Concetti Chiave
- Il licenziamento dei lavoratori è legittimo solo se motivato da una giusta causa o un giustificato motivo, proteggendo i diritti dei dipendenti.
- La giusta causa soggettiva include comportamenti gravi come furti, insubordinazione o condotta violenta che danneggiano il rapporto fiduciario.
- La giusta causa oggettiva riguarda comportamenti privati del lavoratore che ledono l'affidabilità, come la commissione di gravi reati.
- I CCNL stabiliscono i criteri per la giusta causa, ma è compito del giudice valutare la colpevolezza soggettiva del lavoratore.
- Per i lavoratori pubblici, la legge prevede il licenziamento disciplinare senza preavviso in casi di gravi infrazioni come falsa attestazione di presenza.
Indice
Evoluzione della tutela dei lavoratori
In passato il diritto non tutelava adeguatamente i lavoratori, che potevano essere licenziati in base a un mero capriccio del proprio datore. Con il passare del tempo, però, la situazione giuridica dei lavoratori è stata maggiormente tutelata: oggi il licenziamento è legittimo solo se motivato da una giusta causa o da un giustificato motivo.
Definizione di giusta causa
Esempi di giusta causa sono i furti in azienda, una gravissima insubordinazione o la condotta violenta contro un superiore o un collega.
In poche parole, quindi, si definisce «giusta causa» un giustificato motivo soggettivo particolarmente grave. Anche in questo caso, gli atti e i fatti riconducibili alla giusta causa sono determinati dai CCNL, i quali tuttavia demandano al giudice il compito di valutare la colpevolezza soggettiva del lavoratore, ossia l’intensità del dolo o della colpa.
Giusta causa oggettiva e soggettiva
La giurisprudenza ha ricondotto al concetto di giusta causa anche comportamenti molto gravi e riprovevoli che, pur non costituendo un inadempimento contrattuale, implicano una lesione irreparabile del rapporto fiduciario tra datore di lavoro e dipendente: questa fattispecie è stata definita da alcuni giuristi «giusta causa oggettiva».
Si tratta di comportamenti relativi alla vita privata del lavoratore, come la commissione di gravi reati, specialmente nell'ambito di alcune attività che richiedono un elevato grado di affidabilità personale )ad esempio quella bancaria).
La legge, inoltre, ha previsto alcune ipotesi particolarmente gravi nelle quali ai lavoratori pubblici deve essere irrogato il licenziamento disciplinare senza preavviso: falsa attestazione della presenza in servizio; produzione di certificato medico in autentico; assenza ingiustificata dal lavoro per più di tre giorni in 2 anni o per più di sette negli ultimi 10 anni; reiterazione di comportamenti aggressivi e minacciosi; condanna penale con conseguente interdizione perenne dai pubblici uffici.
In sostanza, la legge riconduce alla giusta causa ragioni soggettive legate direttamente alla fiducia lavorativa (giusta causa soggettiva) o alla vita privata e personale del lavoratore (giusta causa oggettiva).
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra giusta causa soggettiva e giusta causa oggettiva?
- Quali sono alcuni esempi di comportamenti che possono portare al licenziamento per giusta causa?
- Come viene determinata la colpevolezza soggettiva del lavoratore in caso di giusta causa?
La giusta causa soggettiva riguarda motivi legati direttamente alla fiducia lavorativa, come furti o insubordinazione, mentre la giusta causa oggettiva si riferisce a comportamenti gravi nella vita privata che compromettono il rapporto fiduciario.
Esempi includono furti in azienda, condotta violenta, falsa attestazione della presenza in servizio, e commissione di gravi reati che compromettono l'affidabilità personale.
La colpevolezza soggettiva viene valutata dal giudice, che considera l'intensità del dolo o della colpa del lavoratore, come stabilito dai CCNL.