Concetti Chiave
- Il modello di proprietà concessiva ha origini nell'antico diritto romano, differenziandosi dal dominium per l'obbligo di pagare un'imposta.
- Nel diritto romano, la proprietà concessiva riguardava gli agri vectigales, fondi italici statali concessi a privati tramite un vectigal.
- Gaio distingue tra proprietà del dominus, caratterizzata dalla gratuità, e proprietà bonitaria, che richiede un atto traslativo idoneo.
- La proprietà provinciale, inerente i territori dello stato romano, è tutelata da azioni reali e non prevede il pagamento di imposte.
- La proprietà per concessione è trasmissibile, richiede un canone periodico ed è tutelata da azione reale esperibile erga omnes.
Proprietà concessiva nel diritto classico
Il modello di proprietà caratteristico del Common Law, definito proprietà concessiva, trova le sue origini nell’antico mondo romano. Nel corso della sua storia, l’Impero conquistò moltissimi territori che trasformò, dal punto di vista amministrativo, in effettive proprietà dei romani. Secondo lo ius civilis, su tali fondi non si poteva vantare alcun diritto di proprietà, bensì esclusivamente una concessione tutelata da azione reale esperibile erga omnes, la quale consentiva di godere di tutela analoga a quella del dominium.
L’unica differenza tra il modello di proprietà del dominium e la proprietà per concessione è che quest’ultima richiede il pagamento di un’imposta, mentre la prima implica la gratuità.Nel mondo dell’antica Roma, il modello di proprietà per concessione riguardava gli agri vectigales (così chiamati poiché la loro acquisizione richiedeva necessariamente un vectigal), cioè fondi posti nel suolo italico appartenenti allo stato che potevano essere concessi a privati. Nel caso di proprietà di territori interni allo stato romano si parlava di proprietà provinciale; quando l’appartenenza concerneva invece gli agri vectigales si parlava di proprietà per concessione: i fondi posti nel suolo italico (agri vectigales), potevano essere acquisiti a titolo concessivo tramite il pagamento di un canone periodico (vectigal), erano trasmissibili e tutelati da azione reale esperibile erga omnes.
In sintesi, dunque, è possibile dire che il dominium prevedeva la gratuità, mentre la proprietà per concessione richiedeva il pagamento di un’imposta.
Secondo Gaio i romani conoscevano un duplex dominium:
- la proprietà del dominus, cioè la titolarità effettiva di un bene, caratterizzata dalla gratuità, tutelabile tramite rei vendicatio esperibile erga omnes;
- la proprietà bonitaria (in bonis habere), che richiede un atto traslativo idoneo (traditio) e garantisce il possesso qualificato (che necessita del corpus possessionis e dell’animus possidendi) ed è tutelabile tramite azione reale esperibile erga omnes (actio publiciana o actio fictio.)
Al duplex dominium descritto da Gaio si affiancano due ulteriori modalità di acquisizione:
- la proprietà provinciale, inerente i territori presenti all’interno dello stato, anch’essa tutelata da azione reale esperibile erga omnes;
- la proprietà per concessione, inerente gli agri vectigales (fondi sul suolo italico), per la quale è previsto il pagamento di un canone periodico, tutelata da azione reale esperibile erga omnes e trasmissibile agli eredi.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza principale tra il dominium e la proprietà per concessione nel diritto romano?
- Cosa sono gli agri vectigales nel contesto della proprietà concessiva?
- Quali sono le modalità di acquisizione della proprietà secondo Gaio?
La differenza principale è che il dominium prevede la gratuità, mentre la proprietà per concessione richiede il pagamento di un'imposta.
Gli agri vectigales sono fondi sul suolo italico appartenenti allo stato romano, concessi a privati tramite il pagamento di un canone periodico (vectigal), e sono tutelati da azione reale esperibile erga omnes.
Secondo Gaio, le modalità di acquisizione includono il duplex dominium (proprietà del dominus e proprietà bonitaria), la proprietà provinciale e la proprietà per concessione.