Concetti Chiave
- La rappresentanza sindacale iniziò con le Commissioni interne del 1943, rimaste inapplicate fino al patto del 1947.
- Il patto del 1947 limitava la rappresentanza al settore industriale, per aziende con almeno 25 dipendenti.
- Le Commissioni interne avevano funzioni propositive e consultive, ma non contrattuali, funzione riservata ai sindacati territoriali.
- Con lo Statuto dei lavoratori del 1970, le rappresentanze sindacali aziendali (RSA) sostituirono le precedenti forme di rappresentanza.
- I Consigli di fabbrica (CDF) includevano lavoratori sindacalizzati e non, con seggi riservati ai rappresentanti sindacali.
Origini della rappresentanza sindacale
La rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro si affermò per la prima volta nel 1943 mediante l’accordo che istituì le Commissioni interne (CI). Tuttavia la loro creazione rimase solo formale: l’accordo, infatti, non fu mai applicato.
Il suo contenuto fu riproposto nel nuovo patto stipulato nel 1947 tra la CGIL, ancora unitaria, e Confindustria. Il documento aveva un’efficacia molto limitata: era valido nel solo settore industriale e prevedeva la costituzione delle Commissioni interne esclusivamente nelle imprese con almeno 25 dipendenti. Si stabilì che la CI fosse eletta a scrutinio segreto e a suffragio universale, restando in carica due anni. Essa aveva funzioni propositive, consultive e conciliative; inoltre doveva svolgere il controllo preventivo sulla motivazione dei licenziamenti individuali. Tuttavia non aveva competenza contrattuale a livello d’azienda, riservata alle organizzazioni sindacali territoriali. Dopo la scissione della CGIL fu firmato un nuovo accordo che indebolì il potere delle CI, che gradualmente scemò fino a scomparire del tutto con l’entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori.
Transizione verso nuove forme di rappresentanza
Per superare le CI fu proposta la loro sostituzione con le SAS (sezioni sindacali aziendali), che però non riuscirono a raggiungere questo obiettivo. Vennero così istituite nuove forme di rappresentanza dei lavoratori: i delegati (di reparto, linea o gruppo) che confluirono nei Consigli di fabbrica (CDF).
Del CDF potevano far parte sia i lavoratori iscritti a un sindacato sia quelli che non lo erano; una parte dei seggi era però riservata agli aderenti scelti dalle confederazioni come propri rappresentanti. CI, delegati e CDF hanno offerto soluzioni diverse, rivolte però allo stesso obiettivo: assicurare la rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro. Questo scopo è stato raggiunto in modo definitivo solo nel 1970: l’articolo 19 dello Statuto dei lavoratori ha infatti introdotto le rappresentanze sindacali aziendali (RSA).
Domande da interrogazione
- Quali furono le origini della rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro?
- Quali furono le funzioni delle Commissioni interne (CI)?
- Come si è evoluta la rappresentanza sindacale dopo le Commissioni interne?
La rappresentanza sindacale si affermò nel 1943 con l'accordo per le Commissioni interne, ma fu realmente implementata solo nel 1947 con un patto tra CGIL e Confindustria, limitato al settore industriale e alle imprese con almeno 25 dipendenti.
Le CI avevano funzioni propositive, consultive e conciliative, e dovevano controllare preventivamente la motivazione dei licenziamenti individuali, ma non avevano competenza contrattuale a livello aziendale.
Dopo le CI, si cercò di sostituirle con le SAS, ma senza successo. Si istituirono quindi i delegati e i Consigli di fabbrica (CDF), culminando nel 1970 con l'introduzione delle rappresentanze sindacali aziendali (RSA) grazie all'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori.