pagare i tributi per servizi pubblici dello Stato.
Per l’attività dello Stato e degli enti pubblici presuppone l’esistenza di un sistema finanziario pubblico, costituito da:
-soggetti attivi dell’attività finanziaria: dotati dal potere di imporre tributi (Stato e Regioni), titolari di una potestà finanziaria autonoma;
-soggetti passivi dell’attività finanziaria: sottoposti al potere dei soggetti attivi (contribuenti); rapporto tra essi hanno natura obbligatoria. Attivi dotati di poteri a cui i secondi non possono sottrarsi (sanzione).
-beni economici di proprietà pubblica, che comprendono:
1.fattori produttivi, degli enti pubblici;
2.beni economici, di proprietà pubblica;
3.denaro, delle casse pubbliche.
Il ruolo dello Stato nell’economia
Dalla crisi dell’economica del 1929 lo Stato non interveniva, perché era condivisa l’opinione che il mercato assicurava spontaneamente il massimo vantaggio alla collettività. Questo pensiero era espresso da Adam Smith, fondatore della Scuola classica inglese.Questa teoria, chiamata anche concezione liberista, è posta in crisi dalla Grande depressione scoppiata in ottobre negli Stati Uniti e durata fino alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale: i milioni di disoccupati erano la prova che il libero mercato, da solo, non poteva assicurare l’impegno ottimale delle risorse.
Oggi, Stato e mercato coesistono: lo Stato mette a disposizione innumerevoli azioni per influenzare la vita economica (positivamente): ambiente favorevole per l’attività produttiva, valorizzazione risorse umane, creazione infrastrutture, ...
L’attività economica di un soggetto può produrre vantaggi o svantaggi ad altri:
-vantaggio: per l’intera comunità si hanno economie esterne (istituzione di una scuola). In questo caso il costo che il privato sostiene è > al costo sociale. Il privato, infatti, NON ha interesse a ottenere l’onere di queste attività.
-svantaggio: per l’intera comunità si hanno economie interne (impresa inquinante).
Da questo si capisce l’importanza dell’intervento pubblico nell’economia: lo Stato interviene per promuovere e dare servizi che i privati non hanno interesse a offrire sul mercato.
C’è un’altra ragione che giustifica l’intervento dello Stato: il mercato NON è in grado di assicurare giustizia sociale visto che, in assenza di intervento pubblico, a fini distributivi, la distribuzione della ricchezza è disuguale. Non si parla solo di distribuzione personale ma anche di quella territoriale.
Le esternalità positive difatti, concentrano l’attività economica solo in certe zone favorite, penalizzando aree di montagna o arretrate.
Il mercato accentua gli squilibri territoriali in quanto gli investimenti nelle aree dotate di economie esterne sono più remunerativi.
Nel lungo periodo però la concentrazione territoriale delle attività crea nuove diseconomie esterne; il rimedio a tutto ciò che è stato creato dal mercato, non può venire da esso stesso, ma dallo Stato. In questo caso si parla di “fallimento del mercato”.
I “valori” nell’economia pubblica
L’economia pubblica studia il fenomeno finanziario con 2 tipi di analisi:-Positiva. Si studia il funzionamento del sistema. Ha carattere descrittivo perché studia la realtà e cerca di interpretarla, scoprendo le leggi che regolano gli interventi pubblici. (es. studio delle conseguenze di una nuova imposta).
-Normativa: studia degli interventi che possono essere eseguiti per migliorare. Ha carattere prescrittivo perché studia come dovrebbero essere le scelte pubbliche per raggiungere degli obbiettivi. Basandosi sulla prima analisi, può dare indicazioni all’autorità politica su come agire.
I giudizi di valore: sono giudizi di valore etico sulle scelte da prendere per la collettività. Non è mai possibile qualificarli come veri o falsi perché sono esposti da un punto di vista puramente soggettivo.
I bisogni pubblici
Il “bisogno” è il desiderio di disporre di un bene o di un servizio atto al soddisfacimento del bisogno stesso.Due tipologie:
-Privati: sentiti singolarmente dall’individuo (vestiario) e soddisfatti direttamente da esso o da un privato.
-Pubblici: avvertiti dai singoli, ma in quanto membri di una collettività (giustizia). Avvertiti da un’ampia parte dei cittadini che vengono soddisfatti dallo Stato o da altri enti pubblici.
I servizi pubblici
Beni prodotti dallo Stato e dagli altri enti allo scopo di soddisfare i bisogni pubblici.Si dividono in:
-servizi pubblici divisibili: goduti di singoli soggetti, i quali sono in grado di valutare economicamente il vantaggio che a loro deriva (servizio postale). I cittadini pagheranno in relazione al godimento del servizio.
-servizi pubblici indivisibili: prestati all’intera collettività e goduti dai singoli in quanto partecipi di un aggregato sociale. Nessuno li chiede ma tutti ne usufruiscono. (difesa dello Stato)
-servizi pubblici parzialmente divisibili: soddisfano bisogni di entrambe le specie. (istruzione superiore-chi ne beneficia ha un vantaggio che è anche collettivo).
Le teorie sull’attività finanziaria
Il contenuto dell’attività finanziaria pubblica varia in maniera parallela all’evoluzione dei bisogni che mutano con il cambiare degli stili di vita, delle organizzazioni sociali, delle filosofie politiche, ecc.Esistono numerose teorie sull’attività finanziaria che si sono succedute a partire dalla prima sistemazione scientifica dell’economia. Esistono due nuclei fondamentali:
Le teorie economiche: formulate nel corso del diciannovesimo secolo, dagli economisti della scuola classica e neoclassica.
Teoria del consumo:
Creatore: Say (Scuola classica).
Teoria: lo Stato deve limitare al massimo il prelievo tributario perché, il consumo pubblico effettuato dalla comunità,
che costituisce l’attività finanziaria, riduce le risorse sottratte ai privati. (NON acquisita dagli stati moderni).
Teoria dello scambio
Massimi esponenti: William Senior e Frédéric Bastiat (Scuola classica).Teoria: I tributi, prezzo pagato per l’acquisto di beni e servizi pubblici sono pagati dai contribuenti. Fra la
prestazione e la controprestazione deve avvenire un’equivalenza economica e, con essa, l’attività finanziaria dello
Stato e degli enti pubblici incontra un limite, quando l’equivalenza viene meno.
Teoria della produzione
Massimi esponenti: Adolph Wagner, Lorenz Stein (scuola storica).Teoria: lo Stato e gli enti pubblici tolgono risorse ai privati per poi trasformarle in servizi pubblici, assicurando un
quadro istituzionale, in cui viene prodotta ricchezza.
Si riscontrano delle difficoltà quando si deve quantificare l’incremento di produttività assicurato dai servizi pubblici.
La soluzione sarebbe richiedere la valutazione della produzione complessiva in assenza di attività finanziaria
pubblica, situazione impossibile da verificarsi.
Teoria dell’utilità marginale
Creatore: Emil Sax (Scuola Marginalista).Teoria: i soggetti economici avvertono una serie di bisogni e contemporaneamente ne provvedono. I bisogni privati
vengono soddisfatti acquistando beni e servizi sul mercato, i bisogni pubblici verranno soddisfatti dallo Stato e dagli
enti pubblici.
Si otterrà equilibrio se le utilità marginali ponderate dei beni e servizi acquistati saranno uguali. Se si realizza questo,
secondo i fautori, l’attività finanziaria pubblica realizza un impiego razionale delle risorse.
Solo in questo caso il soggetto è in equilibrio perché ottiene la massima utilità totale, in base ai mezzi che ha a
disposizione-Legge di livellamento delle utilità marginali ponderate.
Questa teoria non viene più accettata perché l’utilità non è, in primo luogo, misurabile ma ordinabile; in secondo
luogo è che i cittadini non avvertono la maggior parte dei bisogni pubblici perché sono soddisfatti direttamente.
Le teorie politico-sociologiche: risentono degli indirizzi di ricerca più recenti.
Teoria politica
Sistematore: Benvenuto Griziotti.Teoria: l’attività finanziaria ha carattere prevalentemente politico: a causa della natura politica degli enti, degli
strumenti e delle finalità.
“Chi detiene il potere riparte il carico tributario fra i cittadini in base a criteri politici”
Pregio fondamentale: l’attenzione nei rapporti di forza tra governanti e governati. Ma, ad oggi, non è in grado di
spiegare la finanza pubblica in una società complessa, i cui i poteri sono diffusi.
Teoria sociologica
Creatori: Vilfredo Pareto, Gaetano Mosca.Elaboratori: Amilcare Puviani, Gino Borgatta e Mauro Fisiani.
Teoria: l’attività finanziaria pubblica non è altro che uno strumento per mantenere al potere la classe dominante.
Essa preleva i tributi nel suo interesse e di quello delle classi che la sostengono, dando l’illusione che le spese
pubbliche siano un vantaggio per la collettività
Gli aspetti giuridici dell’economia pubblica:
se ne occupa il diritto finanziario, insieme di norme giuridiche che disciplinano la raccolta e la successiva erogazione
delle risorse economiche necessarie all’attività degli enti.
Tre nuclei fondamentali:
-Norme di diritto costituzionale: attività finanziaria. DA RICORDARE art. 53, imposizione tributaria e art.81
disciplina l’approvazione del bilancio dello Stato.
-Norme di diritto amministrativo: contabilità pubblica e formazione bilanci enti.
-Norme di diritto tributario: rapporti giuridici tra enti e i privati, connessi all’attività tributaria.
La finanza neutrale
L’economia pubblica nasce in età moderna con l’eliminazione degli Stati assoluti e l’affermazione delle democrazie varie. In quest’ultime si ha la definitiva separazione tra patrimonio pubblico e patrimonio privato del sovrano.Un grande problema, che ha preoccupato l’economia pubblica, sono le dimensioni del settore pubblico rispetto al resto dell’economia (quantità e qualità dei beni e servizi offerti dallo Stato).
Scuola classica (Inghilterra): assegnata la prima costruzione di finanza pubblica.
-Pensiero: il mercato di libera concorrenza raggiunge da solo la piena occupazione dei fattori produttivi. Lo Stato deve limitarsi a predisporre i servizi pubblici, non assicurati dai privati.
Ideali contenuti nella finanza neutrale, che limita al massimo l’attività finanziaria dello Stato, entra però in crisi dopo la metà dell’Ottocento, a causa degli attacchi della Scuola socialista.
La finanza della riforma sociale
Con la caduta della finanza neutrale, si diffonde che lo Stato deve intervenire attivamente sull’economia e che, il suo compito primario, è la realizzazione della giustizia sociale (ridurre le disuguaglianze di ricchezza).-la finanza a fini distributivi: per ridurre le disuguaglianze, due strumenti:
• Passaggio dall’imposizione proporzionale (aumenta nella stessa materia imponibile) a quella progressiva (aumenta in maniera più che proporzionale rispetto alla materia imponibile);
quest’ultima permette il prelevamento di risorse proporzionalmente più elevate ai ceti più abbienti, dotati di maggiore capacità contributiva.
-Regime ereditario: distribuzione equa che si può conseguire introducendo le imposte di successione o diminuendo l’eredità che può essere acquisita.
• Riforma del sistema successorio.
Lo Stato può realizzare una distribuzione più giusta se utilizza le maggiori entrate operando interventi in campo sociale a vantaggio dei ceti meno abbienti.
La finanza congiunturale
La Grande depressione del 1929-32 originatasi negli Stati Uniti, scosse le fondamenta dei meccanismi automatici con cui si assicurava il pieno impiego dei fattori.Lo Stato non può assistere all’alternarsi del ciclo economico: deve infatti intervenire per attenuare l’ampiezza del ciclo, combattendo la disoccupazione congiunturale (diminuisce il prodotto nazionale e colpisce tutta la società).
Questo avvenimento ha spinto i governi a adottare una politica anticiclica, che consiste nell’insieme di strumenti idonei ad attenuare le onde del ciclo economico.
-Criteri della finanza neutrale: andavano ad aggravare sulle fluttuazioni: fase di espansione, affluire alle casse dello Stato un maggior gettito tributario portando un eccesso di domanda; fase di depressione, minore reddito dei privati faceva diminuire il gettito tributario.
-Criteri finanza congiunturale: fase espansione-Stato realizza entrate superiori alle spese; fase depressione-Stato deve sopportare ingenti disavanzi per finanziare la spesa pubblica, per compensare la spesa privata insufficiente.
La finanza funzionale
John Maynard Keynes contrastava nettamente le teorie tradizionali, sostenendo la: necessità dell’intervento attivo dello Stato, anche se comporta un deficit di bilancio che può durare oltre i limiti del ciclo, fino a quando non si raggiunge la piena occupazione.La spesa pubblica deve essere utilizzata per la costruzione di infrastrutture (opere usufruite dai privati), ovvero alla predisposizione del capitale fisso sociale.
Essa produce un aumento della spesa privata, per cui la domanda globale, aumenta di un multiplo della spesa finanziata dallo Stato.
-Nuovi strumenti di intervento: gli investimenti produttivi, gli interventi a favore delle esportazioni, l’impresa pubblica, ecc.
Questo grande ricorso al deficit di bilancio ha provocato però conseguenze negative, aumentando il debito pubblico accumulato.
Teorie più recenti
Scuola monetarista (Scuola di Chicago)-Esponente: Milton Friedman.
-Teoria: l’instabilità del sistema è dovuto essenzialmente a cause monetarie, per cui uno sviluppo stabile può essere garantito da manovre monetarie (manovra spesa pubblica inutile).
Esse producono effetti molto rapidi, mentre le manovre sulle entrate e sulle spese pubbliche richiedono procedure complicate.
Scuola delle scelte pubbliche
-Creatore: James Buchanan.-Teoria: analizza i meccanismi di decisione che presiedono alla formazione delle scelte pubbliche nelle moderne democrazie parlamentari (spiegare comportamento operatore pubblico).
Il nucleo centrale resta la convinzione che il settore pubblico abbia raggiunto dimensioni abnormi, pericolose per la libertà individuale.
Nuova macroeconomia classica
-Esponente: Robert Emerson Lucas.-Teoria: esclusiva efficacia di manovre monetarie rapide e improvvise, inutili tutti gli altri interventi perché gli operatori economici si comportano in base ad aspettative razionali.
Neoliberismo
-Teoria: propone la riduzione dell’intervento dello Stato nell’economia.Sostiene che la finanza pubblica svolge un ruolo importante, ma che esso deve limitarsi a garantire lo sviluppo, in modo da favorire la crescita della produzione e non della domanda.
Obiettivi della finanza pubblica
-Finanziamento dei servizi pubblici: reperire risorse necessarie al soddisfacimento dei bisogni pubblici;-Pieno impiego delle risorse produttive, soprattutto del lavoro;
-Equa distribuzione del reddito fra cittadini: eleminate le sperequazioni personali e territoriali nella distribuzione del reddito;
-Stabilità monetaria e valutaria: difesa del potere di acquisto della moneta e nel controllo dei conti con l’estero;
-Sviluppo del reddito nel tempo;
-Efficienza e ripartizione ottima delle risorse.
Spesso questi punti non sono compatibili tra loro e devono essere affrontati in periodi diversi, rendendo difficile la scelta di strategia.
Cause aumento tendenziale della spesa pubblica
Dovuto da:-Il passaggio dallo Stato assoluto allo Stato parlamentare;
-L’aumento della domanda di servizi pubblici: derivato dall’aumento del reddito della collettività;
-L’industrializzazione e l’urbanesimo: con la concentrazione di persone in specifici settori e in particolari aree territoriali, sono stati aumentati gli investimenti in infrastrutture;
-L’aumento dei consumi privati;
-L’intervento pubblico a sostegno della domanda pubblica;
-L’aumentato peso della burocrazia;
-L’aumento dei redditi individuali: spinge lo Stato ad attuare politiche redistributive a favore dei ceti a basso reddito.
Nascita, sviluppo e crisi dello Stato sociale
Lo Stato sociale garantisce a tutti i cittadini livelli minimi di reddito e la soddisfazione di bisogni ritenuti essenziali.La prima applicazione avvenne in Inghilterra con il piano Beveridge, che consisteva in delle misure per proteggere i cittadini dalla miseria.
La maggiore critica fu esposta dalla Scuola di Chicago che sosteneva che: lo Stato non può garantire a lungo servizi sociali per tutti senza provocare pericolose tenzioni inflazionistiche.
Questo avvenimento fu presente anche in Italia ma andava ad avvantaggiare i ceti clientelari, invece di proteggere i più deboli.
La finanza della sicurezza sociale
La sicurezza sociale è un insieme di prestazioni pubbliche dirette ad assicurare l’individuo e alla sua famiglia un reddito minimo e a proteggerli dai rischi più gravi dell’esistenza.La spesa per essa ha una dimensione imponente: 24% del PIL, 38% dei bilanci statali.
Il finanziamento della sicurezza avviene tramite il pagamento dei contributi sociali (entrate parafiscali).
-Storia: Per tutta la Rivoluzione industriale, la condizione dei lavoratori, era drammatica. Verso la fine dell’Ottocento nascono le prime associazioni volontarie autogestite fondate sulla solidarietà, agendo seguendo il sistema della mutua assicurazione (appariva inadeguato).
Accanto ad esse nacquero delle associazioni di assistenza e beneficenza che si finanziavano tramite donazioni.
Prime forme di assicurazione sociale obbligatoria sorgono in Germania, facendo diventare obbligatorio il versamento dei contributi in relazione ai rischi cui sono soggetti.
Il sistema di sicurezza sociale venne attuato negli anni ’30: con esso si aveva diritto a condizioni minime di vita. Il finanziamento avviene tramite le imposte. Quando l’onere di finanziare le prestazioni si sposta all’intera collettività prende il nome di fiscalizzazione degli oneri sociali.
In Italia, le prime forme di assicurazione obbligatoria si ebbero tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. La prima fu l’assicurazione contro gli infortuni.
Un passo importante avvenne nel 1969 della pensione a favore dei cittadini, con almeno 75 anni di età, che sono sprovvisti di reddito: consiste in un assegno corrisposto indipendentemente dal versamento dei contributi (assistenza). È finanziata a esclusivo carico del bilancio pubblico e gestita dall’INPS. (attuazione art.38).
-Previdenza sociale: i contributi sono fissati in relazione ai salari dei lavoratori; il finanziamento si basa sui contributi e a carico del bilancio statale: si ha un concorso dei cittadini contribuenti.
Il finanziamento della sicurezza sociale
Metodi di copertura spese:• Metodo di capitalizzazione: i contributi versati vengono accantonati e le prestazioni sono finanziate utilizzando le riserve costituite dalla capitalizzazione di tali investimenti.
Il metodo della capitalizzazione è stato esteso a tutti i lavoratori: la pensione è calcolata sulla base del montante dei contributi versati nell’arco dell’intera vita lavorativa.
In Italia, gli oneri a carico dei lavoratori sono più alti rispetto agli altri paesi. Per ridurre gli oneri si deve procedere con la fiscalizzazione degli oneri sociali (finanziamento sicurezza sociale a carico del bilancio pubblico).
• Metodo di ripartizione: le prestazioni effettuate durante un certo periodo sono finanziate mediante entrate realizzate nello stesso periodo.
Gli enti previdenziali italiani
Istituto nazionale della previdenza sociale, INPS esso ha il compito di gestire l’assicurazione contro i seguenti rischi:• invalidità, vecchiaia e superstiti;
• disoccupazione involontaria;
• sospensione del lavoro a causa di situazioni aziendali transitorie;
• malattia e maternità;
All’INPS è stato attribuito la gestione degli assegni familiari che hanno la funzione di integrare il reddito dei lavoratori in relazione al fabbisogno della famiglia.
Istituto nazionale per l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro.
Ha il compito di gestire l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali per i dipendenti da imprese industriali e commerciali, e per tutti coloro che prestano opera manuale nell’agricoltura. Le prestazioni erogate consistono in un’indennità giornaliera nel caso di inabilità totale temporanea; in rendite, calcolate in base alle retribuzioni.
L'INAIL dispone di una propria organizzazione sanitaria per le cure medico chirurgiche e ortopediche, e per la rieducazione degli invalidi.
Istituto nazionale di previdenza per i dipendenti dell’amministrazione pubblica.
INPDAP è un importante istituto che assicura i dipendenti dello stato, degli enti locali e degli altri enti pubblici, con funzioni prevalentemente pensionistiche.
Il sistema pensionistico italiano
Presso l’INPS è costituito il fondo sociale che provvede al pagamento delle pensioni sociali ai cittadini anziani sprovvisti di reddito. I principali tipo di pensione sono i seguenti:• la pensione di vecchiaia: spetta ai lavoratori assicurati da almeno 20 anni e che abbiano compiuto 67 anni di età;
• la pensione di anzianità: corrisposta a coloro che avevano raggiunto una quota data dalla somma tra età anagrafica e un certo numero di anni di contributi;
• la pensione di invalidità: ai lavoratori permanentemente inabili, assicurati da almeno 5 anni, spetta un assegno triennale di invalidità possibile da riconfermare se prolunga l’invalidità;
• la pensione ai superstiti: percepiti dai familiari di persone decedute.
L’aumento del numero degli anziani che percepiscono le pensioni e la progressiva diminuzione delle persone in età di lavoro che versano i contributi provoca uno squilibrio che pesa gravemente sul bilancio pubblico.
Gli assegni familiari e il trattamento di disoccupazione
Nel nostro ordinamento previdenziale gli assegni familiari costituiscono un’integrazione delle retribuzioni dei lavoratori dipendenti corrisposte in relazione al carico familiare. Si tratta di contributi pagati dalla cassa unica assegni familiari gestita dall’INPS.Gli assegni familiari sono corrisposti in rapporti al numero di componenti del nucleo familiare e al livello di reddito della famiglia. Vengono generalmente corrisposti dal datore di lavoro insieme al pagamento della retribuzione.
In caso di disoccupazione involontaria (gestita dall’INPS) viene corrisposta al lavoratore un’indennità fissa giornaliera, per un periodo di tempo normalmente non superiore ai 180 giorni.
La cassa integrazione avviene durante una sospensione temporanea dal lavoro, dovuta di solito a crisi, e può essere protratta fino a 24 mesi.
Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
L’assicurazione infortunistica è gestita dall’INAIL ed è obbligatoria per i lavoratori esposti al rischio di infortuni e di malattie professionali. I contributi sono pagati dal datore di lavoro.Le prestazioni consistono in interventi di carattere sanitario (visite mediche) e di carattere economico per il periodo di inabilità temporanea. In caso di inabilità permanente viene costituita un’indennità proporzionale alla retribuzione del lavoratore.
Il Servizio sanitario nazionale
Nel 1978 è stato istituito il servizio sanitario nazionale, l’assistenza sanitaria spetta a tutti i cittadini gratuitamente (assistenza medica generica) o con il contributo di un ticket (assistenza specialistica).I farmaci, in caso di patologie, o sono gratuiti o viene chiesto il pagamento di un ticket che va a ricoprire una parte di spesa sostenuta dalla regione.
Il servizio sanitario nazionale opera attraverso le aziende sanitarie locali (ASL), che garantiscono l’assistenza preventiva, curativa e riabilitativa alla popolazione. Il finanziamento delle asl spetta alle regioni che si procurano le risorse necessarie attraverso l’IRAP, imposta regionale sull’attività produttiva.
L’Asl è dotata di personalità giuridica pubblica (enti strumentali).
Il piano sanitario nazionale stabilisce i vari livelli di assistenza (LEA) indicando le prestazioni minime. Le prestazioni devono basarsi sui principi di efficacia (della cura) e di appropriatezza (corretto impiego della cura per una determinata malattia).
Secondo la nuova organizzazione alle Regioni vengono affidate le competenze legislative e amministrative in materia sanitaria e allo Stato resta il compito di determinare i principi fondamentali.
Le spese pubbliche
L’insieme dei costi sostenuti dallo stato costituisce la spesa pubblica, che può definirsi come il complesso delle erogazioni monetarie effettuate dallo stato e dagli enti pubblici per soddisfare i bisogni dell'intera collettività. Il problema della spesa pubblica è oggi centrale in quanto esercita un'influenza rilevante sul reddito nazionale. Una politica di redistribuzione del reddito può avvalersi non soltanto di un sistema di imposte progressive, ma anche basarsi sull’espansione dei servizi pubblici a favore dei più poveri.
Classificazione delle spese pubbliche
A seconda dell’ente che effettua la spesa pubblica si hanno spese statali sostenute dallo stato e spese locali sostenute dagli enti pubblici territoriali. La loro distinzione è influenzata dal federalismo fiscale.Spese di governo, relative al soddisfacimento dei bisogni pubblici:
• spese per l’organizzazione dello Stato: riguardano gli esborsi sostenuti per il funzionamento degli organi costituzionali;
• spese per la sicurezza interna ed esterna (polizia);
• spese per le altre funzioni pubbliche (giustizia, sanità, ecc.).
Le spese di esercizio riguardano il conseguimento e la gestione delle entrate.
Poi ci sono le spese ordinarie sostenute in ogni esercizio finanziario (stipendi) e quelle straordinarie sostenute in relazione a eventi straordinari (dovute a terremoti).
Spese correnti riguardano la produzione dei servizi pubblici.
Le spese in conto capitale riguardano invece la produzione e possono consistere in investimenti diretti (per opere pubbliche) o indiretti (sovvenzioni alle imprese private). Spese obbligatorie, imposte dal diritto positivo vigente, lo Stato le deve sostenere secondo la legge. Facoltative rivestono il carattere della discrezionalità e possono essere sostenute a seconda del giudizio del Governo in carica.
Spese produttive, consistono in pagamenti effettuati a determinati soggetti, in relazione a beni o servizi forniti dall’ente pubblico (acquisto materiali). Le spese redistributive riguardano invece trasferimenti di denaro effettuati dallo Stato a certe categorie di cittadini con finalità sociali.
Gli effetti economici delle spese redistributive
Gli effetti economici delle spese redistributive sono significativi: trasferendo risorse a gruppi sociali più poveri, caratterizzati da alta propensione al consumo, si aumenta la domanda globale e quindi il reddito nazionale, e si mobilitano risorse che altrimenti sarebbero rimaste inutilizzate.
La spesa pubblica in Italia
La spesa pubblica ha manifestato una marcata tendenza all’aumento: all’inizio degli anni 60 si aggirava intorno al 30% del PIL mentre ora è intorno al 50% del PIL. In Italia le spese più consistenti riguardano le prestazioni sociali, le spese per il personale in servizio e in pensione, il pagamento degli interessi sul debito pubblico (a conferma legge di Wagner).Adolf Wagn er (esponente dei socialisti della cattedra) e Paul Leroy (di formazione liberale) concordavano nel ritenere che il 15% costituisse un limite invalicabile al rapporto tra spesa pubblica e reddito nazionale. Nel nostro paese la spesa pubblica non è sempre di buona qualità, a causa: dell’insufficiente senso dello stato, scarso rispetto di beni di proprietà pubblica e nell’ inefficienza della pubblica amministrazione.
Per migliorare l’efficienza della spesa che mira a un controllo preciso delle uscite è stata introdotta la revisione della spesa.
Il controllo di inefficienza della spesa pubblica
Gli studiosi hanno elaborato una tecnica di analisi che offra degli elementi di giudizio sulla validità delle scelte economiche. Cost-benefit-analysis, ossia analisi costi e benefici: consiste nello stimare e nel confrontare i costi e i ricavi, i vantaggi e svantaggi di ogni progetto per scegliere quello cheLa dimensione ottima dell’investimento pubblico corrisponderà al punto in cui è massima la differenza tra ricavi totali e costi totali.
Queste analisi evidenziano l’inefficienza della Pubblica amministrazione e fa nascere un sentimento di desiderio nei confronti di un ammodernamento delle strutture, delle tecniche amministrative e di quelle organizzative.
Classificazione delle entrate pubbliche
Le entrate pubbliche sono l’insieme delle risorse che affluiscono agli enti pubblici per far fronte al fabbisogno finanziario della loro gestione.Tre mezzi di finanziamento:
-prelevamento imposte: si occupa della copertura della spesa e della regolazione del volume del reddito nazionale e la sua distribuzione fra i cittadini;
-ricorso al debito pubblico;
-l’emissione di moneta.
Tipologie di entrate:
-ordinarie e straordinarie (in base alla ripetibilità nel tempo);
- originarie, provenienti dal patrimonio dello Stato e degli enti pubblici o, derivate, prelevamenti coattivi di risorse dai privati (imposte, tasse). In base alla fonte da cui provengono;
-di diritto privato, lo Stato si comporta come soggetto privato e non si pone in supremazia (canoni di locazione) o, di diritto pubblico, lo Stato le preleva esercitando la sovranità.
Il patrimonio degli enti pubblici
I beni pubblici si classificano in:
-beni demaniali: sono inalienabili e imprescrittibili e si dividono in:
. demanio necessario: possono appartenere solo allo Stato, perché idonei al soddisfacimento diretto di un bisogno pubblico (spiagge);
. demanio accidentale: beni capaci di soddisfare interessi pubblici e privati ma diventano demaniali se appartengono allo Stato (strade).
-beni patrimoniali: posseduti dallo Stato e dagli enti pubblici a titolo di proprietà privata. Si dividono in:
. beni indisponibili: possono essere venduti o sottratti al loro impiego osservando norme specifiche di legge;
. beni disponibili: liberamente venduti.
Prezzi privati, prezzi pubblici e prezzi politici
Le entrate originarie o di diritto privato è il corrispettivo pagato di cittadini per i beni e i servizi destinabili alla vendita, prodotti e venduti dallo Stato e dagli enti pubblici.A seconda dei casi è costituito da un:
-Prezzo privato: se l’ente pubblico opera sul mercato in condizioni di perfetta parità con i privati.
-Prezzo pubblico: corrispettivo è inferiore al prezzo di mercato, ma eguaglia o mira a uguagliare il costo di produzione, offerto da un ente pubblico in condizioni di monopolio legale (public utilies=energia elettrica).
-Prezzo politico: se il corrispettivo richiesto è inferiore al costo di produzione.
Costi non coperti: sono posti a carico del bilancio pubblico. È il caso dei biglietti d’ingresso dei musei.
In questo ambito si parla anche del trasporto ferroviario: il prezzo dei biglietti copriva una piccola parte il costo del servizio prestato.
Tariffa (per la sua natura impositiva del prezzo): corrispettivo per l’uso o il godimento di un bene pubblico o di un servizio destinabile alla vendita prodotto da un’impresa pubblica in condizioni di monopolio legale.
La privatizzazione di grandi imprese pubbliche, che offrono public utilities, già operanti in condizioni di monopolio legale sono assoggettati alla “legge del profitto”: potrebbe portare un aumento ingiustificato dei prezzi. Per evitarlo, sono state istituite Autorità di garanzia, con il compito di garantire la concorrenza e controllare le tariffe.
Prezzi, tasse e contributi
Le entrate tributarie si distinguono in:-Imposte: è un prelevamento coattivo (forzoso) di ricchezza effettuato dallo Stato, allo scopo di ottenere i mezzi per la produzione di servizi indivisibili.
Per chi non le paga, sono previste pene e sanzioni.
È utilizzato per la copertura finanziaria dei servizi pubblici, indipendentemente dai vantaggi ch il singolo riceve dalle spese pubbliche.
Caratteri imposta:
. generalità del servizio indivisibile;
. coattività del pagamento;
. mancanza di rapporto tra l’imposta e il servizio.
Fini dell’imposta:
. fiscali: rispondono alla funzione fondamentale dell’imposta, ovvero quella di coprire il costo del
servizio;
. extrafiscali: propongono scopi diversi (tutela ambiente, sanità, ecc.).
-Tassa: controprestazione in denaro di un servizio speciale prestato dallo Stato e dagli altri enti pubblici a un privato.
Ha un carattere coattivo attenuato perché il servizio è richiesto dal contribuente.
Caratteri tassa:
. specialità del servizio divisibile e individualizzabile;
. spontaneità del pagamento: facoltà del cittadino di chiedere il servizio o meno;
. affinità con il prezzo politico: comporta un prezzo minore al costo di produzione;
. destinazione dell’introito alla fiscalità generale: l’ufficio che riscuote la tassa non può trattenere il provento per coprire le spese di servizio.
Raggruppate in tre categorie:
. tasse amministrative: servizi prestati dalla pubblica amministrazione in relazione allo stato civile dei cittadini, alla pubblica istruzione, a concessioni amministrative (porto d’armi);
. tasse giudiziarie: servizi prestati dagli organi giurisdizionali, comprendono: tasse per la giurisdizione civile, penale e amministrativa e tasse per la volontaria giurisdizione;
. tasse industriali: riguardano gli introiti relativi all’esercizio di attività che avvantaggiano la collettività
-Contributo fiscale: prelievo coattivo di denaro a carico di alcuni soggetti, in relazione a opere pubbliche di interesse generale.
Con il contributo di urbanizzazione (esempio), il proprietario di un immobile deve versare al Comune in relazione all’esecuzione di opere pubbliche (strada) così da aumentare il suo stesso valore (fiscali).
Le entrate parafiscali
Sono prelevamenti a carico dei datori di lavoro e dei lavoratori effettuati da enti pubblici non territoriali, per finanziarie la loro attività assicurativa e previdenziale a favore dei lavoratori.Esse sono obbligatorie e quindi percepite dai contribuenti come imposte (oneri sociali).
Le imprese pubbliche
Con esse lo Stato esercita un’attività produttiva di beni e servizi per il raggiungimento di fini di pubblico interesse, ottenendo entrate originarie.Ragioni:
-Necessità di monopoli privati: è preferibile un monopolio naturale, dovute dalla difficoltà delle tecniche produttive (ferrovie), rispetto a quello privato che può portare ad uno sfruttamento da parte dei consumatori;
-Attuazione di una politica economica anticongiunturale (far fronte ai gravi danni della crisi);
-Riduzione degli squilibri economici territoriali;
-Realizzazione di una politica di sviluppo;
-Incompatibilità fra interessi privati e interessi pubblici (costruzione case popolari).
L’impresa pubblica ha trovato un momento di crisi negli anni ’70 e complicato negli anni ’80. Questa crisi ha dato vita alle privatizzazioni: cioè un ritorno nel settore privato di molte imprese pubbliche.
Vantaggi privatizzazione:
-aumento efficienza dei settori industriali e dei servizi;
-realizzazione ingenti entrate da parte dello Stato;
-affermazione azionariato diffuso (allargamento del ruolo della Borsa);
-aumenta l’integrazione dell’economia italiana nel sistema economico europeo.
Classificazione delle imprese pubbliche
-Aziende autonome dello Stato e degli enti locali: godono di una speciale autonomia contabile e finanziaria, sono amministrate da un proprio consiglio di amministrazione o da un rappresentante dell’ente locale.Non hanno personalità giuridica e compilano un proprio bilancio (aziende municipalizzate).
-Enti pubblici economici: perseguono fini di pubblico interesse ma, per efficienza, agiscono come imprese private.
Hanno personalità giuridica e dotati di fondo di dotazione (disposto dallo Stato). (Zecca).
-Imprese a partecipazione statale: forma tipica di intervento pubblico, lo Stato diventa azionista delle imprese, avente personalità giuridica, regolate dal diritto privato (ENI).
Le aziende autonome dallo Stato e le municipalizzate
-Aziende autonome dello Stato: trasformate in entri con propria personalità giuridica o in S.p.A. a capitale pubblico. In Italia quelle operanti sono:. Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (commercializzazione tabacco);
. Cassa Depositi e Prestiti: istituita presso il Ministero dell’economia per gestire l risparmio raccolto attraverso gli uffici postali e l’impiego per mutui. Nel 2004 trasformata in. S.p.A.
-Aziende municipalizzate: in ambito locale gestiscono determinati servizi di pubblica utilità (trasporti). Sono prive di personalità giuridica, hanno la facoltà di stipulare contratti. Si tende a trasformale in aziende speciali o privatizzarle.
Molta complessità si presenta nel settore pubblico dei trasporti pubblici urbani ed extraurbani. Nelle grandi città operano aziende che hanno dovuto fronteggiare enormi problemi.
Hanno a lungo chiuso i loro bilanci con elevati deficit, dovuti ad una serie di cause (ragioni politiche) ma, ultimamente, hanno cercato di riequilibrare il conto economico, provando a pareggiare il bilancio.
L’imposta e le sue classificazioni
Elementi costitutivi-Soggetti:
. Attivo (Stato): dotato di potere impositivo, può demandare la facoltà di imporre tributi agli enti locali (IRPEF);
. Passivo (contribuente): tenuto al pagamento dell’imposta.
-Presupposto: costituito dalla situazione di fatto da cui per legge discende l’obbligo di pagare l’imposta. La base del pagamento si chiama “base imponibile”.
-L’aliquota: % applicata sull’imponibile per calcolare l’imposta (Imposta da pagare = base imponibile * corrispondente aliquota).
- Debito di imposta: importo totale dell’onere posto a carico del contribuente in base a un tributo.
- Fonte dell’imposta: ricchezza utilizzata per pagare la stessa.
L’obbligo nasce da una particolare situazione chiamata capacità contributiva: possibilità del contribuente di pagare l’imposta. Queste possibilità possono essere immediate (titolarità di un reddito) o mediate (atti di consumo).
Imposte dirette e indirette
-Imposte dirette (riscosse mediante ruoli nominativi): manifestazioni immediate della capacità contributiva; esempi di imposte dirette sono: sul reddito di persone fisiche (IRPEF) e sul reddito della società (IRES).Vari vantaggi delle imposte dirette:
. Realizzano una maggiore giustizia tributaria;
. Esenta dal pagamento dei tributi i soggetti titolari di redditi minori;
. Permettono di aumentare l’aliquota con l’aumento del reddito;
. Possono essere utilizzate come strumento antinflazionistico (diminuisce la moneta in circolazione).
L’imposta diretta si dice generale perché colpisce tutti i redditi del contribuente (IRPEF) e si dice speciale se colpisce alcuni redditi o alcuni settori produttivi (terreni e fabbricati-IMU).
-Imposte indirette (riscossi occasionalmente): colpiscono le manifestazioni mediate da determinati atti (scambi) che consentono di desumere l’esistenza di un reddito o un patrimonio; esempi di imposte indirette sono: IVA e i dazi doganali.
Vari vantaggi delle imposte indirette:
. assicurano un grande gettito tributario e diminuiscono i pericoli di evasione (il contribuente paga senza accorgersene);
. possono variare facilmente a seconda delle esigenze della politica economica;
. non scoraggiano gli investimenti produttivi.
L’imposta indiretta si dice generale quando colpisce tutti i settori produttivi ugualmente e speciale quando colpisce alcuni settori (alcolici).
Imposte reali e imposte personali
-Imposte reali: colpiscono il reddito o il patrimonio senza prendere in considerazione le condizioni del contribuente;-Imposte personali: tengono conto delle condizioni del contribuente.
Essa risponde alle esigenze di un sistema che voglia realizzare la giustizia tributaria; il grande svantaggio sono gli alti costi di riscossione.
Imposte progressive, proporzionali e regressive
-Imposta proporzionale: aliquota costante, l’ammontare dell’imposta aumenta proporzionalmente all’imponibile;-Imposta progressiva: aliquota crescente, l’ammontare dell’imposta aumenta più che proporzionalmente al crescere dell’imponibile (è quella che meglio garantisce il raggiungimento delle finalità di giustizia sociale).
Forme tecniche di progressività:
. per classi: redditi divisi in classi e per ogni classe si applica un’aliquota differente. Va a discapito del contribuente che supera di poco il limite alla classe superiore, dovendo pagare un’aliquota superiore.
. per scaglioni: sempre suddiviso in classi, ma le aliquote si applicano in base ai diversi scaglioni in cui il reddito si divide. Più utilizzato ad oggi.
. per detrazione: l’aliquota è costante e viene detratta dall’imponibile, quota fissa. Rapida all’inizio, ma poco sensibile all’aumentare del reddito.
. continua: l’aliquota cresce gradualmente a ogni minimo incremento dell’imponibile, si applica una formula matematica che è stata abbandonata per la sua complessità.
-Imposta regressiva: aliquota decrescente, l’ammontare dell’imposta aumenta in misura meno che proporzionale al crescere dell’imponibile;
Aliquota media= rapporto fra imposta e base imponibile.
Aliquota marginale= rapporto fra l’incremento dell’imposta in presenza di un determinato aumento dell’imponibile.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dello Stato nell'economia secondo il testo?
- Quali sono le principali teorie sull'attività finanziaria pubblica menzionate nel testo?
- Come viene finanziata la sicurezza sociale in Italia secondo il testo?
- Quali sono le cause dell'aumento tendenziale della spesa pubblica indicate nel testo?
- Quali sono gli obiettivi principali della finanza pubblica secondo il testo?
Il testo sottolinea che lo Stato interviene nell'economia per promuovere servizi che i privati non offrono e per garantire giustizia sociale, poiché il mercato da solo non può assicurare una distribuzione equa della ricchezza.
Il testo menziona diverse teorie, tra cui la teoria dello scambio, la teoria della produzione, la teoria dell'utilità marginale, la teoria politica e la teoria sociologica, ognuna con diverse prospettive sull'intervento statale e la gestione delle risorse pubbliche.
La sicurezza sociale in Italia è finanziata principalmente attraverso il pagamento dei contributi sociali, che sono entrate parafiscali, e in parte attraverso il bilancio pubblico, con un sistema che include metodi di capitalizzazione e ripartizione.
Il testo elenca diverse cause, tra cui il passaggio dallo Stato assoluto allo Stato parlamentare, l'aumento della domanda di servizi pubblici, l'industrializzazione, l'urbanesimo, l'intervento pubblico a sostegno della domanda pubblica e l'aumento dei redditi individuali.
Gli obiettivi principali della finanza pubblica includono il finanziamento dei servizi pubblici, il pieno impiego delle risorse produttive, l'equa distribuzione del reddito, la stabilità monetaria e valutaria, lo sviluppo del reddito nel tempo e l'efficienza nella ripartizione delle risorse.