giannyetonia
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Concetti Chiave

  • La Carta UE esplicita il divieto della pena di morte, affermando che nessuno può essere giustiziato.
  • Storicamente, la pena di morte era ampiamente accettata come strumento per eliminare elementi pericolosi dalla società.
  • La pena capitale fu legittimata da figure religiose, ma successivamente criticata dal pensiero illuminista come vergognosa e inutile.
  • Oggi, la pena di morte è ancora ammessa in oltre 100 Stati, con esecuzioni documentate in molti di essi.
  • I dati di Amnesty International evidenziano che la Cina rappresenta oltre la metà delle esecuzioni globali.

In base all'art. 2 Carta UE, "nessuno può essere condannato alla pena di morte". È la prima volta che, nel diritto internazionale, viene esplicitato il divieto della pena di morte. La Carta UE ritiene opportuno rinforzare il divieto della pena di morte affermando che nessuno può essere «giustiziato», in questo modo si evita che possa essere ucciso anche chi è già stato condannato a morte.
Nel passato: fino al XVIII secolo la pena di morte era ammessa da quasi tutti gli ordinamenti giuridici.

La pena di morte serviva per eliminare dalla società gli elementi ritenuti pericolosi: in molti Stati il diritto penale prevedeva addirittura una "pena di morte aggravata", con terribili e prolungati tormenti, che era riservata alla punizione di delitti che si ritenevano particolarmente atroci; dalla pena di morte alla morte come pena. A questo proposito, il giurista Piero Calamandrei (1889-1956) sottolinea come la «morte come pena" fosse usata anche da «giudici coscienziosi che in buona fede come credettero debito di carità prolungare sotto tormenti la vita del giustiziato per dargli più agio di pentirsi". Luso della pena capitale venne legittimato dagli stessi Padri della Chiesa, da Sant Agostino (354-430) a San Tommaso d'Aquino (1225-1274), sulla base del principio che era lecito uccidere i malfattori, per poter conservare il bene comune. Dopo essere stata ritenuta per secoli una dolorosa necessità sociale,la pena di morte venne combattuta dal pensiero illuminista (Pietro Verri, Jeremy Bentham, Cesare Beccaria), che la ritenne vergognosa e soprattutto inutile.
Oggi: attualmente la pena di morte è ammessa in più 100 Stati; alla fine del 2007 erano solo 106 i Paesi abolizionisti per legge o di fatto. Secondo dati di Amnesty International, nel 2007 sono avvenute oltre 3.000 esecuzioni in 29 Paesi, mentre più di 8000 persone sono state condannate morte in 63 Paesi. Drammaticamente significativo è il fatto che più della metà delle condanne capitali è avvenuta in Cina (5ooo solo nel 2007). Fra i Paesi in cui è in vigore la pena di morte vanno ricordati gli Stati Uniti, dove 36 dei 50 Stati federati ammettono la pena capitale (con circa 3oo esecuzioni all'anno). I dati sulla pena di morte hanno un valore puramente indicativo, perché fanno riferimento solo ai casi conosciuti: sono molti gli Stati che nascondono i dati reali su condanne ed esecuzioni.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza dell'articolo 2 della Carta UE riguardo alla pena di morte?
  2. L'articolo 2 della Carta UE è significativo perché esplicita per la prima volta nel diritto internazionale il divieto della pena di morte, affermando che nessuno può essere giustiziato, rafforzando così il divieto e proteggendo anche chi è già stato condannato a morte.

  3. Come è stata percepita storicamente la pena di morte e quali sono stati i cambiamenti nel tempo?
  4. Storicamente, fino al XVIII secolo, la pena di morte era ampiamente accettata per eliminare elementi pericolosi dalla società, con forme aggravate per delitti atroci. Tuttavia, il pensiero illuminista ha iniziato a combatterla, considerandola vergognosa e inutile.

  5. Qual è la situazione attuale della pena di morte nel mondo secondo i dati del 2007?
  6. Nel 2007, la pena di morte era ammessa in oltre 100 Stati, con più di 3.000 esecuzioni in 29 Paesi e oltre 8.000 condanne a morte in 63 Paesi. La Cina ha eseguito più della metà delle condanne capitali, mentre negli Stati Uniti, 36 Stati federati ammettono la pena capitale.

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