Concetti Chiave
- La qualificazione del contratto identifica il tipo contrattuale astratto per applicare la disciplina corretta.
- La mancanza di un nomen iuris rende complessa la qualificazione, richiedendo criteri giuridici specifici.
- La legge talvolta fornisce criteri per la qualificazione, come distinguere tra vendita e contratto d'opera.
- Contratti con elementi di diversi tipi legali possono essere qualificati come contratti misti.
- La qualificazione è uno strumento giuridico fondamentale, spesso utilizzato in controversie legali.
Definizione e importanza della qualificazione
La qualificazione è l’operazione che mira a identificare l’astratto tipo contrattuale cui ricondurre il contratto concreto, così da assoggettarlo alla relativa disciplina. In alcuni casi la qualificazione è resa particolarmente ardua: ciò avviene, ad esempio, quando le parti non forniscono al contratto nessun nomen iuris. Talvolta è la stessa legge a fornire il criterio mediante cui giungere alla qualificazione: ad esempio, l’art. 2223 impone di qualificare il contratto come vendita o come contratto d’opera con materia fornita dal prestatore d’opera, a seconda che risulti che le parti abbiano tenuto soprattutto in considerazione la materia oppure l’opus.
Contratti misti e disciplina applicabile
Questione: cosa succede quando il contratto presenta elementi estranei alla fattispecie del tipo legale astratto?
In questa ipotesi è più complesso giungere alla qualificazione. Se un contratto presenta elementi riconducibili a più tipi sarà possibile qualificarlo come contratto misto, ma dovrà essere sottoposto alla disciplina di uno dei due tipi di contratto, a seconda che siano prevalenti gli elementi dell’una o dell’altra figura negoziale.
Dunque, la qualificazione rappresenta uno dei principali strumenti mediante cui giungere all’inquadramento del tipo contrattuale. Per questo, essa è soprattutto utilizzata dalla giurisprudenza nelle controversie che hanno ad oggetto questioni inerenti la natura del contratto.