Concetti Chiave
- Nel Rinascimento, il sapere giuridico si ibridò integrando filologia e il mos gallicus iura docendi, influenzando le discipline legali.
- Sorse una dottrina antigiurisprudenziale che utilizzava la satira per criticare giuristi e avvocati.
- La giurisprudenzializzazione della scientia iuris consolidò attraverso consilia e decisiones, formando la giurisprudenza consulente e giudicante.
- I consilia comprendevano il consilium sapientis iudiciale e il consilium sapientis pro veritate, quest'ultimo spesso messo in discussione per la sua imparzialità.
- Alciato sosteneva che i consilia dovessero basarsi sulla razionalità, con metodi come brevitas, quantità e subtilitas per redigerli.
Indice
Ibridazione del sapere giuridico
Fra Cinquecento e Seicento si assistette a una vera e propria ibridazione del sapere giuridico: la filologia e l’applicazione del mos gallicus iura docendi favorirono la commistione delle discipline giuridiche. Ciò determinò il sorgere di una dottrina antigiurisprudenziale, volta a denigrare mediante la satira giuristi e avvocati.
Giurisprudenzializzazione della scientia iuris
Durante l’età moderna, però, si assistette alla giurisprudenzializzazione della scientia iuris, consolidata attraverso consilia (responsi) e decisiones (sentenze) che insieme costituivano la giurisprudenza consulente e quella giudicante. I Consilia del giurista dovevano testimoniare la corretta ricostruzione giuridica della fattispecie. Il responso giuridico aveva due forme: consilium sapientis iudiciale, diffuso durante l’età medievale, e il consilium sapientis pro veritate, dispensato dal giurista su richiesta di una delle parti in giudizio. In teoria il consilium pro veritate doveva essere imparziale, ma la lauta ricompensa che il giurista riceveva per la sua redazione ha spesso sollevato dubbi sull’oggettività dei responsi.
Consilia e metodi giuridici
Il consiliatore assumeva le vesti del giudice e proponeva una soluzione della controversia basandosi su tre elementi: la legge; la ratio e la comune opinione (communis opinio) dei giuristi autorevoli (ab auctoritate). Secondo Alciato, il fondamento dei consilia non doveva essere l’auctoritas, bensì la razionalità. Per raggiungere questo obiettivo, i giuristi dovevano redigere i consilia mediante la discrezionale applicazione di tre metodi: il metodo della brevitas, secondo cui il giurista doveva limitarsi ad attenersi alla ratio legis; quello della quantità, basato sulla facoltà di sistematizzare le opinioni altrui; e il metodo della subtilitas, fondato sulla capacità di inventare un diritto nuovo (svincolato da ogni riferimento a opinioni autoritarie).
In generale, i consilia constavano di due sezioni: nella prima il giurista immaginava le argomentazioni che sarebbero state probabilmente sollevate dall’altra parte; nella seconda provvedeva a contestarle.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze dell'ibridazione del sapere giuridico tra Cinquecento e Seicento?
- In che modo si è consolidata la giurisprudenzializzazione della scientia iuris durante l'età moderna?
- Quali metodi giuridici dovevano applicare i giuristi nella redazione dei consilia secondo Alciato?
L'ibridazione del sapere giuridico portò alla commistione delle discipline giuridiche e alla nascita di una dottrina antigiurisprudenziale che denigrava giuristi e avvocati attraverso la satira.
La giurisprudenzializzazione della scientia iuris si è consolidata attraverso consilia e decisiones, che insieme costituivano la giurisprudenza consulente e giudicante, con i consilia che dovevano dimostrare la corretta ricostruzione giuridica della fattispecie.
Secondo Alciato, i giuristi dovevano applicare tre metodi: il metodo della brevitas, il metodo della quantità e il metodo della subtilitas, per garantire che i consilia fossero basati sulla razionalità piuttosto che sull'auctoritas.