Concetti Chiave
- Gauthier propone un modello cooperativo basato sulla fiducia, differente da quello di Hobbes, dove la razionalità beneficia tutti.
- La cooperazione razionale è possibile quando un numero sufficiente di agenti riconosce e individua gli opportunisti.
- La fiducia è essenziale per la scelta razionale della cooperazione, ma vi è incertezza sul comportamento degli altri agenti.
- Gauthier sostiene che gli agenti scorretti verranno emarginati socialmente se sfruttano la fiducia per la propria utilità.
- Individuare gli opportunisti è complesso, e la sfida principale è creare un sistema infallibile per identificarli nei giochi sociali.
Efficacia giuridica della collaborazione
Nell’ambito della risoluzione dei giochi sociali e giuridici, Gauthier propone uno schema cooperativo differente da quello Hobbesiano: egli sostiene che «la razionalità fa del bene a tutti se è basata sul rapporto fiduciario».Il filosofo giunge alla conclusione secondo cui può essere razionale cooperare quando gli agenti che scelgono la disposizione a cooperare sono sufficientemente numerosi nella popolazione in cui operano e hanno una sufficiente capacità di riconoscersi e d’individuare gli opportunisti.
La fiducia, dunque, è la condictio sine qua non può esistere la scelta razionale della cooperazione. Molti critici hanno giudicato inefficace il modello proposto da Gauthier poiché esso non garantisce che, nel momento della scelta razionale, gli altri agenti non assumeranno un atteggiamento scorretto. Nessun agente, infatti, potrà mai avere l’assoluta certezza che la fiducia diffusa non sarà sfruttata per provocare nocumento a chi opta per la scelta razionale della cooperazione. Gauthier risponde a tale critica valutando il comportamento scorretto dell’agente che si avvale della fiducia diffusa per massimizzare la propria utilità: egli asserisce che, chiunque assuma ripetutamente un atteggiamento scorretto nei confronti degli altri agenti, sarà inevitabilmente destinato all’emarginazione sociale.
Sebbene sia talvolta possibile individuare gli opportunisti all’interno di un gruppo di consociati, non è in alcun caso possibile essere certi che un agente, dopo aver optato per la scelta cooperazionistica, riuscirà a resistere alla tentazione di rivelarsi opportunista e strategico nel momento in cui dovrà effettivamente decidere di agire. La problematica più rilevante che sussiste in tutti i giochi sociali, dunque, è riuscire ad ideare un sistema certo e «infallibile» che consenta di individuare i furbi e gli opportunisti, cioè coloro che non scelgono la via della cooperazione al fine di massimizzare la propria utilità a discapito del nocumento altrui.