Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • L'incompatibilità legislativa è una forma di abrogazione tacita che abroga norme incompatibili senza toccare le disposizioni esistenti.
  • Le clausole di abrogazione espressa stabiliscono che una legge non può essere modificata se non indicando esplicitamente le disposizioni da cambiare.
  • Queste clausole mirano a razionalizzare e stabilizzare i processi legislativi, spesso utilizzate nei testi unici come il codice del consumo.
  • L'efficacia giuridica delle clausole di abrogazione espressa può entrare in conflitto con il criterio cronologico delle preleggi.
  • Le clausole di abrogazione espressa sono viste come un invito del legislatore a rispettare i testi unici, nonostante le loro limitazioni legali.

Incompatibilità legislativa

L’incompatibilità legislativa è stabilita dal legislatore con la formula (sbrigativa e largamente criticata come esempio di cattiva qualità legislativa): «sono abrogate tutte le norme incompatibili con la presente legge». Anche questa rimane una forma di abrogazione tacita perché non tocca le disposizioni bensì le norme e tende a risolvere, prevenendole, le possibili antinomie.
Si potrebbero considerare un criterio di risoluzione delle antinomie anche le cosiddette clausole di abrogazione espressa.

Con questa espressione si fa riferimento ai casi in cui è la legge stessa a disporre che la disciplina da essa posta non possa essere abrogata, derogata o comunque modificata se non in modo appunto espresso, cioè indicando esplicitamente le disposizioni da abrogare, derogare o modificare. Lo scopo di queste clausole è di razionalizzare e stabilizzare i processi di produzione del diritto in una stessa materia. Non a caso esse vengono usate prevalentemente nei testi unici (un esempio è l’art. 144 del d.lgs. 206/2005 recante il «codice del consumo», che così recita: «ogni intervento normativo incidente sul codice, o sulle materie dallo stesso disciplinate, va attuato mediante esplicita modifica, integrazione, deroga o sospensione delle specifiche disposizioni in esso contenute»).

Delle clausole di abrogazione espressa deve essere però valutata l’efficacia giuridica. Infatti tale efficacia dovrebbe determinare l’applicazione delle norme previste dalla legge che contiene la clausola, ancorché incompatibili con successive norme di legge, in deroga all’art. 15 delle preleggi (rovesciando il criterio cronologico). Ma se così fosse, si andrebbe contro il divieto per il legislatore di istituire fonti primarie diverse da quelle fissate in Costituzione. Pertanto le clausole di abrogazione espressa costituiscono più che altro un invito del legislatore, rivolto a sé stesso, di legiferare nel rispetto dei testi unici.

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