Concetti Chiave
- La parità tra uomo e donna deve iniziare dalla famiglia, basandosi sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi.
- La riforma del diritto di famiglia del 1975 ha eliminato il ruolo dominante del marito nella famiglia.
- Entrambi i coniugi concordano la residenza familiare secondo le esigenze comuni, senza obbligo per la moglie di seguire il marito.
- La fedeltà coniugale è reciproca, con norme che non discriminano più tra adulterio maschile e femminile.
- La moglie può aggiungere il cognome del marito, mantenendo il suo per attività professionali.
Parità nella famiglia italiana
Anzitutto la parità tra donna e uomo deve realizzarsi nella famiglia. In Italia, alla base del matrimonio, sta "l'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi" (art. 29 Cost. it). Fino e giuridica al 1975 la legislazione era in grave contrasto con la Costituzione, perche stabiliva, fra l'altro, che il marito era a capo della famiglia, e che la donna doveva assumere il cognome dell'uomo e seguirlo ovunque stabilisse la sua residenza.
Riforma del diritto di famiglia
Nel 1975 è entrata in vigore la riforma del diritto di famiglia, che ha fissato nuove norme in materia di diritti e doveri dei coniugi: il marito non è più a capo della famiglia e spetta a entrambi i coniugi concordare l'indirizzo della vita familiare. In particolare:
- la moglie non ha più l'obbligo di seguire il marito, perché entrambi fissano la residenza secondo le esigenze della famiglia;
- la fedeltà coniugale deve essere reciproca: un impulso in questo senso è stato dato dalla Corte costituzionale, con una sentenza del 1968, che ha cancellato la norma secondo cui l'adulterio della moglie era più grave di quello del marito;
- la famiglia si basa sulla collaborazione dei coniugi, che restano liberi di compiere le loro scelte, anche dopo il matrimonio;
- la moglie aggiunge il cognome del marito al suo; in questo modo la donna può svolgere qualsiasi attività professionale, usando il proprio cognome.