Concetti Chiave
- La teoria degli atti linguistici si concentra sulla natura pragmatica e performativa del linguaggio, strettamente legata al suo contesto d’uso.
- Una nozione linguistica può avere un uso fondazionale, per dimostrare una tesi, o euristico, per identificare presupposti concreti degli atti linguistici.
- Le contraddizioni performative si verificano quando un atto linguistico esprime un contenuto che contraddice le sue presupposizioni pragmatiche.
- Un esempio di contraddizione performativa è la promessa di non mantenere promesse, evidenziando l'incompatibilità tra il verbo e i suoi presupposti.
- I vizi linguistici possono essere lievi e non avere conseguenze serie, ma se violano le condizioni illocutive, creano contraddizioni significative.
Usi delle nozioni
La teoria degli atti linguistici evidenzia la natura pragmatica e performativa (concreta) del linguaggio, cioè il suo uso e il suo contesto d’uso. Dato che il significato del linguaggio è mutevole in base al contesto in cui esso è inserito, talvolta possono sorgere delle contraddizioni peformative, utili per studiare alcuni aspetti del linguaggio convenzionale del diritto, riconducibili al diverso uso che si può fare di una medesima nozione.
Una nozione può avere due usi principali: un uso fondazionale, che mira a dimostrare la verità di una tesi, e un uso euristico, il cui scopo è identificare i presupposti concreti degli atti linguistici, analizzando i casi in cui l’atto linguistico appaiono paradossali o non realizzano il proprio scopo illocutivo.
In altre parole, il soggetto parlante che cade in contraddizione performativa afferma, con un atto linguistico, un contenuto proposizionale che contraddice le presupposizioni pragmatiche del suddetto atto linguistico.
Un esempio di contraddizione performativa è rappresentato dalla frase: «ti prometto che non manterrò alcuna promessa», in cui il parlante esplicita un’incompatibilità tra il significato del verbo promettere e i presupposti pragmatici degli atti linguistici commissivi.
Nel linguaggio possono talvolta sorgere vizi linguistici: i più lievi si configurano come violazioni di condizioni indipendenti dallo scopo illocutivo e che riguardano singole istanze di un certo tipo di atto linguistico.
Al contrario, quando si violano le condizioni determinate dallo scopo illocutivo si generano vere e proprie contraddizioni performative.
In generale, dunque, è possibile dire che l’arbitrarietà dei contesti in cui gli enunciati sono adoperati rende l’uso di enunciati e atti linguistici estremamente bisognoso di una grande attenzione e cura illocutiva.