Concetti Chiave
- Ubaldo Oppi si ispira al classicismo rinascimentale e al plasticismo neoclassico, creando una figurazione affilata e rarefatta influenzata dal realismo magico.
- Marussig modifica la sua tavolozza per un effetto plastico e scultoreo, mantenendo modernità nei soggetti e composizioni fotografiche.
- Dudreville transita da una visione futurista a una pittura oggettiva e moderna con un naturalismo quasi fiammingo.
- Bucci e Malerba passano da una tradizione simbolista a una pittura della realtà con richiami classici più esteriori.
- Il movimento del Novecento promuove una pittura della Realtà contro le nostalgie dell'Antico, enfatizzando una realtà moderna e non idealizzata.
Classicismo rinascimentale
Come Sironi, ma in maniera più letterale, s'ispira al classicismo rinascimentale di Raffaello e Masaccio ma anche al plasticismo neoclassico picassiano. Ubaldo Oppi aveva costruito sulla suggestione del Picasso del periodo blu e su Derain ma anche sul Severini neoclassico una figurazione rarefatta e affilata, che fin dagli anni della guerra era indirizzata una sorta di realismo magico che ebbe un grande successo in Germania, dove i suoi dipinti erano stati uno dei punti di ispirazione per gli artisti della Neue Sachlichkeit. I suoi quadri erano caratterizzati da una sofisticata oggettività a differenza della rude forza sironiana e anche del classicismo plastico di Funi. Anche Marussig, che aveva già raggiunto una notevole maturazione artistica in ambito secessionista e post impressionista, muta la tavolozza degli esordi per scurirla in senso plastico e scultoreo ma mantenendo uno scatto di modernità di costume e di composizione nei suoi dipinti dai soggetti moderni dai tagli fotografici. Dudreville, che nel 1919 era approdato nelle fila futuriste di Marinetti, si orienta anche egli nel passaggio al gruppo sarfattiano su una visione oggettiva e moderna che rilegge attraverso una pittura di naturalismo quasi fiammingo. Mentre Bucci e Malerba, venendo da una tradizione simbolista, abbandonano le cadenze più estetizzanti per attingere a una pittura della realtà più tradizionale caratterizzata da richiami classici più esteriori.Da ciò si comprende quanto eclettica fosse la scelta di questi sette pittori e quanto gli aspetti comuni fossero limitati. L'unico punto in comune era dato da un'accezione nitida e precisa della realtà intesa come realtà moderna di forme di soggetti. Ecco quindi che alla pittura della Storia il movimento del Novecento risponde con la pittura della Realtà, una realtà sociale oppure naturale talvolta cruda mai idealizzata, in una parola la Realtà e l'Attualità contro le nostalgie dell'Antico inteso come sogno. L'espressione Sette pittori del 900 fu coniata da Bucci in una riunione tenutasi nell'autunno 1922. L'accoglienza ancora prima dell'uscita pubblica nella mostra tenutasi alla galleria Pesaro è inquieta e caustica. La prima uscita ufficiale poi non fu esente da turbolenze interne: il gruppo si presentò alla biennale di Venezia del 1924, dove la Sarfatti aveva ottenuto una sala grazie all'appoggio di Mussolini, ma il risultato fu critico in quanto l'intero gruppo di pittori viene letteralmente ignorato dai giornali. L'interesse della critica risulta infatti concentrato sui due episodi più alti del “realismo magico” italiano, Felice Casorati e Ubaldo Oppi che era ormai fuori dal gruppo.
Domande da interrogazione
- Quali sono le influenze artistiche principali dei pittori del movimento del Novecento?
- Come si differenziano i pittori del Novecento rispetto ad altri movimenti artistici?
- Qual è stata la reazione iniziale alla mostra dei Sette pittori del 900?
- Qual era l'unico punto in comune tra i Sette pittori del 900?
I pittori del movimento del Novecento si ispirano al classicismo rinascimentale di Raffaello e Masaccio, al plasticismo neoclassico picassiano, e al realismo magico, con influenze da artisti come Picasso, Derain, Severini e la Neue Sachlichkeit tedesca.
I pittori del Novecento si distinguono per una rappresentazione nitida e precisa della realtà moderna, in contrasto con la pittura della Storia e le nostalgie dell'Antico, focalizzandosi su una realtà sociale o naturale mai idealizzata.
La reazione iniziale alla mostra dei Sette pittori del 900 è stata inquieta e caustica, con critiche concentrate su Felice Casorati e Ubaldo Oppi, mentre il gruppo nel suo complesso è stato ignorato dai giornali.
L'unico punto in comune tra i Sette pittori del 900 era una visione nitida e precisa della realtà moderna, intesa come forme di soggetti, in opposizione alle nostalgie dell'Antico.