Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Il procedimento per condotta antisindacale si svolge in due fasi: una a cognizione sommaria e una a cognizione piena.
  • Nella prima fase, il giudice può ordinare la cessazione del comportamento illegittimo entro due giorni dal deposito del ricorso.
  • In caso di inadempimento, il datore di lavoro può essere sanzionato penalmente secondo l'art. 650 del Codice penale.
  • L'ingiunzione viene emessa tramite un decreto motivato e immediatamente esecutivo, anche se emanato oltre il termine di due giorni.
  • Le decisioni possono essere impugnate entro quindici giorni, con eventuale riapertura del procedimento davanti alla Corte d'Appello.

Indice

  1. Procedura giudiziaria per condotta antisindacale
  2. Ruolo del tribunale penale
  3. Ingiunzione e impugnazione

Procedura giudiziaria per condotta antisindacale

Per sanzionare la condotta antisindacale è necessario dar vita a un procedimento giudiziario, regolato dall’art. 28 dello Statuto dei lavoratori. Esso ammette due fasi: una a cognizione sommaria e con procedura speciale, l’altra a cognizione piena e con procedura ordinaria.
La prima fase è svolta dinanzi al giudice del lavoro appunto di primo grado (il tribunale incaricato è quello situato nel luogo in cui il comportamento illecito è messo in atto). Se il giudice ritiene sussistente la condotta antisindacale, entro due giorni dal deposito del ricorso può ordinare al datore di lavoro la cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione degli effetti da esso derivati. L’inadempimento è punito dall’art. 650 del Codice penale, che prevede l’arresto fino a tre mesi o l’ammenda (pari a 206€) per chiunque non osservi un provvedimento dell’autorità.

Ruolo del tribunale penale

Il legislatore ha previsto l’applicazione della sanzione penale per costringere il datore di lavoro a ottemperare all’ordinanza del giudice. Ovviamente, il tribunale penale incaricato dell’eventuale arresto dell’imputato non potrà in alcun caso valutare se la condotta antisindacale fosse effettivamente sussistente o meno. Esso, dunque, non può assolutamente stabilire se il giudice civile aveva deciso correttamente o no. Il tribunale, tuttavia, è tenuto ad accertarsi che il provvedimento civile è stato legalmente dato, cioè emanato in conformità alle regole processuali che l’art. 28 dello Statuto dei lavoratori detta per la sua corretta formazione.

Ingiunzione e impugnazione

L’ingiunzione è emessa tramite un decreto motivato e immediatamente esecutivo: di solito il giudice lo adotta dopo aver convocato le parti e dopo aver raccolto sommarie informazioni. Il termine di due giorni non è perentorio; il provvedimento è legittimo anche se emanato tardivamente.

La decisione può essere impugnata entro quindici giorni dalla comunicazione alle parti davanti al tribunale. L’opposizione al decreto apre la seconda fase del giudizio di primo grado. Se il giudice considera l’impugnazione fondata, la sentenza che chiude questa seconda fase revocherà il decreto emesso in precedenza. A sua volta, la decisione può essere impugnata davanti alla Corte d’Appello.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le fasi del procedimento giudiziario per condotta antisindacale?
  2. Il procedimento giudiziario per condotta antisindacale prevede due fasi: una a cognizione sommaria con procedura speciale e una a cognizione piena con procedura ordinaria.

  3. Cosa accade se il datore di lavoro non ottempera all'ordinanza del giudice?
  4. L'inadempimento è punito dall'art. 650 del Codice penale, che prevede l'arresto fino a tre mesi o un'ammenda di 206€ per chi non osserva un provvedimento dell'autorità.

  5. Come può essere impugnata la decisione del giudice nella prima fase del procedimento?
  6. La decisione può essere impugnata entro quindici giorni dalla comunicazione alle parti, aprendo la seconda fase del giudizio di primo grado. Se l'impugnazione è fondata, la sentenza revocherà il decreto emesso in precedenza.

Domande e risposte

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