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Concetti Chiave

  • La Costituzione Italiana, in vigore dal 1° gennaio 1948, è nata dal movimento della Resistenza contro il fascismo, segnando una svolta democratica rispetto al passato.
  • Lo Statuto Albertino, promulgato nel 1848, era una concessione monarchica che formalmente riconosceva diritti, ma limitati a categorie privilegiate, risultando flessibile e facilmente modificabile.
  • La Costituzione è stata creata dalle forze politiche rappresentanti delle masse popolari, risultando in un testo rigido e comprensivo di 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali.
  • Essa è democratica e programmatica, garantendo diritti reali e stabilendo obiettivi per le forze politiche, sottolineando la sovranità popolare e il lavoro come fondamento dello Stato.
  • L'art. 1 della Costituzione sancisce l'Italia come una repubblica democratica fondata sul lavoro, contrapposta al vecchio Stato pre-fascista, promuovendo un reale allargamento dei diritti.

Libertà nella nostra Costituzione a confronto con lo Statuto Albertino

La libertà può essere opinabile, difficile da mantenere ma intoccabile democraticamente o almeno questo in uno Stato democratico come quello italiano, dove è presente una costituzione. La Costituzione Italiana è l'atto costitutivo di uno stato democratico-parlamentare che si è sviluppato sotto la spinta di un largo e drammatico movimento politico, il movimento popolare della Resistenza, e di una lotta aperta contro il fascismo per il riscatto della democrazia italiana. Entrata in vigore l’1 gennaio nel 1948. Quali sono le sue caratteristiche? Anzitutto vi è una radicale diversità di natura e di contenuto tra la Carta Costituzionale alla base del nuovo Stato democratico italiano e il vecchio Statuto Albertino che reggeva le sorti dello Stato precedente, promulgato dal re Carlo Alberto di Savoia il 4 marzo 1848. Quest'ultimo infatti era uno statuto connesso dalla monarchia, elargito dalla gerarchia massima dello Stato, per riordinare gli organi dello Stato e per tutelare e difendere, in termini soprattutto accademici e astratti, le libertà ed i diritti dei cittadini. Esso dava una base costituzionale allo Stato, precisava quali dovevano essere le libertà, i doveri ed i diritti dei cittadini, ma tutto questo veniva dall’alto a si traduceva inevitabilmente nel riconoscimento formale di diritti che in realtà non esistevano se non in stretta misura di alcune categorie privilegiate.

L'eguaglianza dei diritti e dei doveri dei cittadini di fronte alla legge era perciò del tutto formale ed in quello si scopriva soprattutto il limite paternalista dello Statuto. Si tratta di un testo formato da 84 articoli concesso dal sovrano e inoltre è anche una carta flessibile, cioè poteva essere modificato facilmente da leggi ordinarie. Proprio per le sue caratteristiche di brevità e di flessibilità si adatta alle mutate condizioni politiche e sociali del paese. Del tutto diversa è invece la Carta Costituzionale che nasce dopo la Resistenza. Essa non è più elargita dalla massima gerarchia dello Stato, ma è invece liberamente stipulata dalle forze politiche che rappresentano le grandi masse popolari, e di conseguenza, viene ad essere una soluzione radicalmente capovolta del problema costituzionale italiano. E’ una costituzione lunga che disciplina i diritti e i doveri ed è composta da 139 articoli e da 18 disposizioni transitorie e finali; è rigida e non può quindi essere modificata da una legge ordinaria; compromissoria poiché alla sua realizzazione hanno collaborato forze politiche diverse; democratica perché la sovranità appartiene al popolo; programmatica perchè contiene norme che stabiliscono obiettivi che le forze politiche devono realizzare; e votata perché votata dall’Assemblea Costituente. Il principio fondamentale dello Stato italiano è fissato dall'art. 1 della Costituzione che dice «l'Italia é una repubblica democratica fondata sul lavoro». Con questa formulazione si mira evidentemente a sottolineare il carattere libero, popolare, largamente democratico, della nostra Repubblica. Secondo questo primo principio la nostra Repubblica rappresenta uno Stato di tipo nuovo, democratico e fondato sul lavoro, ed assume un carattere chiaramente alternativo rispetto al vecchio Stato pre-fascista. Repubblica e Costituzione non rappresentano affatto l'ennesima operazione trasformista di una classe dirigente che in sostanza mira a conservare lo Stato precedente. Ma una Costituzione repubblicana e democratica che non concede formalmente dei diritti, ma sancisce un reale allargamento di essi, fondando delle garanzie di libertà soprattutto per coloro che essendo lavoratori si trovano nelle condizioni di maggior inferiorità nell'esercizio dei loro diritti. Non vi è quindi dubbio circa il carattere alternativo del nuovo Stato repubblicano rispetto al vecchio Stato pre-fascista.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la principale differenza tra la Costituzione Italiana e lo Statuto Albertino?
  2. La Costituzione Italiana è un documento democratico e rigido, nato dalla Resistenza e stipulato dalle forze politiche rappresentative delle masse popolari, mentre lo Statuto Albertino era un documento flessibile e paternalista, concesso dalla monarchia e modificabile facilmente da leggi ordinarie.

  3. Quali sono le caratteristiche principali della Costituzione Italiana?
  4. La Costituzione Italiana è lunga, rigida, compromissoria, democratica, programmatica e votata dall'Assemblea Costituente, con 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali.

  5. Come viene definito il principio fondamentale dello Stato italiano nella Costituzione?
  6. Il principio fondamentale è fissato dall'art. 1 della Costituzione, che afferma che "l'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro", sottolineando il carattere libero e democratico della Repubblica.

  7. In che modo la Costituzione Italiana rappresenta un cambiamento rispetto al vecchio Stato pre-fascista?
  8. La Costituzione Italiana sancisce un reale allargamento dei diritti e delle libertà, soprattutto per i lavoratori, rappresentando un'alternativa radicale rispetto al vecchio Stato pre-fascista.

  9. Qual era il limite principale dello Statuto Albertino?
  10. Il limite principale dello Statuto Albertino era il suo carattere paternalista, con un'eguaglianza dei diritti e dei doveri dei cittadini di fronte alla legge che era del tutto formale e limitata a categorie privilegiate.

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