Concetti Chiave
- Il mercato monetario facilita operazioni a breve termine, trasferendo risorse da settori con eccedenza di liquidità a quelli bisognosi di finanziamenti per produzione e consumo.
- Il sistema bancario italiano è organizzato in banche di emissione e ordinarie, che intermediano tra risparmio e credito e offrono vari tipi di depositi.
- La Banca Centrale Europea controlla la circolazione monetaria nei paesi dell'Eurozona, assicurando la stabilità dei prezzi e la vigilanza sui sistemi bancari con l'Unione Bancaria Europea.
- L'integrazione europea ha permesso alle banche di operare liberamente nell'UE con un'unica autorizzazione, promuovendo la concorrenza e l'armonizzazione sotto la supervisione della BCE.
- La globalizzazione ha reso le economie nazionali interdipendenti, favorendo il libero scambio e la competitività, ma intensificando anche le disuguaglianze tra paesi sviluppati e in via di sviluppo.
Indice
- Mercato monetario
- Struttura del sistema bancario
- La Banca Centrale
- Sistema bancario attuale e l'integrazione europea
- La banca polifunzionale
- La banca universale
- La trasparenza dell'attività bancaria
- Il mercato finanziario
- La borsa valori
- Le quotazioni di borsa
- Gli indici di borsa
- Gli operatori di borsa
- I contratti di borsa
- La Borsa in Italia
- La trattazione dei titoli
- I soggetti abilitati alla prestazione di serv inv
- I servizi di investimento
- Gli investitori istituzionali e la loro attività
- Le banche
- Gli istituti di assicurazione
- I fondi comuni di investimento
- I fondi chiusi
- Le società finanziarie
- Le società di intermediazione a capitale variabile
- Relazioni tra mercato e finanziario
- La politica monetaria
- Incompatibilità tra obiettivi
- Gli strumenti della politica monetaria
- La manovra del tasso ufficiale di sconto
- Le operazioni sul mercato aperto
- Le variazioni del coefficiente di riserva obbligatoria
- I vincoli di portafoglio
- I controlli qualitativi del credito
- Gli indirizzi di politica monetaria
- Politica monetaria europea
- Rapporti economici internazionali
- La globalizzazione
- Lo sviluppo economico
- Gli squilibri della crescita economica
Mercato monetario
Il mercato monetario è il mercato in cui si svolgono le operazioni monetarie a breve termine ovvero di prestito che hanno breve scadenza temporale. È costituito da istituzioni che formano il sistema bancario di un paese insieme alle norme relative al funzionamento dell’attività. Queste istituzioni fanno in modo che si possa trasferire il denaro da settori che ne hanno una certa quantità a quelli che ne hanno più bisogno. (Nel mercato monetario le risorse attraverso un credito produttivo finanziano il sistema produttivo ed oltre a questo esiste il credito al consumo con il quale le famiglie possono acquistare dei beni di consumo tramite finanziamento del sistema bancario) Quindi questo sistema è un intermediario tra risparmiatori e impresa.I soggetti del mercato monetario sono:
• Le famiglie che pagano attraverso le banche
• Le Imprese che finanziano la loro attività tramite le banche ordinarie. Esistono imprese di grandi dimensioni in cui i finanziamenti si svolgono a lungo termine e imprese di piccole dimensioni in cui i finanziamenti si svolgono a breve termine. (Artigianali)
• La Pubblica amministrazione che può essere diretta quindi tramite lo stato e indiretta tramite enti territoriali.
• Il Settore estero in cui il Paese può avere rapporti economici con l’estero quindi fanno parte lo stesso del mercato monetario.
Struttura del sistema bancario
Il sistema bancario è organizzato in:Banca di emissione o centrale svolge funzioni di diffusione di moneta che fino al 19 secolo erano affidate alle banche e si aveva l’obbligo di convertire la banconota in moneta metallica.
Banca ordinaria che esercita il credito cioè fa da intermediaria tra il settore del risparmio e quelli produttivi e del consumo. Le aziende bancarie svolgono operazioni attive finanziando gli investimenti e concedendo prestiti quindi fanno delle anticipazioni a privati con una garanzia su beni mobili, scontano le cambiali, apertura di crediti. Svolgono anche operazioni passive prelevando il risparmio delle famiglie come l’emissione di assegni circolari, i depositi privati che possono essere:
A vista quando il cliente può rientrare in possesso delle disponibilità quando vuole.
A termine se non si possono effettuare prelievi prima di una scadenza.
Di risparmio quando viene rilasciato un libretto di risparmio.
In conto corrente quando viene rilasciato il libretto degli assegni.
La Banca Centrale
La Banca d’Italia è la Banca Centrale della repubblica italiana. È un istituto di diritto pubblico che svolge diverse funzioni nel nostro paese, come:• Svolge importanti funzioni di statistica economica cioè raccoglie ed elabora i dati finanziari.
• Deve gestire i servizi di tesoreria cioè incassa le entrate pubbliche e controlla il pagamento delle spese.
• Si accerta che ci sia il rispetto nella concorrenza del settore bancario nel mercato unico
Le emissioni della moneta con l’entrata in vigore l’euro non vengono più svolte dalle Banche centrali nazionali ma dalla Banca Centrale Europea che ha sede a Francoforte. Ha il compito di controllare la circolazione monetaria nei Paesi europei per assicurare la stabilità dei prezzi e dal 2014 la BCE ha anche il compito di vigilare sui sistemi bancari e controllare il credito nei Paesi dell’euro attuando l’Unione Bancaria Europea. Gli organi più importanti della BCE sono il Presidente (8 anni) è il comitato esecutivo.
Sistema bancario attuale e l'integrazione europea
Con l’entrata in vigore del mercato unico dei servizi finanziari l’Italia ha introdotto la Direttiva attraverso il decreto legislativo con i seguenti principi:• La libertà di stabilimento e l’autorizzazione unica cioè le banche possono operare in base all’autorizzazione ottenuta nel paese di origine e non del paese ospitante (ad esempio aprendo nuove filiali).
• Libera prestazione di servizi, le aziende possono operare in tutti gli Stati dell’Unione europea seguendo le leggi del loro stato di origine, possono offrire servizi all’estero anche effettuando operazioni non consentite dal paese ospitante ma l’importante è che siano autorizzate da quello di origine.
• Unificazione dei poteri di controllo, con la realizzazione dell’Unione bancaria europea la BCE vigila sulle banche che operano nei territori europei. L’integrazione europea e là globalizzazione dei mercati vogliono misurarsi con i concorrenti inglesi, francesi e tedeschi. Tra le grandi imprese bancarie italiane ci sono: UniCredit, intesa San Paolo e monte dei paschi di Siena.
La banca polifunzionale
La banca polifunzionale è un gruppo bancario, un agglomerato di società specializzate in settori creditizi e finanziari in cui le strategie aziendali vengono fatte da una società capogruppo. Ad esempio un Gruppo UniCredit è il capogruppo della società, UniCredit banca è l’attività creditizia specializzata per finanziare famiglie e piccole imprese. UniCredit banca d’impresa è l’attività creditizia e parabancaria specializzata nel finanziare medie e grandi aziende. UniCredit private banking che possiede grandi patrimoni.
La banca universale
La banca universale a differenza di quella polifunzionale non ha un gruppo di società ma un unico soggetto giuridico che opera nel settore tradizionale del credito e nell’intermediazione finanziaria. Questo tipo di banca può operare emettendo obbligazioni, (raccogliere risorse a medio e lungo termine) concedendo crediti (a breve media e lunga scadenza) e partecipando al capitale sociale delle imprese nei limiti della quota del 15%. Viene fissato un limite alla partecipazione di queste quote per contrapporre conflitti d’interesse tra banche e imprese, per favorire l’azionariato cioè per non impedire ai risparmiatori di accedere al mercato borsistico ed infine per impedire che una crisi dell’impresa possa dissestare la banca. Tutte le disposizioni legislative vengono raccolte nel testo unico bancario.
La trasparenza dell'attività bancaria
La trasparenza dell’attività bancaria sarebbe una chiara formulazione delle clausole contrattuali, delle informazioni sui rischi di alcune operazioni e sui vantaggi. È molto importante la fiducia nel rapporto tra banca e clientela infatti la legge del 1992 ha dettato alcune norme di trasparenza delle operazioni e servizi bancari e finanziari, e queste norme comprendono informazioni sulle operazioni compiute per i clienti, la forma e il contenuto dei contratti.
Il mercato finanziario
Il mercato finanziario a differenza di quello bancario svolge operazioni a medio e lungo termine. Ha lo scopo di finanziare i piani di investimento delle imprese nel corso degli anni. I titoli negoziati nel mercato finanziario sono azioni e obbligazioni (titoli che hanno alla base un contratto di mutuo stipulato tra risparmiatore e società. Chi acquista L’obbligazione effettua un prestito e questa è un titolo a reddito fisso, possono essere emesse per imprese pubbliche, private, alla pari o sotto la pari) contratte nella borsa valori. Le azioni sono titoli rappresentativi di partecipazione al capitale sociale nelle società di capitali, i titolari hanno il diritto di partecipare alle assemblee dei soci e vigilare gli organi di controllo e partecipare agli utili, le azioni non possono essere emesse sotto la pari.Il rendimento delle azioni dipende dalle capacità che ha l’impresa di produrre gli utili e dalle decisioni prese nell’assemblea dei soci per decidere gli utili da distribuire, da reinvestire e in caso da accantonare a riserve.
In Italia esistono tre tipo di mercato finanziario:
Borsa italiana in cui vengono negoziate le azioni di grandi imprese.
Nuovo mercato che finanzia le imprese di piccole e medie dimensioni che hanno difficoltà ad ottenere un prestito bancario, ma queste aziende per avere le quote nel nuovo mercato devono avere l’attitudine a produrre ricavi e diffondere le azioni al pubblico con minimo il 20%.
Mercati telematici in cui vengono finanziate le obbligazioni bancarie, corporate (emesse da grandi società private) e strutturate (In cui il rendimento vari a seconda dell’andamento).
La borsa valori
La borsa valori è il mercato in cui vengono negoziati i titoli finanziari privati e pubblici. Ci sono tre tipi di titoli:Le azioni che sono emesse dalle società di capitali
Le obbligazioni che sono emesse da società private, imprese pubbliche e istituti di credito.
I titoli pubblici che sono emessi dallo stato.
La borsa valori offre ai risparmiatori l’opportunità di impegnare le loro disponibilità liquide. L’interesse generale è quello privato speculativo possono accordarsi perfettamente a patto che ci siano i giusti controlli sul mercato. Per una maggiore trasparenza sul mercato nel 1998 in Italia entrò in vigore il testo unico sulla finanza che contiene norme riguardanti i controlli sugli amministratori, sul governo societario. Per avere un equilibrato funzionamento del mercato finanziario bisogna:
Consentire libertà di accesso in borsa alle società quindi un’impresa deve avere la possibilità di essere quotata sul mercato finanziario.
Tutelare gli interessi dei potenziali acquirenti di titoli affinché non investano le disponibilità proprie acquistando azioni o obbligazioni che non sono amministrate bene. (Nel nostro paese dalla CONSOB, commissione nazionale per le società e la borsa).
Le quotazioni di borsa
Per definire il valore di un titolo nel mercato finanziario si può fare riferimento al suo valore nominale che può essere superiore al prezzo di emissione per le obbligazioni, al valore intrinseco (quota patrimoniale del titolo) che si ottiene dividendo il valore del patrimonio per il numero di azioni emesse. Infine si può valutare un titolo in base al prezzo di mercato quindi una quotazione di borsa che dipende da domanda e offerta presenti sul mercato. Quando la domanda aumenta si ha un incremento del patrimonio della società, invece quando aumenta l’offerta diminuisce la quota delle azioni.
Gli indici di borsa
Gli indici di borsa sono degli indicatori telematici che misurano l’andamento delle quotazioni di borsa (aumento o diminuzione dei prezzi delle azioni). Gli indici di borsa individuano la variazione percentuale giornaliera delle quotazioni dei titoli. Le borse sono: New York, Londra, Tokyo Parigi, Francoforte e Milano, ognuno ha il proprio indice, infatti quella di Milano ne ha tre: il Mibtel (indice generale), il Mib-30 (valore medio delle 30 azioni più diffuse sul mercato) e l’indice del nuovo mercato. Un mercato è propenso ad investire in borsa quando c’è concorrenza degli investimenti alternativi, previsioni sul futuro economico, la predisposizione al rischio di investitori e risparmiatori e fattori emotivi (tensioni politiche).
Gli operatori di borsa
Gli operatori di borsa sono i soggetti della domanda e offerta del mercato finanziario. Questi operatori sono:I venditori stabili ovvero imprese e stato che collocano i titoli sul mercato per ottenere finanziamenti.
Gli acquirenti stabili che sono famiglie, assicurazioni, società finanziarie che comprano titoli per investire la propria liquidità o per acquisire il controllo dei pacchetti azionari delle società quotate.
Gli speculatori sono coloro che approfittano dell’aumento e diminuzione delle quotazioni per guadagnare sulla differenza tra prezzo di vendita e acquisto. Lo speculatore può essere rialzista quando stipula un contatto con un rialzo nel corso del titolo, viceversa il ribassista. La speculazione è consentita dalla legge perché favorisce il lancio dei titoli di nuova emissione e i prezzi ad essere uguali nel tempo, lo speculatore acquista i titoli quando le quotazioni sono basse e li vende quando sono alte.
La bolla speculativa di borsa
È un aumento delle quotazioni delle azioni di un settore a cui avverrà un crollo del valore di mercato che danneggia i risparmiatori e speculatori che si fidavano di esso.
I contratti di borsa
I contratti di borsa posso essere:Pronti vuol dire che la loro esecuzione viene fatta contemporaneamente con la stipulazione. Questa operazione sono compiute da acquirenti stabili che non hanno un fine speculativo.
A termine invece sono speculativi perché l’esecuzione viene rinviata a un dato periodo di tempo. I rialzisti e ribassisti vogliono solo speculare sulle oscillazioni di valore infatti i contratti a termine prevedono che il pagamento dell’importo sia uguale alla differenza tra prezzo di vendita e di acquisto. Tra i più importanti contratti a termine detti derivati finanziari ci sono: i futures inerenti a scambi di titoli da eseguire in una data stabilita è un prezzo determinato al momento della stipulazione. Le option cioè la facoltà di acquistare e vendere titoli finanziari a scadenza e prezzo predeterminati
La Borsa in Italia
Nel nostro Paese le borse sono gestite dalla CONSOB (commissione nazionale per le società e la borsa) con lo scopo di soddisfare l’interesse pubblico di tutela del risparmio. La borsa più importante in Italia è quella di Milano, può essere gestita da una o più società per azioni che deve svolgere compiti di autoregolamentazione e autogestione.
La trattazione dei titoli
L’acquisto e la vendita dei titoli vengono effettuati tramite circuito telematico che opera tramite stazioni di lavoro e collega gli operatori alla borsa.
I soggetti abilitati alla prestazione di serv inv
Gli intermediari che devono operare in borsa sono:Le società di intermediazione mobiliare sono imprese che devono essere simili alle SPA e SAPA, devono essere iscritte all’albo e possono prestare i loro servizi negli Stati dell’Unione europea liberamente.
Le banche possono operare direttamente in borsa o con l’istituzione delle SIM.
Le imprese di investimento comunitarie devo avere l’autorizzazione del loro paese d’origine e iscritte all’albo delle SIM.
Le imprese di investimento extracomunitarie possono prestare i loro servizi e devono essere autorizzate dalla CONSOB e devono essere iscritte all’albo.
I servizi di investimento
I servizi di investimento sono:- La compravendita di titoli per conto proprio, la raccolta di acquisto o vendite di titoli per terzi e la gestione patrimoniale per terzi.
- Poi ci sono i servizi accessori come di custodia e amministrazione di titoli, consulenza agli investitori in operazioni finanziarie, servizi di locazione.
Gli investitori istituzionali e la loro attività
Gli investitori istituzionali sono organismi pubblici o privati che investono le disponibilità liquide che possiedono nei titoli del mercato finanziario.
Le banche
Le banche hanno un portafoglio di titoli e le aziende di credito possono finanziare il sistema produttivo attraverso prestiti obbligazionari.
Gli istituti di assicurazione
Le imprese assicuratrici sono in grado di disporre di una grande liquidità da impiegare per immobili, di titoli di stato e obbligazioni private.
I fondi comuni di investimento
Essi nascono da funzioni svolte dagli operatori tra risparmiatori e mercato finanziario. Il fondo consente alle famiglie di investire anche piccole somme. Esistono tre tipi di fondi comuni: azionari obbligazionari e bilanciati. I vantaggi di questi organismi sono: si avvalgono dell’esperienza e professionalità degli operatori finanziari e investono i risparmi emessi da altre società.
I fondi chiusi
I fondi chiusi non consentono il riscatto della quota in qualsiasi momento ma al termine di vita del fondo e il progetto di investimento a cui appartiene una serie chiusa del fondo dato che è mirato a finanziare le imprese in un settore produttivo. I fondi aperti invece sono il contrario dei fondi chiusi e consentono di riscattare la propria quota.
Le società finanziarie
Le società finanziarie hanno lo scopo di controllare i pacchetti azionari delle società quotate ottenendo fondi propri o del gruppo a cui appartengono.
Le società di intermediazione a capitale variabile
Le SICAV raccolgono il risparmio al pubblico e lo impiegano sul mercato finanziario. I risparmiatori delle SICAV sottoscrivono le azioni e diventano azionisti. Queste società sono iscritte in un apposito albo presso la Banca d’Italia, vengono controllate dalla CONSOB e questi organismi hanno una natura giuridica come quella delle SPA.
Relazioni tra mercato e finanziario
C’è una relazione tra il tasso di interesse praticato sul mercato monetario e quello vigente sul mercato finanziario. Il tasso di interesse sulle azioni a lungo termine è maggiore di quello a breve termine infatti più dura a lungo più ci sono rischi per il debitore. La crisi economica ha fatto diminuire i contratti di borsa, infatti le perdite subite dai mercati azionari hanno danneggiato i piccoli risparmiatori mentre il lavoro degli speculatori ha danneggiato gravemente le finanze dei paesi più deboli economicamente. Questi crolli hanno generato l’aumento delle spese pubbliche per gli interessi.
La politica monetaria
La politica monetaria è l’insieme dei provvedimenti pubblici usati dalle autorità per modificare le variabili monetarie ed influire su quelle reali. Una politica monetaria espansiva verrà adottata quando un governo come obiettivo considererà la piena occupazione aumentando la liquidità del sistema. una politica monetaria espansiva può causare un aumento dell’indice dei prezzi quindi funzioni inflazionistiche. Invece i governi che attuano una politica monetaria restrittiva danno un’importanza fondamentale alla stabilità della moneta. All’aumentare dell’offerta diminuisce il tasso di interesse, si incrementano occupazione e investimenti e si espande il reddito nazionale e dei consumi.
Incompatibilità tra obiettivi
L’incompatibilità tra gli obiettivi di politica economica sono:Conflitto tra piena occupazione e stabilità monetarie.
Conflitto tra piena occupazione e equilibrio dei conti con l’estero: può essere raggiunto aumentando la domanda globale, un’espansione di reddito genera un aumento delle importazioni, mentre le esportazioni restano stabili. Conflitto tra politica redistributiva del reddito e stabilità monetaria, comporta interventi pubblici per finanziare le spese di trasferimento. Il fabbisogno dello stato dovrebbe finanziare l’emissione di prestiti pubblici. La crescita della spesa pubblica potrebbe danneggiare l’obiettivo della stabilità politica con un aumento dei prezzi.
Gli obiettivi di politica economica sono incompatibili tra loro. La quantità di moneta in circolazione di un paese viene determinata dalla base monetaria è gestita dal sistema bancario. Infatti un obiettivo di politica economica non può essere raggiunto se manca un controllo efficace sul credito totale interno che è costituito da flussi monetari che entrano nel sistema economico tramite crediti che vengono concessi dalle banche. Il credito totale interno è costituito da finanziamenti a favore del settore privato e pubblico.
Gli strumenti della politica monetaria
La banca centrale europea e il sistema europeo delle banche centrali hanno il potere di manovrare gli strumenti di politica monetaria di tutti gli Stati che l’hanno adottata.
La manovra del tasso ufficiale di sconto
La banca centrale può finanziarie le banche ordinarie attraverso anticipazioni di liquidità e se lo ritiene necessario dovrà diffondere il credito e diminuire il saggio ufficiale di sconto (tasso ufficiale di riferimento distinto in tasso overnight, interbancario e tasso pronti contro termine, di interesse sulle operazioni di rifinanziamento) cioè dovrà ridurre i prestiti alle altre banche. Al contrario con un incremento del saggio ufficiale il sistema bancario pagherà un interesse più alto, questa manovra avrà effetti negativi sugli investimenti.L’unificazione dei tassi d’interesse ha un’armonizzazione dei rendimenti dei capitali, del costo del denaro, una diminuzione del debito pubblico e una lotta all’inflazione.
Le operazioni sul mercato aperto
La banca centrale può acquistare e vendere titoli sul mercato finanziario, se li acquista trasferisce alle banche mezzi monetari utili per espandere il credito (aumenta l’offerta e diminuisce il saggio di interesse). Se li vende si avrà una manovra restrittiva.
Le variazioni del coefficiente di riserva obbligatoria
Il coefficiente di riserva obbligatoria viene fissato dalla Banca centrale europea con una percentuale delle riserve che andrà a sottrarre liquidità al sistema bancario aumentando il coefficiente e riducendo il moltiplicatore dei depositi. Al contrario se il coefficiente diminuisce aumenterà il moltiplicatore dei depositi.
I vincoli di portafoglio
I vincoli di portafoglio hanno effetti monetari restrittivi. Le banche possono essere obbligate ad investire una percentuale di incremento nell’acquisto dei titoli.
I controlli qualitativi del credito
Con i controlli qualitativi si stabilisce che l’espansione del credito dovrà limitarsi a una percentuale che serve a contenere l’eccessiva espansione dell’attività bancaria.I controlli quantitativi invece selezionano le richieste del credito svantaggiando il ricorso al credito di consumo. La banca centrale può individuare il target di massa monetaria che indica la percentuale di crescita monetaria annuale e il target di inflazione che è il tasso di inflazione di un determinato anno.
Gli indirizzi di politica monetaria
Sono due: keynesisno e monetarista.La politica keynesiana deve adeguarsi alla situazione momentanea per allentare gli squilibri. Quando si ha un’insufficienza di domanda globale bisogna effettuare manovre espansive con un incremento dell’offerta di moneta. Con una politica fiscale e con un’adeguata politica della spesa pubblica. Il disavanzo dello stato può essere coperto emettendo titoli di debito pubblico. Invece con una grande quantità di liquidità e pressioni inflazionistiche è meglio adottare manovre restrittive. Anche la politica dei redditi e dei prezzi può controllare l’inflazione.
La politica monetarista deve controllare l’offerta con un rigido controllo del tasso di crescita monetaria stabilito ogni anno dalle autorità competenti.
Politica monetaria europea
La banca centrale europea è responsabile della politica valutaria dell’Unione europea, deve assicurare la stabilità di valore dell’euro con quella delle altre valute però deve esserci un equilibrio perché l’euro non può essere troppo forte per evitare problemi agli altri paesi. Però potrebbe essere vantaggioso per attirare investimenti dall’estero.Con la centralizzazione della politica monetaria esiste un unico tasso ufficiale di sconto.
Rapporti economici internazionali
Dal punto di vista economico il resto del mondo è formato da tutti i paesi esteri con i quali i soggetti di un sistema economico mantengono rapporti di scambio di beni e servizi. Le importazioni sono l’insieme dei beni e servizi acquistati all’estero e venduti e utilizzati sul territorio nazionale, mentre le esportazioni sono quei beni e servizi prodotti sul territorio nazionale e venduti al resto del mondo. Per un paese è più importante aumentare le esportazioni così aumentano la produzione e il consumo.Se un paese decide di non avere rapporti economici cioè non vuole fare scambi di merci e servizi con altri paesi si ha un sistema chiuso e si applica una politica di protezionismo mentre se un paese fa degli scambi con altri viene definito sistema aperto e si applica una politica di libero scambio.
Il protezionismo è una politica economica che ha lo scopo di difendere i prodotti nazionali contro la concorrenza straniera, quindi proteggere l’economia interna del paese limitando le importazioni, infatti sono stati imposti i dazi doganali il cui costo veniva aggiunto a quello dei beni importati e si spendeva di più. Questo sistema chiuso comportava degli inconvenienti come la riduzione della competitività tra le imprese che non devono cooperare con quelle straniere, la difficoltà a reperire le materie prime nel caso non si trovassero nel paese e il rischio di ritorsioni economiche di alcuni stati verso quelli che hanno adottato il protezionismo.
Ad oggi prevale il sistema economico aperto grazie alle innovazioni di questi anni che hanno portato alla globalizzazione. Al contrario del protezionismo esiste il libero scambio o liberismo il quale annulla tutti gli ostacoli del commercio e permette una libera circolazione di beni e servizi. Secondo i liberisti questo sistema aperto ha degli effetti positivi, ad esempio per i consumatori perché quando c’è maggiore concorrenza tra i mercati, ognuno tende a offrire la migliore qualità a prezzi più bassi. Se non ci sono ostacoli come le dogane è possibile fare produzione più convenienti, grazie alle materie prime, alla manodopera, al clima. Ma come in ogni cosa, ci sono degli effetti negativi perché è normale che esistono paesi più sviluppati di altri, di conseguenza quelli in via di sviluppo tendono a scendere sempre di più dato che non possono permettersi una grande concorrenza con ottima qualità a prezzi più bassi.
La globalizzazione
Secondo l’OCSE (organizzazione per la cooperazione e sviluppo umano) la globalizzazione è quel fenomeno economico in cui gli Stati al giorno d’oggi sono sempre più interdipendenti tra loro, cioè la loro economia dipende sempre più da quella degli altri paesi. Tra gli strumenti che hanno favorito al massimo la globalizzazione troviamo i mezzi di trasporto, che sono sempre più veloci e riescono a trasportare le merci, le persone in tempi brevi da una parte all’altra e le nuove tecnologie informatiche.Oggi il mondo viene considerato un villaggio globale in cui tutti i cittadini hanno la possibilità di raggiungere ogni paese più facilmente, mentre una volta era difficile, e questi conoscono tutto ciò che accade negli altri stati, quali sono le condizioni di vita moderna, quali sono i rapporti sociali, la comunicazione.
La globalizzazione può essere definito un sistema aperto in cui merci, capitali e servizi circolano nel mondo e ha degli effetti positivi e negativi.
Tra gli aspetti positivi troviamo un aumento del libero scambio grazie all’eliminazione delle barriere doganali e di conseguenza anche le persone possono spostarsi nei paesi in cui c’è maggiore possibilità di lavoro, poi grazie alle nuove tecnologie di produzione c’è stata una riduzione dei prezzi e una maggiore competitività.
Mentre gli aspetti negativi riguardano una maggiore interdipendenza (rapporto di reciproca dipendenza) tra gli Stati, oppure se mancano politiche economiche a favore degli Stati in via di sviluppo, per tutelarli, la globalizzazione intensifica sempre di più lo squilibrio tra i paesi ricchi e poveri, quindi aumenta la disuguaglianza.
Le multinazionali sono aziende molto grandi che hanno filiali, sedi secondarie in altri paesi del mondo, ma si possono considerare multinazionali anche delle imprese più piccole che hanno almeno due sedi secondarie in paesi diversi. Le multinazionali hanno l’obiettivo di espandersi sempre di più, allargare il mercato a livello mondiale, fare grandi investimenti nei paesi in via di sviluppo in cui i costi sono più bassi, sia per la manodopera, per le materie prime, le imposte, quindi si attua una delocalizzazione cioè le imprese spostano le strutture in un luogo diverso da quello di origine.
Lo sviluppo economico
Lo sviluppo economico riguarda la crescita economia e sociale di un paese, quindi è la capacità di un sistema economico di crescere nel lungo periodo con l’aumento della produzione nazionale e questo è un aspetto positivo per il paese perché comporta un aumento del reddito globale (somma dei redditi percepiti dai soggetti economici) di conseguenza si ha un miglioramento del benessere della popolazione. Per misurare lo sviluppo economico esistono degli indicatori quantitativi che misurano la ricchezza e la crescita nazionale e indicatori qualitativi che misurano il benessere sociale, della popolazione, l’istruzione, la sanità, ecc...Gli indicatori quantitativi sono il prodotto Nazionale Lordo, il prodotto interno lordo e il PIL pro capite.
Il prodotto nazionale lordo rappresenta tutto ciò che si produce sul territorio nazionale, quindi il valore monetario di beni e servizi finali, acquistati dal consumatore finale che sono stati prodotti dai cittadini di una nazione in un certo periodo di tempo ma si prende in considerazione anche il lavoro, l’attività economia esercitata all’estero. Nel PNL vengono calcolate tutte le attività delle imprese che hanno operato sia all’interno che all’esterno del paese, ma non quelle straniere che hanno operato sul territorio nazionale. Nel PNL rientrano le quote di ammortamento, un processo che misura l’invecchiamento di beni durevoli e il suo uso in un certo periodo di tempo.
Il prodotto interno lordo è il valore monetario complessivo di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un certo periodo di tempo al lordo degli ammortamenti. La differenza tra il PNL E IL PIL è che il PNL calcola anche il valore dei beni e servizi finali prodotti all’estero da coloro che vivono in uno stato, mentre il PIL calcola complessivamente solo quei beni e servizi finali prodotti sul territorio nazionale. Il PIL è uno degli indicatori più usato per misurare lo sviluppo economico ed è anche più facile capire se un paese si sta sviluppando o meno, quindi si fa un confronto tra i paesi.
Il PIL pro capite è l’indicatore che viene usato per esprimere il livello di ricchezza per abitante prodotto da un territorio in un determinato paese dividendo il PIL per il numero di abitanti, infatti bisogna prendere in considerazione la crescita della popolazione, quindi più uno stato è popoloso, meno è la ricchezza che spetta ad ogni cittadino, (ma potrebbe aumentare se la crescita del PIL è maggiore della popolazione) però il PIL pro capite non dà indicazioni sul modo in cui viene distribuita la ricchezza del paese (al massimo con una valuta tipo tra euro e dollaro).
Poi ci sono gli indicatori qualitativi (benessere sociale) che sono l’indice di sviluppo umano e l’indice di povertà umana.
L’ISU è stato introdotto dal 1990 ed è un indicatore che serve a determinare la qualità di vita dei membri di un paese, il grado complessivo, sulla base di tre dimensioni, ovvero: lo standard economico di vita rappresentato dal PIL pro capite e rileva la ricchezza media di un paese, sanità e longevità misura l’età media della popolazione prendendo in considerazione delle aspettative di vita e infine l’istruzione che indica il tasso medio di scolarizzazione e alfabetizzazione in età adulta.
L’IPU fu introdotto dalle nazioni unite per integrare l’ISU, è un indicatore che misura la povertà umana soprattutto per quei paesi che vogliono raggiungere obiettivi per vivere in condizioni di vita migliori, per stare in buona salute, nutrirsi, vivere più a lungo, prevenire malattie. Inizialmente l’IPU era usato per i paesi più poveri, ma con il tempo è stato introdotto anche i paesi già sviluppati. Per i paesi in via di sviluppo vengono misurate le restrizioni umane come abbiamo già visto la lunghezza di vita, l’istruzione, le condizioni di vita, mentre per quei paesi già sviluppati, a questi si aggiunge la disoccupazione.
Gli squilibri della crescita economica
La crescita economica dipende da alcuni fattori che sono: i fattori naturali come materie prime e fonti di energia, il capitale monetario da impiegare per gli investimenti, il capitale umano ovvero l’abilità e le competenze di persone che lavorano per il benessere sociale ed economico e il progresso tecnologico, con l’innovazione e il miglioramento della produttività. Se mancano queste risorse in un paese, si parla di sottosviluppo che genera diseguaglianze sociali e la crescita economica rallenta. Gli squilibri possono avvenire sia in paesi già sviluppati che in via di sviluppo. Un sistema economico non segue un andamento sempre uguale, possono esserci delle oscillazioni in aumento o diminuzione che portano o ad una grande crescita economica o ad una crisi. Il ciclo economico è l’insieme di queste oscillazioni che possono realizzarsi periodicamente nei paesi. Il ciclo economico è caratterizzato da 4 fasi ovvero, espansione, crisi, depressione e ripresa.L’espansione detta anche punto di svolta superiore è quando si ha un periodo di rapida crescita economica, grazie alla produzione e ai consumatori, il cosiddetto boom economico. La crisi è la fase successiva all’espansione in cui la produzione e il consumo vanno a diminuire, poi segue la depressione che sarebbe il contrario dell’espansione infatti viene chiamata punto di svolta inferiore in cui a causa degli scarsi investimenti, produzione e consumo consegue la disoccupazione e infine c’è la ripresa che è l’ultima fase in cui l’economia inizia man mano a riprendersi, crescono gli investimenti, l’occupazione e queste 4 fasi sono un ciclo che si ripete.
Per evitare questi squilibri della crescita economica il governo attua delle politiche anticicliche ovvero se uno stato si trova nella fase di espansione si dovrebbe applicare un aumento dei tributi, quindi imposte che vanno a gravare sui cittadini e questo comporrebbe una diminuzione della moneta in circolazione; mente se uno stato si trova in una fase di depressione, si dovrebbe ridurre la pressione fiscale in modo da aumentare la moneta in circolazione e limitare gli investimenti.
La congiuntura rappresenta la situazione economica che c’è in un determinato momento del ciclo economico.
Il sottosviluppo è un sinonimo di povertà e indica L’ARRETRATEZZA di un paese dal punto di vista economico, culturale, sociale e tecnologico. Esistono diversi fattori che determinano il sottosviluppo in cui le principali caratteristiche sono: il pil pro capite basso quindi non c’è crescita economica, la ricchezza non viene distribuita in egual modo, solo pochi la possiedono mentre la maggior parte è povera, l’agricoltura è prevalente ma mancano le tecniche di produzione per garantire cibo a tutti, la produzione industriale è limitata, non c’è possibilità di investire per attività industriali, non ci sono trasporti, strade, acquedotti, c’è una costante crescita di popolazione grazie ad una elevata natalità, c’è un’instabilità politica perché vengono negati diritti civili alla popolazione e ci sono debiti con l’estero per le importazioni.
Il circolo vizioso della povertà indica le difficoltà dei paesi sottosviluppati per arrivare ad uno sviluppo economico. In questi paesi è limitato il consumo per il basso PIL pro capite e anche il capitale monetario per investire nelle innovazioni tecnologiche, la continua crescita di popolazione e la scarsa produzione vanno a ridurre sempre di più il PIL pro capite.
Per rimediare al sottosviluppo e uscire dal circolo vizioso gli Stati adottano delle politiche interne ed esterne.
Le politiche interne riguardano delle soluzioni per rimediare all’alfabetizzazione necessaria per formare un capitale umano per gestire la crescita, il controllo delle nascite, la redistribuzione della ricchezza, la modernizzazione socio economica.
Poi ci sono gli aiuti dall’estero per riequilibrare il commercio mondiale quando c’è differenza tra i valori dei beni importati ed espostati, c’è maggiore possibilità di trasformare le materie prime nel paese stesso e c’è meno dipendenza tra gli Stati. Poi la riduzione o l’annullamento del debito estero per i paesi sottosviluppati che ricevono i mezzi finanziari per gli investimenti. Vengono promossi comportamenti economici solidali quando vengono acquistati beni prodotti nei paesi poveri, in modo da avviare un processo interno di crescita economica. Infine una predisposizione di progetti di sviluppo endogeno, ossia i paesi più arretrati hanno bisogno di specifici programmi per impiegar gli aiuti finanziari.
Domande da interrogazione
- Che cos'è il mercato monetario e quali funzioni svolge?
- Quali sono i principali soggetti coinvolti nel mercato monetario?
- Qual è il ruolo della Banca Centrale nel sistema bancario?
- Come ha influenzato l'integrazione europea il sistema bancario italiano?
- Quali sono le differenze tra banca polifunzionale e banca universale?
Il mercato monetario è il luogo in cui avvengono le operazioni di prestito a breve termine. Serve a trasferire denaro dai settori che ne dispongono in eccesso verso quelli che ne necessitano, finanziando così il sistema produttivo e il consumo delle famiglie.
I soggetti principali del mercato monetario includono le famiglie, le imprese (sia di grandi che di piccole dimensioni), la pubblica amministrazione (diretta e indiretta) e il settore estero, che interagiscono economicamente con l'estero.
La Banca Centrale, come la Banca d'Italia per la Repubblica Italiana, svolge funzioni cruciali quali la raccolta ed elaborazione di dati finanziari, la gestione dei servizi di tesoreria e il controllo della concorrenza nel settore bancario, oltre a vigilare sui sistemi bancari nell'ambito dell'Unione Bancaria Europea.
L'integrazione europea, attraverso la Direttiva sul mercato unico dei servizi finanziari, ha introdotto principi come la libertà di stabilimento e la libera prestazione di servizi, permettendo alle banche di operare in tutti gli Stati dell'UE basandosi sull'autorizzazione ottenuta nel paese di origine, promuovendo così l'armonizzazione e la vigilanza unificata sotto la BCE.
La banca polifunzionale è un gruppo bancario che include diverse società specializzate in vari settori creditizi e finanziari, guidate da una società capogruppo. La banca universale, invece, è un unico soggetto giuridico che opera sia nel settore tradizionale del credito che nell'intermediazione finanziaria, potendo emettere obbligazioni e concedere crediti a varie scadenze.