Concetti Chiave
- Le risorse naturali, come quelle eoliche ed energetiche, sono beni di interesse pubblico e la loro fruizione è spesso regolata dallo Stato.
- L'illimitatezza delle risorse naturali può risultare teorica o illusoria, con disponibilità limitata in alcune regioni del mondo.
- In aree economicamente sviluppate, certe qualità di risorse naturali, come acqua potabile e aria pulita, possono diventare scarse.
- La scarsità di risorse "qualificate" può richiedere la regolazione da parte dello Stato per garantire un accesso equo alla popolazione.
- La gestione delle risorse naturali può essere affidata a privati, ma la proprietà resta pubblica per regolamentarne l'accesso.
Indice
Fruizione garantita dei beni pubblici
Vi sono alcuni bene la cui fruizione deve essere garantita a tutti i cittadini: a tal fine può anche intervenire lo stato. Ne sono un esempio le risorse eoliche ed energetiche: si tratta proprio di beni la cui fruizione, per il suo interesse pubblico, viene comunque regolata ed in parte anche offerta dallo Stato, che garantisce l’allocazione ottimale delle risorse interessate dal suo intervento.
Illimitatezza teorica delle risorse
In alcuni casi, i suddetti beni sono peraltro caratterizzati da illimitatezza. In realtà l’illimitatezza può essere solo teorica o può rivelarsi illusoria, perché in alcune regioni del pianeta queste risorse possono non essere disponibili per l’intera popolazione (ad esempio l’acqua) e anche nelle zone più “ricche” dal punto di vista economico e tecnologico (l’Occidente) ciò che può diventare scarso è una determinata qualità di tali risorse naturali (ad esempio l’acqua potabile, l’aria salubre e non inquinata, e così via).
Scarsità e gestione pubblica
Per cui in determinate circostanze ambientali anche la quantità di queste risorse così “qualificate”, se rapportata alla domanda della popolazione, può risultare limitata. Ed anzi può essere proprio questa scarsità a giustificare il fatto che tali “beni” (ad esempio l’acqua) rimangano nella proprietà della mano pubblica (benché la loro gestione possa essere delegata al privato), proprio perché l’accesso ad essi possa essere regolata dalla legislazione pubblica e non sia lasciata esclusivamente al “libero” gioco del mercato.