Concetti Chiave
- La riforma gregoriana iniziò con Niccolò II, che modificò le modalità di elezione papale e contrastò simonia e concubinato.
- Gregorio VII, con il «Dictatus Papae» del 1075, affermò la supremazia del potere pontificio su quello laico.
- Il potere pontificio includeva la possibilità di deporre l'imperatore, come avvenne nel caso di Enrico IV.
- Il concordato di Worms del 1122 stabilì la doppia investitura, separando i poteri ecclesiastici e feudali.
- La riforma gregoriana promosse la ierocrazia, enfatizzando il predominio del potere religioso su quello imperiale.
Indice
Riforme di Niccolò II
Nella seconda metà del XI secolo, il pontefice Niccolò II riuscì a reprimere i diffusi fenomeni di simonia e concubinato che da diversi decenni interessavano gli ambienti ecclesiastici. Egli inoltre modificò le modalità di elezione del papa, non più affidata all’aristocrazia romana ma a un collegio di vescovi cardinali.
Dictatus Papae e Gregorio VII
La vera svolta fu però attuata dal pontefice Gregorio VII, il quale nel 1075 emanò il «Dictatus Papae», una raccolta di 27 proposizioni in cui confluirono gli obiettivi essenziali della cosiddetta «Riforma gregoriana», tra i quali spiccava l’esigenza di affermare la supremazia del potere pontificio (definito universale) su quello laico. Il potere di nominare, di trasferire e di deporre i vescovi doveva spettare esclusivamente alla Chiesa e al pontefice dovevano essere riconosciute prerogative analoghe a quelle dell’imperatore, come l’insindacabilità del suo operato e la possibilità di emanare sentenze inappellabili, ma persino più incisive (al pontefice doveva essere attribuita la possibilità di deporre l’imperatore e di liberare i suoi sudditi dal vincolo di fedeltà).
Conflitto tra Gregorio VII ed Enrico IV
Quest’ultimo potere fu effettivamente utilizzato da Gregorio VII, che nel 1076 scomunicò e depose l'imperatore Enrico IV di Franconia, il quale, con atto di pubblica umiliazione di alto significato politico, si recò a Canossa per ottenere un perdono destinato a non durare a lungo: nel 1080 Gregorio VII ribadì la sua decisione ed Enrico IV, dopo aver nominato un antipapa, assediò militarmente Roma, costringendo Gregorio a fuggire a Salerno, dove morì poco dopo.
Concordato di Worms e ierocrazia
La lotta per le investiture tra pontefice e imperatore trovò una battuta d’arresto nel 1122, anno in cui l’imperatore Enrico V e il pontefice Callisto II stipularono il concordato di Worms, nel quale era stabilito il principio della doppia investitura: i poteri pastorali avrebbero potuto essere attribuiti ai vescovi esclusivamente dalla Chiesa e quelli feudali solo dall’imperatore.
In definitiva, grazie al processo messo in moto dalla riforma gregoriana, la Chiesa iniziò ad essere considerata un’autorità posta su un livello corrispondente e speculare a quello dell’Impero. Addirittura, negli ambienti ecclesiastici si affermò la linea politica della "ierocrazia" (dal greco ieròs, "sacro", e kratìa, "potere"), che propugnava il prevalere del potere religioso su quello laico-imperiale.
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali modifiche apportate da Niccolò II nella Chiesa?
- Quali furono gli obiettivi principali del «Dictatus Papae» emanato da Gregorio VII?
- Come si concluse la lotta per le investiture tra il pontefice e l'imperatore?
Niccolò II riuscì a reprimere la simonia e il concubinato e modificò le modalità di elezione del papa, affidandola a un collegio di vescovi cardinali anziché all'aristocrazia romana.
Il «Dictatus Papae» mirava ad affermare la supremazia del potere pontificio su quello laico, attribuendo alla Chiesa il potere esclusivo di nominare, trasferire e deporre i vescovi, e riconoscendo al pontefice prerogative simili a quelle dell'imperatore.
La lotta per le investiture si concluse con il concordato di Worms nel 1122, che stabilì il principio della doppia investitura: i poteri pastorali ai vescovi dalla Chiesa e quelli feudali dall'imperatore.