Concetti Chiave
- La filosofia del diritto ha tre compiti principali: ontologico, fenomenologico e deontologico, ciascuno con un focus distinto sul diritto.
- Giorgio del Vecchio descrive la filosofia del diritto come un insieme di ricerche logiche, fenomenologiche e deontologiche per comprendere il concetto, la storia e l'ideale di giustizia.
- Il termine "filosofia del diritto" fu introdotto nel 1798 da Gustav Hugo e successivamente in Italia da Antonio Rosmini nel 1841.
- La distinzione tra diritto, morale e decorum fu inizialmente proposta dall'illuminista tedesco Thomasius, sottolineando il carattere intersoggettivo del diritto.
- Immanuel Kant consolidò la differenza tra legge morale e diritto, contribuendo alla nascita della filosofia del diritto come disciplina autonoma.
Origini e scopi della filosofia del diritto
Chiunque si accinga a frequentare un corso universitario di filosofia del diritto si sarà certamente chiesto che cos’è la filosofia del diritto. All’inizio del XX secolo, alla filosofia del diritto sono stati attribuiti tre diversi compiti:
- compito ontologico, volto a scoprire cos’è il diritto;
- compito fenomenologico, che studia in che modo il diritto si manifesta nella società;
- compito deontologico, che si propone di specificare come il diritto dovrebbe essere.
Sulla base di tale distinzione, il filosofo neokantiano Giorgio del Vecchio definiva «filosofiche» sia la ricerca logica, fondamentale per determinare il concetto di diritto (condizione di conoscibilità delle fonti giuridiche e pertanto ad esse logicamente anteriore), la ricerca fenomenologica, capace di delineare lo svolgimento storico del diritto, e la ricerca deontologica, necessaria per studiare l’ideale della giustizia.
L’espressione «filosofia del diritto» venne usata per la prima volta nel 1798 dallo studioso tedesco Gustav Hugo; in Italia essa venne pronunciata nel 1841 da Antonio Rosmini.
Molti studiosi si sono interrogati sulle ragioni che hanno indotto i giuristi e i filosofi a dedicare solo in età così tarda una particolare attenzione alla filosofia del diritto.
1. Iustum (Il diritto)
2. Onestum (la morale)
3. Decorum (ciò che è opportuno).
Il comportamento giuridico (iustum) si distingue da quello morale (honestum) anzitutto per il carattere intersoggettivo, che comporta il riferimento dell’azione ad almeno due persone. In altre parole, mentre l’azione giuridica genera un’obbligazione esterna che coinvolge almeno due persone, l’azione morale si riferisce ad un’obbligazione interna che riguarda la coscienza individuale. Il carattere intersoggettivo del diritto non consente però di differenziare quest’ultimo dal decorum, in quanto anche le regole del decorum riguardano due o più soggetti: però, mentre al decorum (ciò che è opportuno) nessuno può essere costretto, l’obbligazione giuridica derivante dal iustum è soggetta alla coazione da parte degli altri associati.
Rifacendosi al pensiero di Thomasius, Immanuel Kant distinse in seguito il concetto di legge morale da quello di diritto: fu così che si consolidò definitivamente la nascita della filosofia del diritto.
Domande da interrogazione
- Quali sono i tre compiti attribuiti alla filosofia del diritto all'inizio del XX secolo?
- Chi ha usato per la prima volta l'espressione "filosofia del diritto" e quando?
- Come si distingue il comportamento giuridico dal comportamento morale secondo Thomasius?
Alla filosofia del diritto sono stati attribuiti tre compiti: ontologico, per scoprire cos'è il diritto; fenomenologico, per studiare come il diritto si manifesta nella società; e deontologico, per specificare come il diritto dovrebbe essere.
L'espressione "filosofia del diritto" è stata usata per la prima volta nel 1798 dallo studioso tedesco Gustav Hugo e in Italia nel 1841 da Antonio Rosmini.
Secondo Thomasius, il comportamento giuridico (iustum) si distingue da quello morale (honestum) per il carattere intersoggettivo, che implica un'obbligazione esterna tra almeno due persone, mentre l'azione morale riguarda un'obbligazione interna legata alla coscienza individuale.