Concetti Chiave
- Il "vinculum iuris" nel diritto romano rappresenta il legame giuridico tra debitore e creditore, creando un'obbligazione per eseguire una prestazione.
- Il giurista Paolo distingue tra obbligazioni che non conferiscono proprietà di beni materiali e diritti reali che permettono l'acquisizione di beni.
- Quinto Mucio Scevola evidenzia la superiorità dei diritti reali, autosufficienti e opponibili erga omnes, rispetto alle obbligazioni che dipendono dalla cooperazione del debitore.
- L'obbligazione è un diritto relativo, richiedendo l'azione cooperativa del debitore per soddisfare le aspettative future del creditore.
- In caso di inadempimento del debitore, sorge una responsabilità che comporta il risarcimento dei danni al creditore, come descritto nel modello tedesco debito-responsabilità.
Indice
Il vincolo giuridico romano
Con l’espressione «vinculum iuris» si intendeva indicare, nel mondo romano, il vincolo giuridico che si creava in capo a debitore e creditore, legati dalla necessità di adempiere una prestazione per il primo e di riceverla per il secondo: ciò dava origine a un’obbligatio, che aveva ad oggetto l’esecuzione della prestazione.
La distinzione tra obbligazione e diritti reali
Il giurista romano Paolo parlò poi della substantia dell’obbligazione:: l’essenza dell’obbligazione non consiste in ciò che renda nostra qualcosa, bensì nel sorgere di un’obbligazione. Egli, dunque, opera una netta distinzione tra obbligazione, che non rende mai nostra una cosa materiale, e diritti reali, che determinano l’acquisizione di un bene. L’obbligazione, continua Paolo, crea un vincolo nei confronti di un terzo (il debitore, dunque una persona e mai un bene materiale), che è tenuto a dare, fare o prestare qualcosa.
Diritti reali vs obbligazioni
Il giurista Quinto Mucio Scevola ha scritto che è meglio avere un diritto reale che avere un’azione che possa far valere un’obbligazione: un diritto reale, infatti, può valere in qualsiasi momento verso tutti ed è caratterizzato dall’autosufficienza (è esperibile a prescindere dalla cooperazione di terzi); un’obbligazione, invece, è rivolta a qualcosa che si può ottenere sulla base della prestazione di un debitore che generalmente la esegue ma, talvolta, viene meno al proprio impegno (il creditore, dunque, necessita della cooperazione del debitore al fine di soddisfare gli interessi derivanti dal vincolo obbligatorio ). Ciò consente di capire il motivo per cui i diritti soggettivi assoluti si configuravano come «ius in re», mentre i diritti soggettivi relativi come «ius in persona».
Aspettative e responsabilità del debitore
Il vincolo obbligatorio poteva proiettarsi in avanti nel tempo in funzione di un’aspettativa satisfattiva che appartiene al futuro (l’adempimento di una prestazione entro un termine prestabilito). Pertanto, l’azione a tutela del vincolo obbligatorio è un’actio in personam perché il creditore necessita inevitabilmente del debitore (personam) per il verificarsi della sua aspettativa futura.
Se il debitore non esegue esattamente la prestazione prevista, sorge in capo al debitore responsabilità (egli dovrà risarcire i danni al creditore). I tedeschi hanno definito questo schema debito - responsabilità.
Domande da interrogazione
- Che cosa si intende con l'espressione "vinculum iuris" nel diritto romano?
- Qual è la differenza tra obbligazione e diritto reale secondo il giurista Paolo?
- Perché Quinto Mucio Scevola preferisce un diritto reale a un'obbligazione?
Nel diritto romano, "vinculum iuris" si riferisce al vincolo giuridico tra debitore e creditore, che obbliga il primo a eseguire una prestazione e il secondo a riceverla, creando così un'obbligatio.
Paolo distingue l'obbligazione, che non rende mai nostra una cosa materiale e crea un vincolo verso una persona, dai diritti reali, che determinano l'acquisizione di un bene.
Quinto Mucio Scevola preferisce un diritto reale perché è autosufficiente e valido verso tutti in qualsiasi momento, mentre un'obbligazione dipende dalla cooperazione del debitore per essere soddisfatta.