Concetti Chiave
- La legislazione recente ha avvicinato le caratteristiche del lavoratore autonomo a quelle del lavoratore subordinato, ma permangono incertezze sulla tutela giuridica.
- La giurisprudenza ha chiarito che la sospensione dell'account di un rider non equivale a un licenziamento illegittimo, ma a una sospensione temporanea.
- L'articolo 2 del d.lgs. 81/2015 prevede eccezioni alla disciplina per alcune collaborazioni continuative, ampliando le fattispecie nel tempo.
- Il lavoro autonomo ha subito una crisi significativa, portando all'introduzione della legge 81/2017 per garantire l'equo compenso e proteggere contro clausole vessatorie.
- La legge 81/2017, nota come «Jobs act dei lavoratori autonomi», stabilisce criteri minimi di compenso per tutelare la dignità del lavoratore autonomo.
Indice
Evoluzione del lavoratore autonomo
Rispetto al lavoratore autonomo degli anni 70, dunque, le caratteristiche dello stesso individuate dalla legislazione recente sono molto più vicine alla concezione di lavoratore subordinato. Tuttavia questa previsione non presenta risvolti ben chiari: la disciplina non consente di rispondere con certezza ad alcune delle domande principali legate alla tutela giuridica del lavoratore autonomo. Questo continua ad assicurarsi presso l’Inail in maniera autonoma e a sopportare le spese collegate allo svolgimento dell’incarico, però non è chiaro se egli goda delle tutele giuridiche legate al licenziamento illegittimo.
Giurisprudenza e tutela dei rider
La giurisprudenza si è espressa solo in merito alla tutela giuridica dei rider (ciclofattorini). Tramite una sentenza discussa presso il tribunale di Torino nel 2018 è stato stabilito che la sospensione dell’account del rider non è equiparabile al licenziamento illegittimo, bensì alla mera sospensione temporanea dell’attività lavorativa.
Eccezioni e applicazioni legislative
L’articolo 2 del d.lgs. 81/2015 prevede una serie di eccezioni in cui non si applica la disciplina prevista dallo stesso decreto, bensì dall’articolo 409 del Codice di procedura penale. L’elenco di queste fattispecie è stato ampliato nel corso del tempo. Tra esse figurano le collaborazioni continuative tra call center e prestatori d’opera autonomi e tra associazioni sportive dilettantistiche e i relativi iscritti. In sostanza, l’articolo 2 può trovare applicazione in una ristretta cerchia di ipotesi.
Crisi e interventi legislativi recenti
Negli ultimi anni, il lavoro autonomo riconducibili all’art. 2222 c.c. ha subito una gravissima crisi. Il legislatore è recentemente intervenuto con una legge del 2017 (legge 22 maggio n. 81), nota anche come «Jobs act dei lavoratori autonomi». Essa ha introdotto nuove tutele a favore di tale categoria soprattutto per ciò che attiene il cosiddetto «equo compenso», non più affidato alle esigenze del mercato, bensì a criteri quantitativi minimi al di sotto dei quali il compenso non è considerato dignitoso. La legge 81/2017 si propone di proteggere i lavoratori autonomi dalle clausole vessatorie previste dall’articolo 33 del Codice del consumo.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali incertezze legate alla tutela giuridica del lavoratore autonomo?
- Come è stata affrontata la questione della tutela giuridica dei rider?
- Quali sono le novità introdotte dalla legge 81/2017 per i lavoratori autonomi?
La disciplina attuale non chiarisce se il lavoratore autonomo goda delle tutele giuridiche legate al licenziamento illegittimo, nonostante debba assicurarsi autonomamente e sostenere le spese del proprio incarico.
Una sentenza del tribunale di Torino nel 2018 ha stabilito che la sospensione dell’account di un rider non equivale a un licenziamento illegittimo, ma a una sospensione temporanea dell’attività lavorativa.
La legge 81/2017, nota come «Jobs act dei lavoratori autonomi», ha introdotto nuove tutele come l'equo compenso, stabilendo criteri quantitativi minimi per il compenso e proteggendo i lavoratori autonomi dalle clausole vessatorie.