Concetti Chiave
- I romani conoscevano diversi modelli di proprietà, oltre al duplex dominium, come il dominius ex iure Quiritium e la proprietà in bonis habere.
- La proprietà nel mondo romano includeva modelli basati su criteri diversi dall'appartenenza esclusiva della cosa al proprietario.
- Il sistema del common law ha radici romanistiche, nato con la conquista normanna dell'Inghilterra nel 1066.
- Guglielmo il Conquistatore divenne proprietario di tutto il suolo inglese, potendo fare concessioni perpetue trasmissibili agli eredi.
- La difesa processuale delle concessioni nel common law era simile alla proprietà bonitaria nel diritto romano.
Modelli di proprietà romana
Oltre al duplex dominium di cui parla Gaio, i romani hanno conosciuto altri modelli di proprietà. Il dominius ex iure Quiritium e la proprietà in bonis habere, infatti, sono affiancati da ulteriori modelli di acquisizione, che concernono l’ambito del diritto privato e si basano su un criterio diverso rispetto all’appartenenza esclusiva della cosa al proprietario. Nell’antica Roma, dunque da un lato si aveva l’appartenenza esclusiva al proprietario, mentre dall’altro si prospettava una soluzione alternativa, rappresentata dal sistema del common law, il quale ha una chiara discendenza romanistica.
Evoluzione del common law
La diversa concezione della proprietà disciplinata dal sistema del common law nacque in tempi molto antichi sulla base di quello che avvenne a partire dalla monarchia di Guglielmo il conquistatore. A seguito della conquista dell’Inghilterra da parte dei normanni nel 1066, Guglielmo divenne proprietario di tutto il suolo inglese. L’appartenenza del sovrano era di carattere costituzionale e, pertanto, era irrinunciabile. Il re, dunque, era l’unico effettivo titolare delle terre: la proprietà esclusiva del sovrano non poteva essere messa in discussione. Egli, però, poteva operare delle concessioni perpetue al fine di cedere un determinato terreno a un secondo soggetto: in questo modo, pur essendo l’unico effettivo proprietario del bene, il sovrano poteva concederne l’acquisizione a un soggetto. Tale concessione era definita «perpetua» poiché era trasmissibile agli eredi di colui che ne usufruiva (poteva quindi essere trasmessa a terzi); essa, inoltre, era munita di azione reale esperibile erga omnes e veniva legittimata tramite un atto traslativo idoneo (il pagamento). Dal punto di vista processuale, dunque, la difesa della concessione era analoga a quella prevista nel caso di proprietà bonitaria. Ciò consente di comprendere il collegamento esistente tra la proprietà concessiva tipica del Common Law e meccanismi analoghi previsti per alcuni modelli di proprietà romanistici.
Domande da interrogazione
- Quali modelli di proprietà erano conosciuti nell'antica Roma oltre al duplex dominium?
- Come si è evoluto il concetto di proprietà nel sistema del common law?
- Qual è il collegamento tra la proprietà concessiva del common law e i modelli di proprietà romanistici?
Oltre al duplex dominium, i romani conoscevano il dominius ex iure Quiritium e la proprietà in bonis habere, insieme ad altri modelli di acquisizione basati su criteri diversi dall'appartenenza esclusiva.
Il concetto di proprietà nel common law si è evoluto a partire dalla monarchia di Guglielmo il conquistatore, che divenne proprietario di tutto il suolo inglese, concedendo terre in modo perpetuo e trasmissibile agli eredi.
Il collegamento risiede nel fatto che la concessione perpetua del common law, legittimata tramite un atto traslativo, è simile ai meccanismi di proprietà bonitaria previsti nei modelli romanistici.