Concetti Chiave
- La disoccupazione in Italia è un problema significativo, con un'offerta di lavoro che supera la domanda delle imprese.
- Tra il 1964 e il 1998, la forza lavoro è aumentata significativamente, mentre i posti di lavoro sono cresciuti solo di poco più di un milione.
- Negli anni '80 e '90, il tasso di disoccupazione in Italia ha oscillato tra i 2 e i 3 milioni di persone.
- La rivoluzione tecnologica ha automatizzato molti processi produttivi, riducendo la necessità di manodopera.
- Il ritardo negli investimenti in settori chiave ha reso l'economia italiana meno competitiva a livello mondiale.
La disoccupazione
Il mercato del lavoro è costituito dall'offerta di lavoro (cioè chi desidera lavorare) e dalla domanda di lavoro (cioè la richiesta da parte delle imprese). La disoccupazione corrisponde a uno squilibrio sul mercato del lavoro e si verifica quando il numero dei lavoratori che si offre supera la domanda delle imprese. Tra il 1964 e il 1998 le forze di lavoro in Italia sono aumentate da 21 a 23 milioni, con una popolazione complessiva passata da 50 a 57 milioni.
A questa crescita ha corrisposto un incremento dei posti di lavoro di poco più di 1 milione di unità. Ciò significa che il problema della disoccupazione è diventato uno dei più pressanti della società italiana (come del resto degli altri paesi europei). Per tutti gli anni ottanta e novanta il numero dei disoccupati è oscillato tra i 2 e i 3 milioni: più di una persona su dieci cerca quindi lavoro senza trovarlo.Le radici di questo fenomeno sono fondamentalmente di due tipi:
a. la rivoluzione tecnologica (l'informatica e le sue applicazioni) tende ad automatizzare i processi produttivi, espellendo la manodopera. Le grandi imprese italiane perdono 100 000 posti di lavoro ogni anno: la nostra società è capace di creare ricchezza più velocemente di quanto riesca a creare lavoro;
b. il ritardo del nostro paese nell'effettuare investimenti in macchinari, infrastrutture, ricerca, formazione professionale, rende la nostra economia meno competitiva sul mercato mondiale rispetto ad altre economie più avanzate.