Concetti Chiave
- Kelsen identifica tre aspetti essenziali del diritto: formale, materiale e funzionale, con un'enfasi sulla visione piramidale del diritto.
- La concezione piramidale di Kelsen sostiene che ogni norma giuridica è valida solo se giustificata da un'altra norma.
- Kelsen rifiuta l'idea che il potere giuridico derivi dall'uso della forza, opponendosi alla visione di Schmit basata sul potere politico.
- Il regresso infinito delle norme, dove ogni norma trova la sua validità in un'altra norma, è centrale nella teoria di Kelsen.
- Secondo Kelsen, ridurre il diritto a fatto o a uso della forza porterebbe a legittimare organizzazioni basate sulla violenza, cosa che egli rifiuta.
L'essenza del diritto secondo Kelsen
Kelsen definisce l’essenza del diritto alla luce di tre aspetti: un profilo formale, sotto cui il diritto viene ricondotto alla sfera del dover essere; un profilo materiale, in base al quale il diritto viene caratterizzato per il suo contenuto, e, infine, un profilo funzionale, costituito dalla cosiddetta «concezione o visione piramidale del diritto».
Rifacendosi a Kant, Kelsen definisce la propria concezione di diritto nella sua celebre opera intitolata Dottrina pura del diritto, in cui il filosofo sostiene che il diritto riconduce sempre ad altro diritto.
Il trilemma del diritto
Ciò pone un trilemma (termine introdotto da un allievo di Popper: un trilemma prevede tre diverse ipotesi):
- Kelsen sostiene che ogni norma giuridica sia valida solo se esiste in funzione di un’altra norma che la giustifichi (il diritto è giustificabile solo attraverso altro diritto);
- la norma ulteriore trova a sua volta la propria validità in un’altra norma. Ciò dà origine a un regresso, che secondo l’istituzionalista Shmit può essere fermato solo in funzione del potere politico, quindi dell’uso legittimo della forza.
Critica alla posizione di Shmit
Kelsen rifiuta la posizione Shmitiana: affermare che il potere di fatto (l’uso della forza) è precedente al potere giuridico equivale a dire che le norme trovano la propria efficacia solo in funzione dell’uso della forza: tale posizione trae origine dal concetto Hobbesiano di stato come leviatano, in cui la giurisdizione esiste in funzione dell’uso della forza. Ciò, però, renderebbe legittima persino un’organizzazione mafiosa, fondata sull’uso gerarchico della violenza. Questo ragionamento induce dunque Kelsen a rifiutare di ridurre il diritto a fatto;
- l’impossibilità di ridurre il diritto a fatto determina un regresso continuativo e infinito in cui ogni norma giuridica trova la propria efficacia in un’altra norma giuridica;
- una norma può essere giustificata da un’altra norma, la quale a sua volta giustifica la norma precedente: ciò crea un procedimento infinito.
Domande da interrogazione
- Qual è la concezione piramidale del diritto secondo Kelsen?
- Come Kelsen risponde al trilemma riguardante la validità delle norme giuridiche?
- Qual è la critica di Kelsen alla posizione di Shmit riguardo al potere politico?
Kelsen definisce la concezione piramidale del diritto come un sistema in cui ogni norma giuridica è valida solo se giustificata da un'altra norma, creando un regresso infinito di giustificazioni normative.
Kelsen rifiuta l'idea che il potere di fatto preceda il potere giuridico, opponendosi alla visione che le norme trovino efficacia nell'uso della forza, e sostiene che il diritto non può essere ridotto a un fatto.
Kelsen critica la posizione di Shmit che lega la validità delle norme all'uso legittimo della forza, affermando che ciò legittimerebbe anche organizzazioni basate sulla violenza, come le mafie, e quindi rifiuta di ridurre il diritto a un semplice fatto di potere.