Concetti Chiave
- Il gioco della caccia al cervo rappresenta il dilemma tra lo stato di natura e il contratto sociale, bilanciando rischi e cooperazione.
- Nello stato di natura, gli agenti scelgono di cacciare la lepre senza cooperare, mentre nel contratto sociale cacciano il cervo cooperando per un miglior risultato.
- La caccia al cervo è collegata al dilemma del prigioniero, dove la reputazione e le scelte ripetute influenzano le strategie future degli agenti.
- Le strategie nel gioco del cervo includono non cooperare oppure cooperare punendo chi non collabora, riflettendo un problema simile al dilemma del prigioniero.
- Il gioco del cervo esprime in modo concreto le dinamiche di cooperazione e rischio già presenti nel dilemma del prigioniero in forma più astratta.
Interazione giuridica e coordinazione pura
Il gioco della caccia al cervo rappresenta il dilemma fra stare nello stato di natura e sottoscrivere il contratto sociale. Entrambe le soluzioni sono razionali: stare nello stato di natura implica meno rischi; sottoscrivere il contratto di natura determina la cooperazione e, dunque, un rischio maggiore ma una contestuale ottimizzazione dell’utilità. La caccia al cervo si pone come modo più astratto tramite cui configurare il gioco dello stato di natura: nello stato di natura gli agenti cacciano la lepre (poiché essi non cooperano), mentre nel contratto sociale gli agenti cacciano il cervo (sono disposti a cooperare per ottenere un risultato più vantaggioso, sebbene ciò comporti un rischio maggiore).È possibile correlare la caccia al cervo con il dilemma del prigioniero: supponiamo che lo scenario di interazione simultanea rappresentato dal dilemma del prigioniero sia ripetuto costantemente nel tempo da parte degli stessi agenti; in questo caso, la reputazione che ogni agente guadagna cooperando o non cooperando diviene fondamentale nella prospettiva delle future strategie (se la prima volta un agente coopera, la seconda indurrà gli altri agenti a cooperare a loro volta; se egli, invece, non coopera ripetutamente, induce gli altri a non cooperare a loro volta); a proposito dell’ultimo caso si possono immaginare due strategie generali (non cooperare o punire chi non coopera: punire è più rischioso ma induce l’altro a cooperare, non cooperare, invece, è meno rischioso ma riduce l’utilità).
Sulla base di quest’analisi, è possibile dire che il gioco del cervo profila due scelte tra le quali gli agenti sono chiamati a optare: non cooperare in nessun caso o, in alternativa, cooperare punendo chi non collabora. Il gioco del cervo, dunque, non fa altro che esprimere a livello più concreto il medesimo problema che il dilemma del prigioniero propone a livello più astratto.