Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La proprietà in bonis habere, secondo Gaio, si basa sulla buona fede e deriva dalla traditio e da una iusta causa, distinguendosi dal dominium ex iure Quiritium, che era un diritto soggettivo assoluto.
  • Il modello di dominium bonitario fu introdotto per gestire le res màncipi, dove la mancipatio trasferiva la proprietà, mentre la traditio conferiva solo il possesso qualificato fino a usucapione.
  • Il termine "possesso" deriva dal latino possessio, che implica il potere su un bene, evidenziando la differenza tra possessore e proprietario.
  • Secondo Friedrich Carl von Savigny, il possesso richiede due elementi: corpus possessionis (disponibilità materiale) e animus possidendi (volontà di possedere), che devono coesistere.
  • Se manca l'animus possidendi, il possesso diventa detenzione, come nel caso del comodato d'uso, dove si ha solo la disponibilità materiale senza la volontà di possesso.

Indice

  1. Dominius in bonis habere nel mondo romano
  2. Corpus possessionis e animus possidendi

Dominius in bonis habere nel mondo romano

Il secondo modello di proprietà individuato da Gaio è la proprietà in bonis habere, che garantisce il possesso del bene tramite la buona fede, ottenuto a titolo derivato sulla base della traditio e di una iusta causa, cioè di un negozio giuridico giustificativo dell’acquisto). Dunque, mentre il dominium ex iure Quiritium si configurava come diritto soggettivo assoluto per cui un individuo era effettivamente proprietario di un bene, la proprietà bonitaria garantiva e tutelava il possesso, cioè una res facti in cui un soggetto si comportava come se fosse il proprietario di un determinato bene.


Questo secondo modello di dominium venne introdotto per disciplinare la proprietà delle res màncipi, valori di particolare importanza per i romani. Il passaggio di proprietà relativo a una res màncipi tramite la mancipatio rendeva l’acquirente proprietario; il passaggio tramite la traditio, invece, lo rendeva possessore qualificato, il quale poteva divenire proprietario solo per usucapione, cioè dopo aver usufruito del suddetto bene per un lungo lasso di tempo (che nell’antica Roma corrispondeva a un anno).
Il termine possesso deriva dal latino possessio, che a sua volta trae origine dal verbo possĭdēre, il quale contiene la radice sĕdĕo, che letteralmente significa «stare seduto». Il termine possĭdēre è composto dal prefisso potis e dal verbo sĕdĕo: esso denota la particolare condizione di stare seduti vantando un potere su un bene. Tale contesto allude alla possibilità di tenere qualcosa (essere seduti) muniti di potere. L’analisi etimologica del termine «possesso» consente di comprendere chiaramente la distinzione tra possessore e proprietario.

Corpus possessionis e animus possidendi

Basandosi sulle fonti romane, il giurista tedesco Friedrich Carl von Savigny afferma che il possesso consta di due elementi: il corpus possessionis, cioè la materiale disponibilità del bene, e l’animus possidendi, ossia la volontà di tenere un oggetto come se fosse propio. Gli elementi del possesso, corpus e animus, devono necessariamente coesistere. Se, infatti, viene meno l’animus (l’intenzione di mantenere proprio un oggetto), il possesso si trasforma in detenzione, ovverosia in disponibilità provvisoria del bene. Se, ad esempio, un soggetto cedesse in comodato d’uso la propria automobile a un altro soggetto, questi ne sarebbe esclusivamente detentore, non ne vanterebbe quindi il possesso poiché egli avrebbe il corpus possessionis, cioè la materiale disponibilità del bene garantita dal comodato d’uso, ma sarebbe privo dell’animus possidendi.
In sintesi, quindi è possibile dire che il possessore ha il corpus possessionis e l’animus possidendi, mentre il detentore vanta soltanto il corpus possessionis e mai l’animus possidendi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra dominium ex iure Quiritium e proprietà in bonis habere nel mondo romano?
  2. Il dominium ex iure Quiritium era un diritto soggettivo assoluto che rendeva un individuo effettivamente proprietario di un bene, mentre la proprietà in bonis habere garantiva e tutelava il possesso tramite la buona fede e la traditio, permettendo di comportarsi come proprietario senza esserlo formalmente.

  3. Come si acquisiva la proprietà di una res màncipi tramite traditio?
  4. La traditio rendeva l'acquirente possessore qualificato, che poteva diventare proprietario solo per usucapione, cioè dopo aver usufruito del bene per un lungo periodo, corrispondente a un anno nell'antica Roma.

  5. Quali sono gli elementi costitutivi del possesso secondo Friedrich Carl von Savigny?
  6. Secondo Savigny, il possesso consta di due elementi: il corpus possessionis, ovvero la disponibilità materiale del bene, e l'animus possidendi, cioè la volontà di tenere un oggetto come proprio. Entrambi devono coesistere per definire il possesso.

  7. Cosa accade al possesso se manca l'animus possidendi?
  8. Se manca l'animus possidendi, il possesso si trasforma in detenzione, che è una disponibilità provvisoria del bene. Ad esempio, chi riceve un bene in comodato d'uso ha solo il corpus possessionis, ma non l'animus possidendi, quindi non può vantare il possesso.

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