Concetti Chiave
- Le teorie di Say, Marshall e Schumpeter hanno distinto l'imprenditore dal capitalista, separando il ruolo di chi gestisce un'attività da chi fornisce capitale.
- Nel XVIII secolo, l'imprenditore era visto come un commerciante che otteneva profitto attraverso attività speculative e scambi.
- Il Codice civile italiano del 1942 definisce l'imprenditore come colui che organizza risorse per soddisfare bisogni umani, secondo regole specifiche.
- L'imprenditore moderno è colui che amministra attività di mercato, incentivando l'acquisto di beni e servizi per ottenere profitto.
- La concezione attuale dell'imprenditore ha radici nelle teorie giusnaturalistiche del passato, evolvendo nel tempo fino a oggi.
Indice
Distinzione tra imprenditore e capitalista
Le teorie avanzate da Say, Marshall e Schumpeter consentirono di distinguere la figura dell’imprenditore da quella del capitalista. Fino al 1700 si riteneva che le due figure coincidessero: grazie al contributo di Say, però, si definì l’imprenditore come colui che realizza un’attività di impresa servendosi di un capitale di cui non è necessariamente il proprietario. Nasce così la figura del capitalista, colui dal quale l’imprenditore ottiene un prestito e che specula sull’interesse del richiedente.
Evoluzione del concetto di imprenditore
In età giusnaturalistica, il concetto di imprenditore mutò ulteriormente. Durante il XVIII secolo si definiva tale un commerciante, cioè un professionista che realizzava un’attività speculativa basata sullo scambio. L’imprenditore, quindi, doveva ottenere un interesse dal servizio che metteva a disposizione. (Banchiere, assicuratore, manifatturiero, ecc.). Nella categoria non rientravano l’artigiano, l’artista, il libero professionista e l’agricoltore.
Definizione moderna di imprenditore
Il Codice civile italiano del 1942 ha parzialmente assorbito le diverse concezioni di imprenditore sviluppate in passato: esso definisce «imprenditore» colui che svolge un’attività volta a soddisfare uno o più bisogni dell’uomo. Egli deve essere in grado di organizzare e gestire uomini, beni e capitali. Le modalità mediante cui l’imprenditore deve attuare queste prerogative sono disciplinate da un apposito statuto: lo Statuto dell’imprenditore.
Ruolo dell'imprenditore nel mercato
In definitiva, secondo il Codice civile italiano l’imprenditore è colui che amministra un’attività di impresa al fine di immettere nel mercato beni, prodotti e servizi e incentivarne l’acquisto da parte dei consumatori, ottenendo un interesse (lucro) dalla suddetta attività di scambio e compravendita.
Origini storiche della nozione attuale
In sintesi, dunque, la nozione di imprenditore oggi vigente nel nostro ordinamento trae origine dalle teorizzazioni realizzate in età giusnaturalistica.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra imprenditore e capitalista secondo le teorie di Say, Marshall e Schumpeter?
- Come si è evoluto il concetto di imprenditore nel XVIII secolo?
- Come definisce il Codice civile italiano del 1942 l'imprenditore?
Le teorie di Say, Marshall e Schumpeter hanno permesso di distinguere l'imprenditore come colui che realizza un'attività di impresa utilizzando un capitale non necessariamente di sua proprietà, mentre il capitalista è colui che fornisce il capitale e specula sull'interesse.
Nel XVIII secolo, l'imprenditore era visto come un commerciante che realizzava attività speculative basate sullo scambio, ottenendo un interesse dal servizio offerto, escludendo artigiani, artisti, liberi professionisti e agricoltori.
Il Codice civile italiano del 1942 definisce l'imprenditore come colui che svolge un'attività per soddisfare bisogni umani, organizzando e gestendo uomini, beni e capitali, secondo lo Statuto dell'imprenditore.