Concetti Chiave
- La Corte ha definito la "concorrenza di competenze" per risolvere la sovrapposizione delle materie tra Stato e regioni.
- Il criterio di prevalenza e la leale collaborazione sono stati utilizzati per stabilire le competenze legislative.
- La potestà legislativa statale è limitata alle materie con un "preciso titolo di legittimazione" costituzionale.
- Il principio di sussidiarietà permette allo Stato di intervenire in competenze regionali per esigenze unitarie.
- La dimensione macroeconomica o l'unitarietà dello strumento giustificano l'intervento statale in alcune materie.
Concorrenza di competenze
Quando la sovrapposizione di materie nel medesimo corpo normativo rendeva inestricabili le competenze rispettive dello Stato e delle regioni, la Corte ha enucleato la nozione di «concorrenza di competenze» (sentt. 219/2005 e 250/2009).
In tali casi si è fatto ricorso al criterio di prevalenza o al canone della leale collaborazione. Va aggiunto che, in base al medesimo criterio, la potestà legislativa dello Stato, nelle materie diverse da quelle espressamente riservate, sussiste solo ove sia ricavabile un «preciso titolo di legittimazione» nella Costituzione (sent. 1/2004 sulla materia «commercio», di competenza residuale regionale, salvo i profili inerenti alla tutela della concorrenza); ma esso può essere desunto, specialmente in relazione a disposizioni che attribuiscono risorse finanziarie, anche dalla dimensione macroeconomica dell’intervento o dallo stesso carattere imprescindibilmente unitario dello strumento utilizzato per realizzarlo (sentt. 14/2004 e 134/2005).
Principio di sussidiarietà
In ogni caso, la Corte costituzionale ha riconosciuto, come criterio di chiusura del sistema, il principio di sussidiarietà.
Esso consente allo Stato di assumere o disciplinare con legge funzioni amministrative ricadenti in ambiti di competenza legislativa regionale concorrente o residuale, ogniqualvolta si tratti di realizzare «esigenze di carattere unitario» (sentt. 303/2003, 6/2004 e 383/2005).