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Concetti Chiave

  • Nel settore pubblico, i compensi variabili sono legati alla produttività individuale, applicati principalmente ai dirigenti tramite valutazione delle prestazioni.
  • I dirigenti che non rispettano gli standard amministrativi subiscono detrazioni automatiche della retribuzione di risultato.
  • Il Decreto Brunetta del 2017 mira a valorizzare il merito di tutti i dipendenti pubblici, introducendo organismi indipendenti di valutazione (OIV) per giudicare la produttività.
  • Il decreto proponeva graduatorie per differenziare le retribuzioni, ma le amministrazioni hanno preferito affidare la definizione delle risorse ai contratti collettivi nazionali.
  • I contratti collettivi devono garantire che la diversificazione dei giudizi si rifletta in una reale diversificazione dei trattamenti economici per i dipendenti.

Indice

  1. Compensi variabili nel lavoro pubblico
  2. Decreto Brunetta e valutazione
  3. Resistenze e contratti collettivi

Compensi variabili nel lavoro pubblico

Nel lavoro pubblico, i compensi variabili sono corrisposti in funzione della produttività che caratterizza le performance individuali dei dipendenti. In pratica, però, questo criterio è osservato soltanto per il dirigente pubblico, al quale la retribuzione di risultato è corrisposta a seguito della valutazione delle prestazioni da lui svolte.

In particolare, i dirigenti che non vigilano sul rispetto degli standard quantitativi e qualitativi dell’azione amministrativa sono soggetti a una detrazione automatica della retribuzione di risultato.

Decreto Brunetta e valutazione

Nel 2017, il cosiddetto «Decreto Brunetta» ha evidenziato la necessità di valorizzare il merito e incentivare la produttività di tutti i dipendenti pubblici, non solo dei dirigenti. Per raggiungere questo obiettivo, il decreto ha previsto la presenza, in ciascuna amministrazione, di organismi indipendenti di valutazione (OIV) chiamati a esprimere un giudizio sull’efficacia e la produttività delle prestazioni lavorative svolte dai dipendenti pubblici. L’obiettivo di questo meccanismo, non ancora in funzione, è differenziare le retribuzioni a seconda dell’effettivo risultato raggiunto dai lavoratori.

Resistenze e contratti collettivi

Originariamente, il decreto Brunetta aveva previsto la ripartizione del personale dirigenziale e non in graduatorie e fasce di merito, a seconda dei livelli di performance, in modo che a ogni fascia corrispondesse un premio retributivo; le pubbliche amministrazioni, però, hanno respinto questo modello, demandando ai contratti collettivi nazionali il compito di stabilire la quota delle risorse effettivamente destinate a remunerare le performance dei singoli dipendenti.

I CCNL sono anche tenuti a fissare i criteri idonei a garantire che, alla diversificazione dei giudizi, corrisponda una effettiva diversificazione dei trattamenti economici correlati. Per i dirigenti il criterio di attribuzione dei premi è applicato con riferimento alla retribuzione di risultato. Sarà da verificare il funzionamento di questo nuovo assetto. L’esperienza giustifica qualunque tipo di scetticismo, in misura direttamente proporzionale all’altisonanza delle parole usate dalle normative.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dei compensi variabili nel lavoro pubblico?
  2. I compensi variabili nel lavoro pubblico sono legati alla produttività e alle performance individuali, ma in pratica si applicano principalmente ai dirigenti, la cui retribuzione di risultato dipende dalla valutazione delle loro prestazioni.

  3. Cosa prevede il Decreto Brunetta riguardo alla valutazione dei dipendenti pubblici?
  4. Il Decreto Brunetta del 2017 sottolinea l'importanza di valorizzare il merito e incentivare la produttività di tutti i dipendenti pubblici, istituendo organismi indipendenti di valutazione per giudicare l'efficacia e la produttività delle prestazioni lavorative.

  5. Quali sono le resistenze incontrate nell'applicazione del Decreto Brunetta?
  6. Le pubbliche amministrazioni hanno respinto il modello di graduatorie e fasce di merito previsto dal Decreto Brunetta, affidando ai contratti collettivi nazionali il compito di stabilire le risorse destinate a remunerare le performance, sollevando dubbi sull'effettiva diversificazione dei trattamenti economici.

Domande e risposte

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