Concetti Chiave
- La statizzazione del diritto ha visto il passaggio dalle norme consuetudinarie a leggi scritte tra il 1700 e il 1800.
- La codificazione moderna ha sostituito le regole feudali, disciplinando nuovi rapporti tra individui e gruppi.
- Il termine "codice" deriva dalle tavolette di legno usate dagli antichi romani per scrivere.
- Il "diritto" si riferisce anche alla scienza giuridica, che studia le norme vigenti in una società.
- Il "diritto positivo" è il diritto applicato in un tempo e luogo specifico e subisce continue evoluzioni.
La statizzazione del diritto
Negli stati moderni le regole di condotta si presentano prevalentemente come norme scritte. La statizzazione del diritto, cioè l'iniziativa da parte di uno stato di emanare leggi precise e complete, si attuò tra il 1700 e il 1800, periodo nel quale le norme consuetudinarie furono appunto sostituite gradualmente con norme statali: i singoli stati cominciarono a procedere all'emanazione di leggi che abolivano le regole feudali e disciplinavano in modo sostanzialmente nuovo i rapporti tra gli individui e i gruppi.
Nacque così il fenomeno della codificazione moderna. La codificazione è l'atto di riunire in codici una serie di leggi e regolamenti. Con la parola codice gli antichi romani indicavano le tavolette di legno spalmate di cera su cui scrivevano e che erano rilegate in forma di libro.La parola «diritto» viene anche usata per significare la scienza del diritto o scienza giuridica: si tratta di una scienza sociale che studia un particolare aspetto della società: quello costituito dalle norme giuridiche in essa vigenti. Se alla parola «diritto» aggiungiamo l'aggettivo «positivo» con questa espressione, «diritto positivo», intendiamo il diritto valido in una determinata società in un preciso mo storico; da questo è facile capire che il diritto positivo è in continua evoluzione.