Concetti Chiave
- La teoria dell'ordinamento giuridico intersindacale di Gino Giugni descrive un sistema normativo basato sul riconoscimento reciproco tra associazioni sindacali.
- Questo sistema giuridico è autonomo e non necessita di riconoscimenti statali per la sua legittimità.
- L'ordinamento intersindacale interagisce con le norme statali per dare un'interpretazione giuridica ai contratti collettivi.
- Lo Statuto dei lavoratori del 1970 ha sancito i diritti fondamentali dei lavoratori e supportato l'azione sindacale nelle fabbriche.
- Nonostante le critiche, lo Statuto ha apportato benefici significativi in termini di tutele economiche e normative per i lavoratori.
Indice
La teoria di Gino Giugni
La teoria dell’ordinamento giuridico intersindacale fu formulata dal giuslavorista Gino Giugni alla fine degli anni cinquanta. Essa si articola in tre punti chiave:
1) l’ordinamento giuridico intersindacale è un insieme di norme che descrive una struttura organizzata e paritaria, cioè fondata sul riconoscimento reciproco tra le associazioni che ne fanno parte;
2) questo sistema è dotato di una propria giuridicità, così definita perché non richiede né riconoscimenti né legittimazioni da parte dello stato;
3) l’ordinamento intersindacale entra in contatto con le norme statali per interpretare dal punto di vista giuridico i contratti collettivi. Dato che i movimenti sindacali sono espressione di esperienze reali, le norme legali dovrebbero adattarsi e conformarsi a quelle proprie dell’ordinamento intersindacale.
L'impatto dello Statuto dei lavoratori
La teoria di Giugni ebbe grande successo e il diritto sindacale acquisì una grande rilevanza. Alla fine degli anni sessanta, il legislatore iniziò a lavorare su una Carta che potesse sancire i diritti fondamentali dei lavoratori: il progetto confluì nella legge 300/1970, appunto nota come «Statuto dei lavoratori». Da un lato, la legge diede attuazione ai principi di difesa e libertà del lavoro, dall’altro istituì una normativa a sostegno dell’azione sindacale nelle fabbriche.
La pubblicazione dello Statuto ha modificato radicalmente i rapporti fra sindacati e stato, dando spazio a un dialogo molto più aperto, grazie al quale il diritto sindacale ha potuto riconoscere pienamente le condizioni indispensabili affinché i lavoratori possano esercitare i propri diritti.
Critiche e benefici dello Statuto
Dagli anni settanta ad oggi, lo Statuto dei lavoratori ha subito numerose e severe critiche tecniche, giungendo ad essere definito «la legge dei padroni». Ciononostante, i benefici da esso apportati nel mondo del lavoro, in particolare sotto il profilo delle effettive tutele economiche-normative riconosciute ai prestatori d’opera, restano innegabili e preziosi.
Domande da interrogazione
- Qual è la teoria dell'ordinamento giuridico intersindacale di Gino Giugni?
- Qual è stato l'impatto dello Statuto dei lavoratori?
- Quali sono le critiche e i benefici associati allo Statuto dei lavoratori?
La teoria di Giugni si basa su un sistema di norme che descrive una struttura organizzata e paritaria tra le associazioni sindacali, dotata di giuridicità propria e in grado di interagire con le norme statali per interpretare i contratti collettivi.
Lo Statuto dei lavoratori ha sancito i diritti fondamentali dei lavoratori e ha modificato i rapporti tra sindacati e stato, promuovendo un dialogo più aperto e riconoscendo le condizioni necessarie per l'esercizio dei diritti dei lavoratori.
Lo Statuto ha ricevuto critiche tecniche ed è stato definito "la legge dei padroni", ma i benefici in termini di tutele economiche-normative per i lavoratori sono considerati innegabili e preziosi.