Concetti Chiave
- I giuristi devono sviluppare un metodo personale per interpretare il diritto, partendo dallo studio delle norme e delle disposizioni legislative.
- È essenziale leggere direttamente le fonti legislative, evitando di affidarsi esclusivamente a materiali di secondo grado come manuali o dispense.
- Comprendere il fine di una norma richiede il confronto con la realtà, analizzando esperienze quotidiane per identificare gli interessi che le norme tutelano.
- L'interpretazione testuale delle disposizioni deve essere integrata con altre forme esegetiche per individuare la ratio, il valore intrinseco della norma.
- Nel diritto non esiste una verità universale; le interpretazioni si basano su ciò che è più convincente e tangibile rispetto a ciò che non lo è.
Studio teorico e applicazione pratica del diritto
Non esiste un solo metodo per interpretare e applicare il diritto. Spesso i giuristi, in particolare gli studenti alle prime armi, non riescono a togliersi di dosso l’impressione di approcciarsi a una materia quantomai astratta e confusa. Acquisire il metodo più giusto per percepire il diritto come qualcosa di concreto, di vivo, è quindi fondamentale, ma anche estremamente difficile, proprio perché non esiste un approccio più giusto degli altri.
Con l’esperienza e la pratica, ognuno sviluppa un metodo personale, ma fra le diverse modalità interpretative c’è sempre un punto in comune: lo studio di norme e disposizioni legislative.
Per avere una visione completa del diritto è indispensabile leggere in prima persona le fonti che lo costituiscono, senza affidarsi a materiale di secondo grado (manuali, dispense, spiegazioni del docente, ecc).
Chi si avvicina a una norma deve primaditutto domandarsi a quale fine essa sia stata scritta, per proteggere quale valore o scongiurare quale pericolo.
Questi interrogativi devono essere risolti attraverso un contatto diretto con la realtà che circonda il giurista: studiando le norme relative al diritto di sciopero, ad esempio, egli potrà capirne l’importanza e il significato evocando esperienze quotidiane di scioperi in servizi essenziali (autobus, aerei, treni, ecc). In cui, possibilmente, sia stato coinvolto in prima persona. In questo modo, l’interprete potrà individuare gli interessi e le esigenze che le norme in questione si propongono di tutelare e proteggere. In questo modo si passa dalla disposizione, la mera formulazione testuale del diritto, alla norma, cioè la sua interpretazione, basata sullo studio del significato proprio delle parole (art. 12 preleggi).
L'interpretazione testuale, però, risolve soltanto una parte dei quesiti sollevati dalla lettura della disposizione; per questo, l'interprete è costretto a ricorrere ad altre forme esegetiche, così da poter individuare la ratio della disposizione.
La ratio attiene al valore intrinseco della formulazione testuale. Per individuarlo, l’interprete conduce un’analisi giuridica in senso stretto, studiando la fonte legislativa di cui la disposizione fa parte (interpretazione sistematica, finalizzata a garantire la coerenza del sistema giuridico).
L'interprete, infine, deve adattare il significato astratto della norma al caso concreto, cioè alla controversia giuridica sottoposta alla sua attenzione.
Il mondo del diritto è pervaso da numerosi canoni interpretativi per questo al suo interno non può esistere una verità universale, da tutti accettata. Il mondo del diritto, pertanto, non si fonda sulla Verità, bensì su ciò che è convincente rispetto a ciò che non lo è; su ciò che risulta più credibile, più tangibile.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza di leggere le fonti legislative in prima persona?
- Come si passa dalla disposizione alla norma?
- Qual è il ruolo della ratio nella comprensione di una disposizione?
- Perché non esiste una verità universale nel mondo del diritto?
È indispensabile per avere una visione completa del diritto e per comprendere il fine per cui una norma è stata scritta, senza affidarsi a materiale di secondo grado.
Si passa dalla disposizione alla norma attraverso l'interpretazione, basata sullo studio del significato delle parole e sull'analisi della realtà circostante.
La ratio riguarda il valore intrinseco della formulazione testuale e viene individuata attraverso un'analisi giuridica sistematica per garantire la coerenza del sistema giuridico.
Perché il diritto si basa su ciò che è convincente e credibile, piuttosto che su una Verità assoluta, a causa dei numerosi canoni interpretativi presenti.