alessandro_gras
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Concetti Chiave

  • La Costituzione italiana inizialmente non contemplava una filosofia del potere che includesse anche la società civile, ma si concentrava sugli apparati dello Stato.
  • Non c'era preoccupazione che la libertà economica e civile potesse evolversi in potere economico e potentati di fatto, creando disuguaglianza e sopraffazione.
  • Una classe sociale successiva, antagonista alla borghesia, ha messo in luce il potere reale nei rapporti privati di produzione, oltre gli apparati statali.
  • La Carta di Weimar e altre costituzioni europee occidentali introdussero l'idea di opporsi non solo al dispotismo politico, ma anche a quello economico e civile.
  • Queste costituzioni promuovono la giuridificazione dei rapporti tra cittadini con norme di principio, opponendosi ai potentati di fatto nella società civile.

Diritto privato nella Costituzione italiana

Al momento della sua creazione, la Costituzione italiana non aveva alcuna ragione di classe per coltivare una più estesa filosofia del potere, per elaborarne una concezione sostanziale, e non solo formale. Non aveva motivo di preoccuparsi che anche dal seno della società civile, e non solo dagli apparati dello Stato, potessero nascere forme di smisurato potere, che la garantita libertà economica potesse tradursi in potere economico, che le garantite libertà civili potessero degenerare in potentati di fatto, fonti l'uno e gli altri di ben più grave sopraffazione e di ben più profonda disuguaglianza fra gli uomini.
Questo sarà compito di un'altra classe sociale, successivamente ascesa alla ribalta della storia politica, e di una classe antagonista alla borghesia, che dalla propria esperienza storica sarà indotta a scoprire nei rapporti privati di produzione, al di là degli apparati formali dello Stato, la fonte reale del potere.
Nella Carta di Weimar e poi, sia pur e in disuguale misura, in tutte le carte costituzionali dell'Occidente europeo, caratterizzate dal diretto apporto dei partiti della sinistra alla loro elaborazione, si manifesta un'idea nuova di costituzione: non solo come opposizione al dispotismo politico, come assoggettamento al diritto del rapporto fra Stato e cittadini; ma anche come opposizione al dispotismo economico e, più in generale, ai potentati di fatto della società civile, come giuridificazione, con solenni norme di principio, dei rapporti fra cittadini.

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