Concetti Chiave
- Il diritto alla salute è un diritto fondamentale garantito dall'articolo 32 della Costituzione italiana, che include cure gratuite per gli indigenti.
- L'accesso alle cure è un diritto universale, sostenuto principalmente dallo Stato, anche se i pazienti contribuiscono tramite il ticket ospedaliero.
- Il diritto alla salute ha una doppia natura, essendo sia un diritto individuale che un interesse collettivo e statale.
- La Corte costituzionale ha introdotto il concetto di danno biologico, valutando il danno psicofisico subito da una persona in base alla sua aspettativa di vita.
- L'articolo 32 richiede il consenso formale del paziente per i trattamenti sanitari, rispettando i limiti imposti dalla dignità umana.
Indice
Il diritto alla salute
Il diritto alla salute è tutelato e garantito dall’articolo 32 della Costituzione italiana, il quale afferma che «la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività». La suddetta garanzia trova una tutela ancora più concreta tramite la lettura della seconda parte dello stesso articolo 32: la Repubblica garantisce cure gratuite agli indigenti. L’accesso alle cure, dunque, si configura come diritto universale, non riservato a un gruppo di persone determinate o determinabili bensì aperto a tutti.
Accesso universale alle cure
AL fine di assicurare l’universale accesso alle cure sanitarie, è stato previsto il pagamento del ticket ospedaliero: tuttavia, persino chi paga la quota più alta contribuisce solo in mina parte alle spese sanitarie, perlopiù sostenute dallo Stato.
Il diritto alla salute presenta dunque un aspetto ambivalente: da un lato si configura quale diritto universale e personale; dall’altro, esso, si traduce come interessi collettivo e statale.
Danno biologico e consenso
Sulla base dell’articolo 32, la Corte costituzionale ha introdotto il concetto di «danno biologico»: il danno provocato a una persona è valutato sulla base dell’integrità psicofisica della stessa. Se, ad esempio, un soggetto investisse un’anziana signora, il danno sarebbe considerato sulla base dei pochi anni di vita che le restano; se egli investisse invece un diciottenne, il danno biologico sarebbe molto più ingente perché terrebbe conto delle diverse decine di anni di cui il giovane è stato privato.
Il secondo comma dell’articolo 32 prevede inoltre che l’applicazione di ogni cura sanitaria richiede un previo consenso formale da parte del paziente. Esso, infatti, afferma che «nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».
Legge 269 del 2017
Tramite la recente approvazione di una legge ordinaria (legge 269 del 2017), è stato disposto che un soggetto malato in procinto di giungere a uno stato di incoscienza può manifestare e certificare le proprie volontà dal punto di vista medico-sanitario in modo che esse siano rispettate quando egli non sarà più senziente.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'articolo 32 della Costituzione italiana nel garantire il diritto alla salute?
- Come viene valutato il danno biologico secondo la Corte costituzionale?
- Cosa prevede la legge 269 del 2017 riguardo alle volontà mediche di un paziente?
L'articolo 32 della Costituzione italiana tutela la salute come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività, garantendo cure gratuite agli indigenti e configurando l'accesso alle cure come diritto universale.
Il danno biologico è valutato sulla base dell'integrità psicofisica della persona, considerando l'impatto del danno in relazione agli anni di vita persi, come illustrato nell'esempio del danno differente tra un'anziana signora e un diciottenne.
La legge 269 del 2017 permette a un soggetto malato di manifestare e certificare le proprie volontà mediche per garantirne il rispetto quando non sarà più in grado di esprimersi, assicurando così il rispetto delle sue decisioni sanitarie future.