GIORGIA86
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Concetti Chiave

  • L'impresa è un sistema economico dinamico e aperto, che combina elementi tangibili e intangibili per produrre beni e servizi, con l'obiettivo di soddisfare bisogni economici in modo efficiente ed efficace.
  • Il processo di trasformazione delle imprese implica la coordinazione di fattori produttivi per generare valore, assicurando che il valore dell'output superi quello dei fattori in ingresso per garantire un autofinanziamento sostenibile.
  • Le interazioni tra impresa e ambiente coinvolgono scambi di risorse e output, influenzati da leggi, vincoli sociali e culturali, e conoscenze tecnologiche, che possono influire significativamente sul processo produttivo.
  • La gestione operativa delle imprese richiede un equilibrio economico, finanziario e patrimoniale per mantenere competitività e liquidità nel lungo periodo, misurato tramite flussi di costi e ricavi.
  • Il controllo di gestione è fondamentale per monitorare l'efficacia e l'efficienza delle operazioni aziendali, utilizzando strumenti come il budgeting e il reporting per guidare decisioni strategiche e operative.
Impresa

Impresa è:
Un sistema : insieme di elementi integrati e interdipendenti
Economico: cioè finalizzato a soddisfare bisogni attraverso l’impiego di risorse limitate
Aperto: perché in continuo rapporto di scambio con l’ambiente esterno
Dinamico: in quanto sistematicamente in evoluzione
Gli elementi possono essere di capitale tangibile o intangibile e sono integrati nel senso che uno completa l’altro come necessità nella produzione. Sono interdipendenti perché esiste una sequenza in cui questi elementi si combinano. È un sistema economico perché il suo fine è produrre per soddisfare bisogni economici. Gli individui sono disposti a pagare un prezzo per ottenere il soddisfacimento di questo bisogno attraverso il consumo di beni e servizi. L’impresa decide di produrre beni e servizi utilizzando delle risorse limitate quindi l’impresa in ogni momento deve individuare quel set di prodotti adatti a soddisfare i bisogni che si è prefissa di soddisfare sul mercato. L’impresa deve utilizzare le risorse in modo ottimale cioè produrre il più possibile. Il termine economico contiene i concetti fondamentali di efficacia ed efficienza. L’efficacia è raggiungere l’obiettivo preposto. Scopo essenziale è sopravvivere perché l’impresa deve riuscire ad essere vitale sul mercato. Il primo scopo è azzeccare nella maniera più precisa possibile il mach tra il bisogno che sul mercato rilevo e prodotto che vado a costruire per soddisfare questo bisogno. Essere efficaci vuol dire riuscire a vendere i propri prodotti come ci si era prefissi. Siccome le risorse sono limitate devo fare tutto questo nel modo più economico possibile dal punto di vista dell’efficienza. È un sistema aperto perché deve acquisire delle risorse e riversare sul mercato i propri prodotti. È un sistema dinamico perché è in evoluzione, non funziona immutato per anni, ha bisogno delle revisioni sia dal punto di vista organizzativo sia dal punto di vista economico per adattarsi alle novità.

PROCESSO DI TRASFORMAZIONE
L’impresa combina fattori produttivi e li coordina cioè li fa arrivare nel processo di trasformazione nel momento adatto. La coordinazione e combinazione dei fattori la vedo nella composizione delle attività. Se devo produrre un bene o un servizio devo saper quantificare le attività che mi servono. Il processo di trasformazione genera valore per l’impresa. Il valore dei fattori produttivi in ingresso perché l’impresa funzioni dev’essere minore del valore dell’output. L’output dev’essere venduto a un prezzo sufficiente per remunerare tutti i fattori produttivi e garantire un ricavo che generi autofinanziamento per l’impresa.

SCAMBI IMPRESA AMBIENTE
Abbiamo degli scambi connessi con la produzione dell’impresa (materie prime, impianti,lavoro capitale) e una serie di output che l’impresa produce con la finalità di metterli sul mercato. Esistono una serie di flussi sia in entrata che in uscita che non sono così evidentemente legati al processo di trasformazione ma che lo influenzano pesantemente (norme di legge sull’inquinamento, sicurezza qualità). Esistono anche vincoli sociali culturali e religiosi e conoscenze tecnologiche.

OPERATIVITà DELL’IMPRESA
L’azienda che opera con efficacia nel lungo periodo.È dotata di: Competitività duratura nel tempo
•Adeguata definizione del proprio business
•Sviluppo delle proprie competenze distintive
Stabilizzata capacità dell’impresa di attrarre e trattenere i fattori produttivi a condizioni di mercato (remunerando congruamente i fattori produttivi)
Sotto il profilo economico finanziario l’operare efficace ed efficiente dell’impresa nel lungo periodo, dal punto di vista economico finanziario, si concretizza nel mantenere un Equilibrio stabilizzato nel tempo. Tale equilibrio può essere letto in tre dimensioni Equilibrio economico Equilibrio finanziario Equilibrio patrimoniale

EQUILIBRIO ECONOMICO
È misurato dalla relazione esistente tra: flusso di costi e flusso di ricavi
Flusso di ricavi > Flusso di costi = Utile esercizio
Flusso di ricavi L’impresa si trova in una situazione di equilibrio quando il flusso dei ricavi è durevolmente in grado di fronteggiare il flusso dei costi e garantisce una adeguata remunerazione di tutti i fattori produttivi. il risultato economico in queste condizioni non solo è positivo, dopo aver remunerato congruamente tutti i fattori produttivi, ma è anche determinato dalla gestione corrente (normale attività)
EQUILIBRIO FINANZIARIO
È misurato dalla relazione tra flusso di entrate e flusso di uscite monetarie L’impresa si trova in equilibrio quando il flusso delle entrate monetarie è costantemente in grado di fronteggiare il flusso delle uscite monetarie (liquidità). L’impresa che, in via normale, non è in grado di rendere equilibrate le entrate e le uscite monetarie può trovarsi nell’impossibilità di far fronte ai propri impegni finanziari (stato di insolvenza). l’equilibrio finanziario concerne anche la relazione esistente tra:
• investimenti aziendali esistenti in un dato momento
• le modalità di finanziamento, cioè di copertura, degli indicati investimenti (struttura)
Equilibrio quando le caratteristiche di investimenti e finanziamenti
risultano omogenee

EQUILIBRIO PATRIMONIALE
Riguarda la relazione tra le diverse fonti di finanziamento esaminate dal punto di vista della loro provenienza Rapporti tra
• Capitale proprio (capitale a pieno rischio)
• Capitale di terzi (capitale di debito)
La situazione patrimoniale di un’impresa in funzionamento è determinata da:
•situazione patrimoniale precedente
•flussi finanziari e flussi economici dell’esercizio
Quando una parte consistente delle fonti dovrebbe essere rappresentata da mezzi propri (o capitale proprio o capitale a pieno rischio) si dice che l’impresa è adeguatamente capitalizzata). L’eventuale squilibrio (sottocapitalizzazione) è massimo quando l’impresa non ha più capitale proprio.

PROFILO ECONOMICO FINANZIARIO
Il mantenimento nel tempo degli equilibri economico,finanziario e patrimoniale conferisce all’imprese le caratteristiche di: 1.Economicità: quando si fa riferimento all’equilibrio economico
2.Liquidità: riferita all’equilibrio finanziario 3.Solidità: con riguardo all’equilibrio patrimoniale.
Economicità: Si riferisce ad una impresa durevolmente in equilibrio economico così da essere in grado di garantire – con forza propria – una adeguata remunerazione a tutti i fattori impiegati nella produzione,cioè senza ricorrere a sovvenzioni di terzi (redditività: in condizioni di attività, condizioni di efficienza interna ed esterna) Liquidità: è riferita alla capacità dell’impresa di far fronte, in modo economico, alle necessità finanziare della gestione. Ovvero senza condizioni troppo onerose e senza ricorrere a smobilizzi o operazioni straordinarie Solidità: la solidità patrimoniale è misurabile dal rapporto tra il capitale proprio (o patrimonio netto) dell’impresa ed il capitale di credito. Una impresa si dice dotata di solidità patrimoniale quando il
suo patrimonio netto è equilibrato rispetto alle fonti di finanziamento. La valutazione del
PROFILO ECONOMICO e FINANZIARIO DELLA GESTIONE GLOBALE D’IMPRESA è sinonimo di CHECK - UP del suo “STATO DI SALUTE”. Il profilo economico-finanziario esplorato tramite L’ANALISI PER INDICI DI BILANCIO. Premessa necessaria è la riclassificazione del Bilancio in senso finanziario ed economico

RICLASSIFICAZIONE SP:
Il bilancio da sottoporre a “lettura finanziaria” è quello “originario” cioè il bilancio destinato a pubblicazione Redatto secondo D.Lgs. 9 aprile 1991, n. 127

CRITERIO RICLASSIFICAZIONE:IMPIEGHI
Gli Impieghi o Capitale investito (attivo di SP) è la somma dei valori patrimoniali, all’epoca del bilancio, che corrispondono a scorte liquide in attesa di impiego oppure investimenti in attesa di realizzo (totale di Stato Patrimoniale). La riclassificazione in senso finanziario delle voci del capitale investito (attivo di stato patrimoniale) si fonda sulla loro trasformabilità in denaro cioè sulla loro attitudine a tornare in forma liquida. In base al criterio della “trasformabilità in denaro” Le componenti del capitale investito vengono suddivise in: Attivo circolante: (o disponibilità) comprensivo delle liquidità immediate e degli investimenti in essere la cui trasformabilità in denaro è a ciclo annuale Attivo immobilizzato: ( o immobilizzazioni), costituito
dagli investimenti in essere la cui trasformabilità in denaro è a ciclo pluriennale Il bilancio d’esercizio segue invece il criterio della destinazione o della funzione economica degli investimenti ovvero del ciclo operativo. Secondo questo criterio la distinzione tra attivo immobilizzato e attivo circolante viene effettuata a prescindere dalla durata dell’investimento stesso

INVESTIMENTI O IMPIEGHI RICLASSIFICATI
Attivo immobilizzato
• Investimenti che si trasformeranno in denaro in un periodo di tempo superiore ad un anno
Attivo circolante
• Investimenti che si trasformeranno in denaro in unperiodo di tempo inferiore ad un anno
• Scorte di magazzino • Liquidità differite • Liquidità immediate
= Totale Capitale Investito

CRITERIO RICLASSIFICAZIONE FONTI
Il capitale acquisito coincide con le fonti di finanziamento che un’impresa utilizza per far fronte a fabbisogni espressi dal capitale investito Le fonti possono essere classificate in base alla provenienza: Endogene: ammortamenti, svalutazioni, fondi per rischi ed oneri,utili netti non distribuiti Esogene: conferimenti con vincoli di capitale proprio, indebitamento. I finanziamenti inoltre vengono classificati in base alla durata: Capitale permanente: capitale proprio e finanziamenti di lunga scadenza (passività consolidate) Passività correnti: finanziamenti a breve ciclo di estinzione, finanziamenti a breve ciclo di utilizzo

PASSIVO E PATRIMONIO NETTO O FONTI RICLASSIFICATO
+ Patrimonio Netto
Capitale sociale, riserve ed utili, detratte le perdite d’esercizio
Passività consolidate
• Voci che si trasformeranno in esborsi in un periodo superiore ad un anno
+ Passività Correnti
• Voci che si trasformeranno in esborsi entro un anno
= Totale Capitale Acquisito

RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO AI FINI DELL’ANALISI REDDITUALE
La situazione economica dell’impresa riguarda le relazioni di equilibrio o di squilibrio tra flussi di costi e flussi di ricavi originati dalla dinamica della gestione. L’attitudine dell’impresa a svolgere durevolmente la propria attività presuppone una gestione che, almeno tendenzialmente, si profili economica, nel senso di una stabilizzata attitudine a remunerare congruamente , secondo le condizioni di mercato, tutti i fattori produttivi che utilizza. I risultati del singolo esercizio forniscono un’ottica di breve periodo, per passare a un’ottica di medio/lungo periodo bisogna considerare i risultati e le tendenze su più esercizi

COMPONENTI DEL RISULTATO GLOBALE
Risultato operativo
• Reddito attribuibile alla gestione caratteristica o tipica dell’impresa (costi e ricavi riconducibili all’attività caratteristica prescindendo dalla forma di acquisizione del capitale )
Redditi atipici
• Riferibili a gestioni estranee o collaterali a quella caratteristica (ad esempio gestione di immobili civili in un impresa industriale)
Risultato della gestione finanziaria
• Oneri finanziari, dipendenti dalle politiche di finanziamento, al netto degli eventuali proventi finanziari originati dagli investimenti di liquidità
Redditi straordinari
• Relativi ad operazioni non ricorrenti
Imposte

CE CIVILISTICO -> CE RICLASSIFICATO
Secondo il codice civile il risultato di bilancio evidenzia solo:
•Risultato gestione corrente
•Risultato gestione finanziaria
•Risultato straordinario
Non evidenzia il risultato della così detta gestione extracaratteristica o atipica , cioè il saldo degli oneri e proventi atipici, che vengono inglobati nella gestione corrente, unitamente ai costi e ricavi caratteristici (voci A.5 e B.14 del conto economico civilistico)

CAPITALE DA METTERE IN RELAZIONE CON I RISULTATI REDDITUALE
Le indicate aree del CE riclassificato sono ricollegabili a determinati interventi che sono iscritti nello Stato Patrimoniale riclassificato Il capitale globalmente investito (K) può essere distinto in:
Ko: capitale investito nell’area operativa, segnala le risorse impiegate nell’attività caratteristica dell’impresa, che dà origine al risultato operativo
Ka: capitale investito nelle aree extra-caratteristiche, che generano i redditi atipici
Li: capitale investito in scorte liquide, che genera risultati finanziari estranei al reddito operativo
K = Ko + Ka + Li

STRUTTURA E SITUAZIONE PATRIMONIALE
Aspetto patrimoniale: esamina le relazioni che intercorrono tra Patrimonio Netto e Capitale di Credito Il patrimonio dell’impresa è costituito dall’insieme dei beni economici o ricchezza a disposizione della medesima in un dato momento. Componenti positivi: attività patrimoniali o semplicemente attività Componenti negativi: passività patrimoniali o semplicemente passività. Si parla di: Patrimonio netto: quando (attività –passività) è + Deficit patrimoniale: quando (attività-passività) è –

INDICI DI SOLIDITà PATRIMONIALE
Indipendenza finanziaria
N/K <_> Capitale Proprio / Capitale acquisito totale ≤ 1
Indica il peso del capitale proprio rispetto al capitale acquisito totale, ovvero in quale misura gli investimenti dell’impresa sono stati finanziati con capitale di rischio. Un indice troppo basso indica una dipendenza da capitale terzi per finanziare propri investimenti, con una possibile o effettiva diminuzione di liberta di manovra dell’impresa nella propria amministrazione con rischio di influenze esterne

Dipendenza finanziaria o Indice di Indebitamento
Capitale di Terzi / Capitale acquisito totale ≤ 1
Π + p / K ≤ 1
Complementare al precedente, indica il peso del capitale di debito rispetto al capitale acquisito totale, ovvero in quale misura gli investimenti dell’impresa sono stati finanziati con capitale di terzi. In questo caso un indice troppo alto è critico indica una dipendenza da capitale di terzi.

Solidità Capitale Sociale
Capitale Proprio / Capitale Sociale ≤ o ≥ 1
Evidenzia le componenti patrimoniali diverse dall’apporto dei soci. L’integrità del capitale sociale, cioè la situazione in cui il capitale proprio coincide con il capitale sociale, rappresenta il livello minimo di solidità indice = ad 1. Se ≤ 1 deficit patrimoniale Se ≥ 1 situazioni di solidità patrimoniale crescente al crescere del valore

STRUTTURA E SITUAZIONE FINANZIARIA
Aspetto finanziario: esamina le relazioni tra fabbisogni di capitale e relative modalità di coperture e i correlati flussi di entrate e flussi di uscite monetarie e finanziarie. Struttura finanziaria: composizione dei fabbisogni di capitali (impieghi) e composizione dei mezzi di copertura (fonti) di tali fabbisogni. Esame in un dato momento delle relazioni tra struttura degli impieghi e struttura delle fonti. (giudizio istantaneo) Situazione finanziaria: nell’impresa in funzionamento è l’analisi in un dato periodo delle relazioni che si istituiscono tra fabbisogni di capitale (impieghi che saranno richiesti in dato periodo) e fonti di finanziamento (disponibilità monetario-finanziarie su cui l’azienda può contare in quel periodo). (giudizio di previsione non istantaneo ma riferito a un periodo)

INDICI DI COMPOSIZIONE INVESTIMENTII
Peso delle Immobilizzazioni (rigidità cap. investito)
Attivo Immobilizzato / Capitale Investito x100
I / K X 100
Peso del Cap. Circolante (elasticità cap. investito)
C / K X 100
Attivo Circolante / Capitale Investito x100
I due indici di composizione, il cui totale è pari a 1 o 100, se su base percentuale, segnalano la rigidità o elasticità degli investimenti, con riferimento al fattore tempo di realizzo (trasformabilità in denaro) degli stessi investimenti

INDICI DI COMPOSIZIONE FINANZIAMENTI
Peso capitale proprio
Patrimonio netto / Capitale Acquisito x100
Peso delle Passività Consolidate
Passività Consolidate / Capitale Acquisito x100
πK / X 100
Peso delle Passività Correnti
Passività Correnti / Capitale Acquisito x100
P / K X 100
L’analisi della composizione del capitale acquisito può essere approfondita per categorie aggregate esaminando quindi la rigidità delle fonti in base al loro periodo di rimborso o alla loro origine
Peso del Cap. Permanente (da contrapporre a peso pass correnti)
Cap. proprio + Pass consolidate / Capitale Investito x100
N+π / k X 100
Peso del Cap. di Credito (da contrapporre al peso del cap proprio)
Pass consolidate + Pass correnti / Capitale Investito x100
Π + p / k x 100

INDICI DI SITUAZIONE FINANZIARIA
Indice di Liquidità o Quoziente di tesoreria
Liq. Differite + Liq. Immediate / Passività Correnti ≤ o ≥ 1
Ld + Li / p ≤ o ≥ 1
Indice di Disponibilità
Capitale Circolante/ Passività Correnti ≤ o ≥ 1
Quoziente di tesoreria esprime l’attitudine dell’impresa a soddisfare gli impegni finanziari a breve. L’indice di disponibilità rifletto lo stato di equilibrio o squilibrio sotto il profilo dell’attitudine della gestione a soddisfare gli impegni finanziari a breve

STRUTTURA E SITUAZIONE ECONOMICA
Aspetto Economico: osserva le relazioni tra costi e ricavi per analizzare la redditività d’impresa La Struttura Economica di un’impresa è definita dalla composizione dei componenti di reddito: Struttura Costi definita dalla composizione dei componenti negativi di reddito Struttura dei Ricavi composizione dei componenti positivi di reddito La Situazione Economica: analizza le relazioni tra flussi di ricavi e di costi, quindi giudizio sulla redditività di periodo stabilizzata nel tempo

REDDITIVITà DELLA GESTIONE
Il flusso di ricavi di competenza dell’esercizio rappresenta il mezzo di copertura del flusso di costi ed oneri di varia specie ad esso contrapponibili per competenza. Il surplus che eventualmente ne risulta, cioè il risultato positivo dell’esercizio, rappresenta la forma di remunerazione (immediata o differita) del capitale di pieno rischio (o patrimonio netto). Ai fini dell’analisi reddituale non è sufficiente rilevare l’eventuale risultato positivo e valutare se sufficiente per una remunerazione congrua del capitale. È anche necessario analizzare il contributo delle diverse gestioni alla formazione del risultato globale In particolare con attenzione alla gestione caratteristica che nel breve, ma soprattutto nel lungo periodo, deve essere la base della redditività dell’impresa per garantire un equilibrio come stabile capacità di remunerare tutti i fattori produttivi.

REDDITIVITÀ DELLA GESTIONE “OPERATIVA”
Return on Investment
ROI = Reddito Operativo / Capitale Investito Operativo ≤ o ≥ 0
Attitudine dell’impresa a rendere congruamente proficui gli investimenti di capitale nella gestione tipica o caratteristica, si tratta un tasso redditività del capitale operativo
Scomposizione del Roi per fattori
ROI: Ro / Ko = Ro / V x V /Ko ≤ o ≥ 0
Return on Sales
ROS = Ro / V ≤ o ≥ 0
Redditività delle vendite, reddito medio operativo per unità di ricavo netto . Se = 0 flusso ricavi sufficiente alla copertura dei soli costi operativi
Rotazione Cap. investito
V / Ko ≤ o ≥ 1
Rotazione Capitale Investito Esprime, sotto il profilo economico, il ricavo medio per unità di investimenti operativi, misura di un “indice di ciclo finanziario” degli investimenti (che dovrebbero essere gli investimenti medi di periodo)
Scomposizione del ROS
ROS = Ro / V = V – Co / V = 1 – Co / V = 1 – Cov / V + Cof / V
dove: Co = Costi Operativi Totali
Cov = Costi Operativi Variabili Cof = Costi Operativi Fissi
TASSI DI INCIDENZA DEI COSTI OPERATIVI
I tassi d’INCIDENZA DEI COSTI OPERATIVI sui ricavi di vendita dipendono da: Cov / V
• Efficiente impiego delle risorse
• Prezzo di acquisto delle risorse
• Prezzo di vendita dei prodotti
• Mix produttivo
Cof / V
Adeguatezza dei volumi rispetto all’entità delle risorse di “capacità” e di “programma
REDDITIVITà GLOBALE
Tasso di redditività del capitale proprio ed indica il livello a cui viene commisurata la remunerazione del capitale di rischio
ROE = Reddito Netto / Capitale Proprio
Riflette le strategie globali dell’impresa ed esprimibile attraverso l’INDICE DI REDDITIVITÀ GLOBALE

ANALISI DEL ROE PER FATTORI
ROE =Ro / K x K / N x Rn / Ro
Ro / K ROI: quoziente di redditività operativa (N.B. ipotesi semplificatrice: capitale operativo coincide con capitale totale)
K / N Grado di indebitamento: espresso come reciproco dell’indice di indipendenza finanziaria valori elevati rappresentano un elevato indebitamento Incidenza del reddito globale sul reddito operativo: evidenza il peso della gestione caratteristica sul reddito globale e l’eventuale contributo delle altre gestioni

LEVA FINANZIARIA
ROE = ROI + (ROI - i) x Ct / Cn x Rn / R*n
dove:
• i Costo del capitale di credito
• Ct Capitale di credito (Capitale di terzi)
• Cn Capitale proprio
• R*n Reddito ante imposte e ante oneri e proventi atipici e straordinari
La formula della leva finanziaria viene solitamente usata per spiegare come varia ROE al variare della STRUTTURA FINANZIARIA, noti ROI ed i.

PROCESSO DI PIANIFICAZIONE E CONTROLLO
PIANIFICAZIONE STRATEGICA Processo con cui la Direzione definisce gli obiettivi di fondo della gestione, formula le strategie per raggiungerli e predispone i piani operativi occorrenti per attuare le strategie CONTROLLO DIREZIONALE Processo con cui la Direzione si assicura che la gestione si svolga in maniera tale da permettere il raggiungimento degli obiettivi della pianificazione strategica
Più precisamente….
Strategy Planning -> Pianificazione strategica
Budgeting Reporting _>Controllo di gestione
STRATEGY PLANNING: Formulare Strategie Cioè Come raggiungere le finalità di fondo (missione) dell’azienda
PLANNING: Definizione di Obiettivi di Medio/Lungo termine e Redazione di Piani Operativi Pluriennali
BUDGETING REPORTING:Definizione di Obiettivi di Breve termine (correnti) e Redazione di Programmi Operativi Annuali
REPORTING:Rilevazione dei consuntivi Analisi degli scostamenti Diffusione delle informazioni

CONTROLLO DI GESTIONE
Ponendo l’attenzione sul CONTROLLO DI GESTIONE:cioè quel sotto-processo, articolabile in “Budgeting” e “Reporting”, finalizzato, essenzialmente, al raggiungimento degli OBIETTIVI DI BREVE TERMINE ovvero gli obiettivi connessi con la GESTIONE OPERATIVA si può affermare che: I sistemi di controllo di gestione sono da intendersi come strumento di supporto all’azione dei manager aziendali. “Orientano” le decisioni ed i comportamenti in relazione agli obiettivi prefissati. Tale orientamento/supporto è correlato a due fondamentali aspetti della gestione: Efficacia ed Efficienza UN SISTEMA DI GUIDA E’ ADEGUATO QUANDO: CONSENTE DI VALUTARE COSTANTEMENTE L’EFFICIENZA E L’EFFICACIA DELLA GESTIONE
INPUT ( risorse) -> PROCESSO DI GESTIONE OUTPUT (beni e servizi)
EFFICIENZA Attitudine ad ottimizzare il rapporto input/output (evitare sprechi, ridurre i costi)
EFFICACIA Attitudine a realizzare i propri obiettivi riguardanti l’output (qualitativi e quantitativi)
l’analisi di efficacia ed efficienza può essere riferita all’impresa nel suo complesso ma anche ai singoli sub-sistemi aziendali monitorati

CONTROLLO DI GESTIONE:
è IL SISTEMA DIREZIONALE CON CUI I MANAGERS ai vari livelli si accertano che la gestione si svolga in condizioni di efficienza ed efficacia in modo da permettere il raggiungimento degli obbiettivi prestabiliti esplicitati in sede di pianificazione strategica

SISTEMA DIREZIONALE
Il Controllo di Gestione è un insieme di principi, di regole, di strumenti a disposizione della direzione aziendale per consentirle di prendere decisioni corrette in funzione degli obiettivi che si è posta. Questo sistema si compone di: - Una struttura •organizzativa •Tecnico contabile - Un processo

Struttura – organizzativa Quali oggetti monitorare? Come progettare il sistema di controllo? Azienda scomposta in sub sistemi significativi al fine di:
Ridurre la complessità dell’azienda
Risalire alle vere cause dei risultati aziendali
Individuare i soggetti a cui compete la responsabilità
Controllare la gestione significa sempre:
Monitorare i risultati a livello globale di sistema
Monitorare a livello di sub-sistemi significativi
Struttura – organizzativa La STRUTTURA ORGANIZZATIVA del controllo è data dai centri di responsabilità (oggetto del controllo vero e proprio) e dai corrispondenti indicatori di risultato. (monitoraggio) Ma la struttura organizzativa potrebbe essere articolata e quindi monitorata per altri sub-sistemi quali:
Prodotti
Clienti
Zone geografiche servite
Canali distributivi
Progetti o commesse
Aree funzionali
Processi

Struttura – tecnico contabile
L a STRUTTURA TECNICO – CONTABILE è data dalle metodologie di misurazione contabile ed extracontabile e dai corrispondenti supporti informatici Le metodologie si evolvono nel tempo sia in accordo con le finalità e le esigenze che il controllo di gestione ha avuto nei diversi periodi
sia in base alle possibilità tecnologiche che hanno reso possibile il trattamento efficace, efficiente e tempestivo dei dati necessari alle diverse esigenze del controllo
CONTABILITA’ E BILANCIO
CONTABILITA’ DEI COSTI
• contabilità per centri di costo
• activity based costing
BUDGET
PARAMETRI OBIETTIVO
MODELLI MULTIDIMENSIONALI
• DSS (decision supportig system)
• cruscotti direzionali
• balanced scorecard

Il PROCESSO DI CONTROLLO
è l’aspetto dinamico del sistema, cioè le attività svolte dai soggetti coinvolti nel controllo di gestione Riguarda sia le modalità tecnico – organizzative del budgeting e del reporting sia aspetti meno tangibili come lo stile di direzione

ATTORI DEL PROCESSO CDG
La DIREZIONE è l’insieme dei managers dotati delle leve decisionali e delle responsabilità necessarie e sufficienti per gestire risorse operanti ai vari livelli della struttura. Si deve pensare pertanto a:
•Tutti i managers
•L’alta direzione
•Gli specialisti del CdG (i controller)

PIANIFICAZIONE STRATEGICA
L’attività di pianificazione strategica:
Ha per oggetto decisioni con le quali si dà all’azienda un volto durevole;
È caratterizzata da un orizzonte temporale pluriennale, necessario per ottenere i risultati delle scelte medesime.
Definizione degli obiettivi aziendali di medio/lungo periodo (N.B. gli obiettivi devono essere chiari, espliciti e quantificabili) Redazione dei Piani strategici per il Raggiungimento degli obiettivi (stabilizzata tendenza dell’azienda a raggiungere tali obiettivi nel medio /lungo periodo)

DECISIONI DELLA PIANIFICAZIONE STRATEGICA
Quali prodotti vendere
Su quali mercati
Con quale tecnologia produrli
Con quale grado di integrazione
Si traducono in piani strategici (pluriennali) che devono essere: chiari – espliciti – quantificabili Per altro ancora generali e non operativi devono essere tradotti in programmi (annuali) operativi: budget dell’anno, che può essere riferito sia ai singoli sub sistemi (CdR) che all’impresa nel suo complesso.

CONTROLLO DI GESTIONE
Il controllo di gestione si occupa di monitorare nel breve periodo le variabili di gestione operative e strategiche. (controllo strategico, gestionale, operativo, organizzativo) Ad esempio utilizzando programmi e budget che considerano le variabili strategiche o le componenti elementari di tali variabili. Programmazione e Controllo I° Modulo Considerando l’andamento atteso nel breve periodo e l’andamento effettivo rilevato in fase di monitoraggio infrannuale e in sede di consuntivo a fine anno
DECISIONI DEL CONTROLLO DI GESTIONE
QUANTO CI PONIAMO COME OBIETTIVO DIFATTURATO DEL PRODOTTO X NEL PROSSIMO ESERCIZIO?
CON QUALE CONSUMO DI RISORSE? CON QUALE LIVELLO DI QUALITÀ?
tali decisioni si esplicitano e concretizzano nella redazione di: programmi di vendita, programmi di produzione, programmi di approvvigionamento delle singole risorse, budget di area o di altri sub sistemi come CdR e successivo monitoraggio e consuntivo valutazione degli scostamenti dal programma)

SOGGETTI COINVOLTI NEL PROCESSO DI P E C
ALTA DIREZIONE (TOP MANAGEMENT) -> PIANIFICAZIONE STRATEGICA
MANAGEMENT (I E II LINEA)

FASI DEL CONTROLLO DI GESTIONE
Il tipico meccanismo di controllo di gestione consente di individuare TRE FASI durante le quali si esercita il controllo stesso •PRIMA DELLA GESTIONE CONTROLLO PREVENTIVO •DOPO LA GESTIONE CONTROLLO CONSUNTIVO •DURANTE LA GESTIONE CONTROLLO CONCOMITANTE

ANALISI DEI COSTI
Ogni impresa impiega risorse Le risorse sono sempre in qualche misura scarse
Necessità quindi di monitoraggio dei costi (espressione monetaria della quantità di risorse impiegate nei processi produttivi)
Dopo la definizione degli obiettivi di fondo e dopo la verifica dell’efficacia dell’output generato dai processi produttivi (efficacia) le imprese devono perseguire l’efficienza nel consumo di risorse, per definizione scarse e passibili di usi alternativi. I costi, intesi come espressione monetaria delle risorse consumate nei processi produttivi, sono oggetto di analisi e controllo per la gestione della dimensione economica dell’operare dell’impresa

Classificazioni dei Costi ai fini del CdG
Principali classificazioni dei costi ai fini del controllo di gestione
a) Secondo la loro natura fisico economica
b) Secondo ”l’area di gestione” di pertinenza
c) Secondo le loro modalità di imputazione agli oggetti di calcolo
d) Secondo il loro comportamento al variare del volume di produzione
e) Secondo le modalità della loro programmazione
f) Secondo la loro controllabilità

Classificazioni dei Costi per Natura
Si basa sulle caratteristiche fisiche ed economiche dei fattori produttivi In prima approssimazione coincide con quella utilizzata dalla contabilità generale , anche se nella contabilità analitica o contabilità dei costi,…) possono venire evidenziate voci di costo che la contabilità generale non considera. Spesso la natura dei costi si differenzia a seconda dell’area , produzione piuttosto che altre aree come vendite o amministrazione, o altro. Anche il dettaglio con cui i costi vengono indicati può essere diverso. Si distingue in genere tra costi industriali quelli più direttamente connessi con la produzione, e costi non industriali di solito raggruppati per funzione (commerciali e distributivi, R&S, amministrativi, vari generali).
Materie prime
Mano d’opera diretta MOD
Mano d’opera indiretta MOI
Stipendi personale tecnico
Forza motrice
Materiali ausiliari e di consumo
Utenze
Manutenzioni
Quote ammortamenti

CLASSIFICAZIONE DEI COSTI SECONDO L’AREA DI GESTIONE DI PERTINENZA
Aree viste nel conto economico per l’analisi reddituale, in particolare i valori più interessanti per il controllo di gestione sono quelli che competono l’area della gestione caratteristica che deve rappresentare la base per la redditività d’impresa Questo tipo di classificazione è utile in particolare nel controllo della redditività globale d’impresa ma può anche essere interessante nella prospettiva di alcuni sub-sistemi significativi, come i prodotti (ad esempio quali prodotti contribuiscono maggiormente alla determinazione della redditività globale d’impresa.

Classificazione dei costi in base alla modalità
di imputazione agli oggetti di calcolo
Tipicamente i “prodotti” finali delle aziende, ma anche idiversi sub sistemi che si sono scelti come matrice dianalisi dell’impresa. Come si era detto in merito alla struttura organizzativa su cui si basa il controllo digestione. I prodotti sono gli oggetti finali di calcolo,ma più spesso di usano oggetti intermedi come i centri di costo e di responsabilità definendo quindi un costo, quindi
un assorbimento di risorse, per oggetto intermedio a cui far corrispondere la “produzione” attribuibile a quello stesso oggetto intermedio a fronte del consumo di risorse calcolato.
La classificazione si basa sul modo in cui i costi vengono imputati ai centri di costo o ai prodotti cui competono
Possibile imputazione
Costi speciali: “Possono” essere imputati all’oggetto di calcolo con una misurazione oggettiva del consumo risorsa
Costi comuni: “Non Possono” essere imputati all’oggetto di calcolo con una misurazione oggettiva del consumo di risorsa
Effettiva imputazione
Costi Diretti: Si imputano mediante misurazione oggettiva della quantità di risorse da impiegare effettivamente impiegate per un certo oggetto
Costi Indiretti: Si imputano mediante una ripartizione sempre soggettiva all’oggetto di calcolo, in base a una grandezza nota presa come base di imputazione

Classificazione dei Costi secondo
il loro comportamento
L’analisi del comportamento dei costi presuppone che i costi dei fattori produttivi vengano messi in relazione con le variabili esplicative o determinanti che ne causano il sostenimento Ad esempio si studia la variabilità dei costi in base alla variabile esplicativa “volume di produzione” (o di vendita )di certi beni e servizi. In questo modo si esclude di spiegare le variazioni del costo dei fattori produttivi tramite altre variabili significative come il prezzo d’acquisto o l’efficienza dei processi produttivi In tale ottica si distinguono:
Costi Fissi:Non si modificano al variare del volume di produzione
Costi Variabili Variano proporzionalmente al variare del volume di produzione
Costi Misti Al variare del volume di Produzione si riconoscono Due componenti: fissa e variabile
Rappresentazione delle funzioni di costo, in base alla variabilità del volume di produzione (variabile indipendente x), con un’ipotesi di linearità stretta
Costi fissi: Y = a
Costi Variabili: = bx
Costi misti: Y = a + bx
Alcune riflessioni sul comportamento dei costi e della loro variabilità in rapporto al volume di produzione
Limiti di significatività dell’analisi
Concetto di risorse impegnate
Significato dei parametri della retta

Limiti di significatività
Data una capacità produttiva, nell’intervallo di invariabilità della capacità produttiva (in genere superiore all’esercizio e definita in sede di pianificazione strategica in ottica di medio lungo periodo) Al di là dei Costi di Capacità (che restano costanti in un intervallo di produzione ampio) si possono distinguere diverse tipologie di costi variabili Costi variabili in proporzione al volume in modo continuo o per quantità discrete molto limitate (costi variabili) Costi variabili rispetto al volume per intervalli discreti rilevanti (costi variabili a scalini) Costi con variabilità non dipendente dalle variazioni del volume di produzione
Risorse impegnate: si intendono quelle risorse la cui disponibilità per il processo produttivo deve essere predisposta in anticipo rispetto all’effettivo consumo della risorsa. Si tratta di risorse che non possono essere accumulate sotto forma di scorte e quindi utilizzate in un momento successivo (tipicamente costi fissi o spese generali, ma anche fattori produttivi che in linea teorica possono essere considerati strettamente variabili ma che per cause differenti da quelle determinate dal processo produttivo risultano “rigidi”, come ad esempio la mano d’opera)
La rappresentazione grafica dei costi (totali di produzione) può essere fatta utilizzando una retta , in questo caso i parametri della retta assumono un significato gestionale Y = a + bx
a = totale dei costi fissi
b = totale costo variabile unitario
a = Totale costi fissi che possono essere rappresentati da: Costi di struttura o vincolati (di capacità produttiva, definiti per periodi lunghi) Costi discrezionali (legati in genere a “progetti” e definiti anche per periodi brevi, un solo esercizio)
b = Totale costo variabile unitario (n.b. possono esserci più voci di costo variabili la somma dei singoli costi unitari, per unità di prodotto) Il costo unitario variabile, in fase di programmazione, può essere espresso come: b = f *m
f = standard unitario fisico della risorsa considerata (efficienza interna)
m = standard monetario o prezzo unitario standard della stessa risorsa (efficienza esterna)

Classificazione dei Costi secondo
la loro modalità di programmazione
Dal punto di vista economico, uno dei problemi più rilevanti, nella redazione di un budget, consiste nella programmazione dei costi A seconda della modalità di programmazione si possono distinguere le seguenti categorie di costo:
COSTI PARAMETRICI O STANDARD
COSTI DISCREZIONALI
COSTI VINCOLATI

Modalità di programmazione:
Costi Standard o Parametrici
Definizione Elementi di costo per i quali si può determinare oggettivamente l’ammontare
Ammontare a budget (programmazione) È noto lo standard fisico e monetario Dipende dal volume di produzione e il valore a budget si ottiene moltiplicando per la quantità programmata
Analisi degli scostamenti (controllo) Lo scostamento una misura efficienza
Periodo di controllo Breve

Modalità di programmazione:
Costi Standard
Costi predeterminati in base ad analisi tecniche
Riflettono obiettivi di efficienza
Presuppongono condizioni operative standard
Formula di determinazione:
Costo unitario = Standard unitario Fisico x Standard unitario monetario
Di solito hanno una validità convenzionale di un anno (un esercizio) e sono utilizzati per:
Costruire il budget (valutazioni di efficienza)
Effettuare valutazioni di convenienza economica

Modalità di programmazione:
Costi Discrezionali
Definizione Elementi di costo il cui ammontare non è vincolato a parametri tecnici ma agli obiettivi che si vogliono raggiungere
Ammontare a budget (programmazione) Non è noto uno standard Dipende dalle decisioni della direzione In budget troviamo uno stanziamento soggettivo
Analisi degli scostamenti (controllo) Lo scostamento indica solo se si speso quanto programmato, non è una misura di efficienza
Periodo di controllo Breve - Medio

Modalità di programmazione:
Costi Vincolati
Definizione Elementi di costo che sono conseguenza di impegni assunti in passato dall’azienda
Ammontare a budget (programmazione) Non è noto lo standard fisico Dipende dalle decisioni prese in passato che determinano il valore in budget
Analisi degli scostamenti Lo scostamento non è significativo nel breve termine
Periodo di controllo Lungo

Classificazione dei Costi secondo la loro controllabilità
Questi costi assumono un peso rilevante quando si tratta di valutare i risultati in fase di responsabilizzazione dei manager. Tenuto conto che la responsabilità dei manager può essere di misura diversa in rapporto al grado di influenzabilità dei costi da parte degli stessi manager si può
distinguere:
Costi controllabili: costi influenzabili in maniera diretta e in misura significativa, da notare che questa caratteristica può essere variabile, per la stessa tipologia di costo, a secondo del soggetto
responsabile o centro di responsabilità considerato.
Costi non controllabili: quelli che non sono influenzabili in maniera diretta o significativa Da notare che la classificazione ha un significato rilevante dal punto di vista organizzativo più che contabile e che è relativa alla tipologia di costo considerata in riferimento alle diverse strutture
organizzative.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche principali di un'impresa secondo il testo?
  2. Un'impresa è descritta come un sistema economico aperto e dinamico, composto da elementi integrati e interdipendenti, finalizzato a soddisfare bisogni attraverso l'uso di risorse limitate.

  3. Come viene definito il processo di trasformazione all'interno di un'impresa?
  4. Il processo di trasformazione in un'impresa consiste nella combinazione e coordinazione dei fattori produttivi per generare valore, assicurando che il valore dell'output superi quello dei fattori in ingresso.

  5. Cosa si intende per equilibrio economico, finanziario e patrimoniale in un'impresa?
  6. L'equilibrio economico si riferisce alla capacità di coprire i costi con i ricavi, l'equilibrio finanziario riguarda la gestione dei flussi monetari, mentre l'equilibrio patrimoniale concerne la relazione tra capitale proprio e capitale di terzi.

  7. Qual è il ruolo del controllo di gestione in un'impresa?
  8. Il controllo di gestione è un sistema direzionale che assicura l'efficienza e l'efficacia della gestione, monitorando i risultati e supportando le decisioni manageriali per raggiungere gli obiettivi strategici.

  9. Come viene analizzata la redditività di un'impresa secondo il testo?
  10. La redditività è analizzata attraverso indici come il ROI e il ROE, che misurano rispettivamente la redditività degli investimenti operativi e del capitale proprio, valutando l'efficacia delle strategie globali dell'impresa.

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