Concetti Chiave
- La Costituzione italiana include principalmente norme programmatiche sul lavoro, con pochi diritti soggettivi tutelabili giurisdizionalmente.
- La legislazione del lavoro in Italia mira a proteggere i lavoratori, considerati una categoria contrattualmente debole.
- Le leggi italiane difendono la stabilità del lavoro, limitando le assunzioni a termine e regolando il licenziamento.
- Un obiettivo centrale è il divieto di discriminazione nel lavoro, promuovendo la parità di genere e le pari opportunità.
- La normativa protegge i lavoratori più deboli, come i minori e le madri, garantendo anche un trattamento minimo salariale.
La legislazione sul lavoro in Italia
Solo in alcuni casi le affermazioni della Costituzione in materia di lavoro costituiscono diritti soggettivi veri e propri, tutelabili cioè giurisdizionalmente (è il caso, per esempio, del diritto al riposo settimanale). Quelle previste dalla Costituzione sono per lo più norme programmatiche, che dettano un indirizzo generale e impegnano gli organi dello Stato ad attuarlo. In particolare, il Parlamento ha prodotto una corposa legislazione in materia di lavoro.
Le leggi sono state pensate a tutela di una categoria ritenuta debole sul piano contrattuale e hanno avuto scopi diversi.a. Difesa della stabilità del rapporto di lavoro (legge n. 230 del 1962 che limita i casi di assunzione a termine e pone come regola la durata a tempo indeterminato; legge n. 604 del 1966 che limita la possibilità di licenziamento da parte del datore di lavoro, integrata dallo Statuto dei lavoratori e dalla legge n. 108 del 1990).
b. Divieto di discriminazioni all'interno del rapporto di lavoro tra uomo e donna (legge n. 903 del 1977), e più in generale tra lavoratori al momento della costituzione e dell'estinzione del rapporto di lavoro, ossia quando il datore di lavoro deve decidere chi assumere e chi licenziare (legge n. 264 del 1949, legge n. 863 del 1964, legge n. 125 del 1991 sulle Azioni positive per la realizzazione della parità uomodonna nel lavoro, detta delle "pari opportunità").
c. Tutela dei lavoratori contrattualmente più deboli (legge n. 977 del 1967 sulla protezione del lavoro minorile; legge n. 1204 del 1971 sulla tutela delle lavoratrici madri; legge n. 877 del 1973 sulla tutela del lavoro a domicilio; decreto legislativo 345 del 1999 relativo all'ammissione al lavoro dei minori).
d. Tutela del trattamento minimo dei lavoratori (legge n. 164 del 1975 sulla Cassa integrazione guadagni; legge n. 223 del 1991, decreto legge n. 299 del 1994 sulla Cassa integrazione guadagni).
Domande da interrogazione
- Quali sono i diritti soggettivi tutelabili giurisdizionalmente secondo la Costituzione italiana in materia di lavoro?
- Quali sono le principali leggi italiane che difendono la stabilità del rapporto di lavoro?
- Come viene affrontata la discriminazione nel rapporto di lavoro in Italia?
Solo in alcuni casi, come il diritto al riposo settimanale, le affermazioni della Costituzione in materia di lavoro costituiscono diritti soggettivi veri e propri, tutelabili giurisdizionalmente.
Le principali leggi italiane che difendono la stabilità del rapporto di lavoro includono la legge n. 230 del 1962, la legge n. 604 del 1966, lo Statuto dei lavoratori e la legge n. 108 del 1990.
La discriminazione nel rapporto di lavoro in Italia è affrontata attraverso leggi come la legge n. 903 del 1977, la legge n. 264 del 1949, la legge n. 863 del 1964, e la legge n. 125 del 1991, che promuovono la parità uomo-donna e le pari opportunità.