Concetti Chiave
- Il principio di uguaglianza ragionevole vieta leggi discriminatorie e parificatorie ingiustificate, promuovendo l'equità.
- Esempi di leggi discriminatorie includono sentenze della Corte costituzionale che hanno eliminato disparità di trattamento tra uomini e donne sul lavoro.
- Le leggi parificatorie, come il "solve et repete", possono essere dichiarate illegittime se non distinguono tra situazioni diverse, come tra contribuenti ricchi e poveri.
- L'ordinamento giuridico italiano promuove l'uguaglianza sia formale che sostanziale, riconoscendo la necessità di interventi per l'equità.
- La struttura della disposizione del principio di uguaglianza è complessa, frutto di un compromesso tra forze politiche dell'Assemblea costituente.
Indice
Il principio di eguaglianza ragionevole
Il principio di eguaglianza ragionevole vieta leggi ingiustificatamente discriminatorie e, per converso, leggi ingiustificatamente parificatorie.
Esempi di leggi ingiustificatamente discriminatorie si hanno quando la Corte costituzionale sanziona il diseguale trattamento di soggetti che invece avrebbero dovuto essere equiparati, con l’effetto di estendere il trattamento di favore ai soggetti discriminati dalla legge: v. la sent. 529/1988 che, in materia di trattamento contro gli infortuni sul lavoro, eliminò qualsiasi disparità fra uomini e donne; e le sentenze sulla parificazione del trattamento pensionistico di differenti categorie di prestatori di lavoro (sentt. 255/1982, 236/1985, 154/1987 nei confronti degli appartenenti a diverse forze di polizia; sent. 518/1987 che riguardò gli insegnanti non di ruolo equiparati a tutti gli altri dipendenti statali non di ruolo).
Leggi parificatorie e solve et repete
Quanto alle leggi ingiustificatamente parificatorie, esemplare è la pronuncia di illegittimità del solve et repete, cioè l’istituto in base al quale chi avesse voluto contestare la correttezza di un accertamento fiscale avrebbe dovuto prima pagare il tributo (solvere) e solo dopo far ricorso per avere giustizia (repetere). Discriminando coloro che non potevano pagare perché privi di sostanze, cioè non distinguendo fra contribuente ricco e contribuente povero, la legge violava il principio di eguaglianza ragionevole per arbitraria parificazione di situazioni diverse (sent. 21/1961).
Promozione dell'uguaglianza sostanziale
L’ordinamento giuridico italiano promuove il principio di uguaglianza non solo a livello formale, bensì (soprattuto) sul piano sostanziale. Tale esigenza scaturisce dalla consapevolezza che la sola eguaglianza formale non basta. Infatti, la realtà dei rapporti materiali presenta situazioni di profonda diversità: perciò la Costituzione richiede che siano posti in essere interventi volti a promuovere l’eguaglianza. La struttura logica della disposizione, frutto del compromesso fra le forze politiche presenti nell’Assemblea costituente, è molto complessa.
Domande da interrogazione
- Qual è il principio di eguaglianza ragionevole?
- Cosa rappresenta l'istituto del solve et repete?
- Come promuove l'ordinamento giuridico italiano l'uguaglianza sostanziale?
Il principio di eguaglianza ragionevole vieta leggi ingiustificatamente discriminatorie e parificatorie, come evidenziato dalla Corte costituzionale in varie sentenze.
Il solve et repete era un istituto che richiedeva il pagamento di un tributo prima di contestarne la correttezza, violando il principio di eguaglianza ragionevole per non distinguere tra contribuenti ricchi e poveri.
L'ordinamento giuridico italiano promuove l'uguaglianza sostanziale attraverso interventi che vanno oltre la semplice eguaglianza formale, riconoscendo la diversità delle situazioni materiali.