Concetti Chiave
- Lo Stato moderno è una delle diverse forme di organizzazione politica emerse tra il XVI e XIX secolo in Europa, distinto dalle forme politiche precedenti.
- Il termine "Stato" può essere usato genericamente per indicare qualsiasi organizzazione politica, ma "Stato moderno" si riferisce a una struttura specifica storicamente definita.
- La burocrazia nasce quando coloro che inizialmente servivano il re diventano funzionari statali, lavorando per lo Stato in cambio di una retribuzione.
- Nonostante la spersonalizzazione degli uffici, il potere personale del re era dominante fino a quando anche il re divenne un funzionario statale nel XVII-XVIII secolo.
- La "ragion di Stato" venne teorizzata per rappresentare l'interesse oggettivo dello Stato, superiore a quello di qualsiasi individuo, incluso il re.
L'evoluzione dello stato moderno
Lo stato moderno come una tra le diverse forme di organizzazione politica. Non tutte le collettività umane, nel corso della storia, si sono strutturate in forma di Stati. Se il termine “Stato” si considerasse genericamente equivalente a “organizzazione politica”, allora si potrebbe affermare che lo Stato è sempre esistito, ovunque gli uomini abbiano vissuto in società. Chi usa il termine “Stato” in questo senso generico, ha talora l’accortezza, quando si riferisce alle forme politiche più recenti, di parlare di Stato moderno (formatosi in Europa tra il XVI e il XIX secolo), con ciò stesso sottintendendo l’esistenza di Stati di tipo diverso in epoche anteriori. In fondo, si tratta di questioni terminologiche. La sostanza è che non tutte le forme politiche sono equivalenti e che lo Stato moderno è solo una delle possibili forme politiche, le cui caratteristiche lo distinguono nettamente da tutte le altre.
La nascita della burocrazia
Coloro che all’inizio esercitavano poteri per conto del re, come suoi coadiutori di fiducia, divennero col tempo funzionari dello Stato, i quali prestavano la loro attività allo Stato, in cambio di una remunerazione. Ciò diede origine a quell’apparato che noi denominiamo burocrazia, cioè l’insieme di persone stipendiate dallo Stato per svolgere le sue funzioni. Per un lungo periodo, però, la spersonalizzazione degli uffici non escludeva il potere personale del re. La sua volontà era, infatti, abilitata a sovvertire le procedure ordinarie, a disapplicare la legge e a sovrapporsi alle decisioni di qualsiasi ufficio. Coesistevano, insomma, aspetti diversi: lo Stato, spersonalizzato ai livelli inferiori, aveva al vertice il potere personale del re. Solo tra il XVII e il XVIII secolo, questa posizione fu superata. Anche il re divenne un funzionario statale, il cui primo ed esclusivo dovere era quello di agire nell’interesse oggettivo dello Stato. Si teorizzò la “ragion di Stato” per esprimere questo interesse, superiore a quello di qualunque persona fisica, compresa la persona del re.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra lo Stato moderno e altre forme di organizzazione politica?
- Come si è evoluto il ruolo dei funzionari nello Stato moderno?
- Cosa si intende per "ragion di Stato" e come ha influenzato il ruolo del re?
Lo Stato moderno è una delle diverse forme di organizzazione politica, caratterizzato da specifiche caratteristiche che lo distinguono nettamente da altre forme politiche storiche. Non tutte le collettività umane si sono strutturate in forma di Stati, e il termine "Stato" può essere usato genericamente per indicare qualsiasi organizzazione politica, ma lo Stato moderno si è formato in Europa tra il XVI e il XIX secolo.
Inizialmente, coloro che esercitavano poteri per conto del re erano suoi coadiutori di fiducia, ma col tempo sono diventati funzionari dello Stato, remunerati per svolgere le sue funzioni. Questo ha portato alla creazione della burocrazia, un apparato di persone stipendiate dallo Stato. Tuttavia, la spersonalizzazione degli uffici non escludeva il potere personale del re, che poteva sovvertire le procedure ordinarie.
La "ragion di Stato" si riferisce all'interesse oggettivo dello Stato, considerato superiore a quello di qualsiasi persona fisica, compreso il re. Tra il XVII e il XVIII secolo, il re divenne un funzionario statale il cui dovere principale era agire nell'interesse dello Stato, superando la posizione in cui il potere personale del re poteva sovrapporsi alle decisioni statali.