Concetti Chiave
- L'allargamento a Est dell'Unione europea coinvolge tredici Paesi, tra cui dieci dell'Europa centrale e orientale, aumentando superficie e popolazione dell'UE.
- L'adesione di nuovi membri accrescerà l'influenza globale dell'Unione europea e stimolerà scambi economici e attività.
- I Paesi dell'Ue-15 beneficeranno dell'allargamento grazie alla crescita del commercio e nuove opportunità di investimento nei Peco.
- L'espansione del mercato unico favorirà la concorrenza e potenzialmente abbasserà i prezzi, migliorando crescita economica e occupazione.
- Anche se ci saranno benefici economici, l'impatto sulla crescita dei Paesi UE-15 sarà limitato, con un incremento del Pil valutato intorno ai 10 miliardi di euro.
L'allargamento a Est dell’Unione europea
Il processo di allargamento dell’Unione europea, avviato nel marzo del 1998, coinvolge tredici Paesi, dieci dei quali appartenenti all’Europa centrale e orientale (Peco): Bulgaria, Repubblica ceca, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Repubblica slovacca, Slovenia e Ungheria. A questi si aggiungono Cipro, Malta e Turchia.
Non è certo la prima volta che i Paesi dell’Unione danno vita a un processo di allargamento. Come è noto, l’Europa dei quindici è nata proprio dall’aggregazione, attorno al nucleo originario costituito da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Olanda, di Danimarca, Irlanda e Gran Bretagna nel 1973, della Grecia nel 1981, di Portogallo e Spagna nel 1986, di Austria, Finlandia e Svezia nel 1995. La fase attuale, tuttavia, assume un rilievo storico per le vaste proporzioni del fenomeno. Con l’allargamento a Est, l’Unione Europea vedrà crescere la propria superficie del 34% e la propria popolazione di 170 milioni di abitanti. L’adesione dei nuovi Paesi aumenterà il peso e l’influenza dell’Unione europea nel mondo, mentre scambi e attività economiche potranno trovare nuovo slancio.
Quali vantaggi per i Paesi dell’Unione?
Per i Paesi dell’Ue-15, i vantaggi dell’allargamento sono connessi alla crescita potenziale dei nuovi membri, all’incremento degli scambi commerciali e alle nuove opportunità di investimento che ne potranno derivare.
L’incremento del reddito dei Peco, aumentandone i consumi, aprirà importanti sbocchi commerciali per le Imprese dell’Unione, le quali d’altronde già ora risultano esportatrici nette verso queste aree. L’estensione del mercato unico, inoltre, favorirà la concorrenza creando le condizioni perché i prezzi possano anche diminuire, con effetti positivi sulla crescita economica e sull’occupazione.
Per quanto riguarda gli investimenti, va ricordato che, già dagli anni Novanta, un flusso consistente di investimenti diretti si è rivolto verso queste aree, dove la necessità di smantellare e sostituire impianti vecchi e obsoleti offre buone opportunità di rendimento.
Non bisogna tuttavia commettere l’errore di sovrastimare tali possibilità.
L’intero Pil dei Peco infatti è pari al 6,6% circa del Pil dei 15 (a prezzi del 1999), e dunque per questi ultimi il beneficio di crescita connesso all’allargamento sarà comunque limitato, con
un valore che si aggira intorno ai 10 miliardi di euro.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza storica dell'allargamento a Est dell'Unione europea?
- Quali sono i principali vantaggi economici per i Paesi dell'Ue-15 derivanti dall'allargamento?
- Quali sono le limitazioni dei benefici economici per i Paesi dell'Ue-15 dall'allargamento?
L'allargamento a Est dell'Unione europea è di rilievo storico per le sue vaste proporzioni, aumentando la superficie dell'Unione del 34% e la popolazione di 170 milioni di abitanti, accrescendo così il peso e l'influenza dell'Unione nel mondo.
I vantaggi economici includono la crescita potenziale dei nuovi membri, l'incremento degli scambi commerciali, nuove opportunità di investimento e l'estensione del mercato unico che favorirà la concorrenza e potrà portare a una diminuzione dei prezzi.
Nonostante le opportunità, i benefici economici per i Paesi dell'Ue-15 saranno limitati, poiché l'intero Pil dei Peco rappresenta solo il 6,6% del Pil dei 15, con un beneficio di crescita stimato intorno ai 10 miliardi di euro.